Domenica, 10/09/2017 - A VENEZIA 74, i film in concorso, son stati visionati da una giuria finalmente presieduta da una donna, Annette Bening, moglie di Warren Beatty, quello che fu per molti anni uno dei più ambiti scapoli d’oro del cinema statunitense, come molte donne ricorderanno, cui ha dato ben 4 figli.
La scelta è stata fatta dal direttore, Alberto Barbera, che voleva una persona intelligente, equilibrata e versatile.
E così è stato. Ottimi i film e buone le decisioni: Il LEONE D’ORO per il miglior film a THE SHAPE OF WATER di Guillermo del Toro (USA), è una pellicola che utilizza al meglio animazione, effetti speciali e nuove tecnologie.
Il LEONE D’ARGENTO - PREMIO PER LA MIGLIORE REGIA a Xavier Legrand per il film JUSQU’À LA GARDE (Francia), una storia molto dolente, ‘figlia del nostro tempo’, con una tematica giocata tra violenze domestiche e voglia di ricostruire un futuro, specie per le vittime speciali di queste tragedie ‘entro le mura’, una moglie ed i figli.
Ma interessante la scelta per la COPPA VOLPI per la migliore attrice: è caduta su Charlotte Rampling per il film HANNAH di Andrea Pallaoro (Italia, Belgio, Francia).
Un film ‘stranamente’ italiano: il regista vive da anni negli States, mentre scriveva pensava proprio a Charlotte, di formazione anglo-francese che ha asserito che nessun’altra avrebbe potuto interpretare un personaggio così vivo, espressivo e non, ad un tempo, al pari delle attrici del cinema muto.
Notevole infatti la mimica facciale ed il linguaggio del corpo – anche nudo, da splendida settantunenne – che lei esibisce con molta naturalezza.
Molto commossa l’attrice che ormai ha raggiunto una maturità espressiva davvero eccellente.
“Devo molto all’Italia – ha affermato stringendo il premio tra le mani – ho iniziato a 22 anni lavorando prima con Gianfranco Mingozzi (regista ferrarese, nel 1968, in Sequestro di persona, n.d.r.), ma subito dopo con Peppino Patroni Griffi, che la volle per Addio, fratello crudele, del 1971, trasposizione dal dramma del Cinquecento inglese di Thomas Kid, ’Tis pity she’s a whore – Peccato che sia una sgualdrina, musicato da Ennio Morricone, poi son arrivati Visconti, la Cavani, per non citarne che alcuni…”.
Un solo rimpianto: Francis McDormand ‘in’ Joel Coen, sempre più brava e matura, è stata una coppa Volpi mancata, e un ex-aequo non avrebbe poi sortito granché, come tutti i compromessi; ma la sua interpretazione di una madre cui il dolore mostruoso per lo stupro e l’assassinio brutale di una figlia, fa compiere gesti anche troppo, sopra le righe’ è, semplicemente, da Oscar.
Il film è THREE BILLBOARDS OUTSIDE EBBING, MISSOURI di Martin McDonagh (Gran Bretagna) che per esso ha ottenuto il PREMIO PER LA MIGLIORE SCENEGGIATURA: da non perdere.
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