Regione Puglia - Rispetto all’Europa, la Puglia è la regione con il più basso tasso di occupazione femminile e seconda per tasso di disoccupazione femminile
Donatella Orioli Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Febbraio 2009
Molto spesso, in particolare quando ci si riferisce alle criticità, la tendenza è di generalizzare e omogeneizzare le realtà. E’ quindi opportuno valorizzare i lavori di approfondimento dei territori per diffondere e far conoscere nel dettaglio scenari a volte inaccettabili.
Prendendo in esame la Provincia di Foggia, in particolare il progetto AN.GE.LO, riscontriamo che le sue azioni hanno evidenziando una situazione di grave sottovalorizzazione e sottoutilizzazione delle risorse femminili nella regione Puglia, nei principali ambiti della Società, delle Istituzioni e del sistema delle Imprese.
L’obiettivo generale è stato quello di migliorare e focalizzare la conoscenza relativa alla presenza maschile e femminile nelle posizioni di responsabilità della società di riferimento.
L’individuazione degli ostacoli che si frappongono ad una maggiore presenza delle donne, il delineare azioni atte a favorire la valorizzazione di quel grande capitale umano che è costituito dalle risorse femminili, la messa a punto di un data base estensibile a tutta la regione fornendo così uno strumento di conoscenza aggiornabile periodicamente e facilmente accessibile, sono gli obiettivi specifici del progetto.
Prima di entrare nel merito dell’indagine è bene sintetizzare il contesto di riferimento che si compone di una rappresentanza femminile pari al 51,1% dell’intera popolazione.
Da precisare, inoltre, che la Puglia è la regione europea con il più basso tasso di occupazione femminile e contestualmente è la seconda regione per tasso di disoccupazione femminile.
Per completare le informazioni di contesto va detto che Foggia è l’ultima provincia italiana per tasso di occupazione femminile. Si potrebbe parlare di una vera e propria emergenza provinciale e regionale. A fronte di uno scenario davvero allarmante, dalla “mappa del potere” femminile nel territorio pugliese si registra una assenza totale nelle strutture decentrate dello Stato (Questori, Pretori, Presidenti tribunali), nella CCIAA (Presidente, Segretario Generale) e nelle Associazioni Datoriali e Sindacali. Altrettanto insufficiente è la presenza nell’Università (1 Preside su 6), nella Sanità (1 Direttore su 6), negli Ordini Professionali (1 Presidente e 1 Vice su 11).
Il Governo locale fa la parte del leone con il 4,7% di donne Sindaco, l’8,9% di Consigliere e l’8% di Assessore.
Tra le imprese attive, quelle rosa sono il 32,7% con un trend in crescita nell’ultimo biennio. Sono prevalentemente individuali, di piccole dimensioni, appartenenti al settore terziario: uno scenario comune a molte altre regioni del nord. L’ accentuata e critica sottopresenza e sottorappresentazione delle donne, considerate le caratteristiche socio-economiche del territorio, va strettamente collegata ad un problema di sviluppo.
Attraverso gli incontri avvenuti presso la Regione Puglia, si è reso necessario proporre l’istituzione di un Patto strategico di medio termine per valorizzare le risorse femminili, un patto cioè che metta al centro delle politiche e delle azioni di tutti gli attori coinvolti il tema del lavoro femminile e della presenza delle donne nei luoghi dove si decide come leva fondamentale per migliorare le performance dell’economia regionale. La Regione Puglia potrebbe rappresentare con questa iniziativa un caso pilota di grande rilievo per tutte le Regioni ed in particolare per le regioni meridionali.
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