Cgil nel Lazio, donne e crisi economica - di Tiziana Bartolini
'Donne al tempo della crisi, verso il futuro' è il titolo della conferenza regionale delegate Cgil del Lazio che si tiene a Roma lunedì 15 marzo. Intervista a Claudia Bella
Claudia Bella è responsabile delle donne per la Cgil Lazio che ha organizzato la conferenza del 15 marzo delle delegate regionali. L'iniziativa titola "Donne al tempo della crisi, verso il futuro" e intende raccogliere riflessioni, idee e proposte sul tema della crisi e delle ripercussioni sulle donne.
Intanto una prima domanda: come si sta manifestando la crisi economica nel Lazio? Ed in particolare come si ripercuote sull'occupazione femminile?
Nel Lazio la crisi economica è arrivata in ritardo rispetto ad altre regioni, ma proprio in questi ultimi mesi sta dispiegando i suoi effetti più violenti e temiamo che il 2010 sarà l'anno più pesante: infatti i primi effetti sono stati nei settori dell'edilizia e dell'industria, ma ora abbiamo le conseguenze anche sul terziario, sul commercio, sui servizi, largamente presenti nell'economica laziale. E, guarda caso, anche settori ad alta presenza di lavoro femminile. Sono circolate alcune tesi in base alle quali l'occupazione femminile sarebbe meno colpita di quella maschile. Niente di più falso. Semplicemente, anche qui, gli effetti stanno arrivando in una seconda fase e lo vediamo dagli ultimi dati sull'occupazione. Non solo: il lavoro delle donne è meno visibile anche quando scompare perchè è più presente tra i contratti precari, nei settori meno tutelati, nella piccola impresa, per non parlare del lavoro nero. Le donne rischiano di uscire dal mercato del lavoro, con meno "clamore" degli uomini e con meno tutele!!
Dal vostro punto di osservazione e con il polso della situazione che avete, come vivono questa fare le donne anche sul piano psicologico?
Naturalmente...molto male!! La crisi colpisce anche le donne che non perdono, almeno in questa fase, il lavoro, perchè viene spesso usata come alibi per il peggioramento della qualità del lavoro nelle aziende e questo si ripercuote spesso proprio sulle donne, sui loro diritti, sulla loro condizione di oggettiva difficoltà causata come ben sappiamo dalla doppia presenza lavoro-famiglia.
Inoltre aumenta la sfiducia e, significativamente, aumenta il numero delle donne inattive, cioè di coloro che hanno smesso anche di cercarlo un lavoro e che spesso hanno ripiegato su lavori al nero senza nessuna tutela.
Avete proposte come CGIL per il Lazio anche in vista del rinnovo del consiglio regionale?
Le nostre proposte come donne della CGIL sono quelle di investire sull'occupazione delle donne - che come tutti sanno è una leva d sviluppo - anche in chiave anticiclica, mettendo in campo quelle azioni necessarie per aiutarle realmente ad entrare nel mercato del lavoro, a partire dalle politiche di conciliazione, da una contrattazione nei luoghi di lavoro che si occupi anche di organizzazione del lavoro e orari, dalle politiche dei tempi. In quest'ottica è centrale il welfare locale che non deve essere visto come un peso per la collettività ma come un fattore di inclusione sociale e una leva di sviluppo che consente alle donne di lavorare, liberandole da un iniquo ruolo di supplenza, e produce esso stesso nuova occupazione, femminile ma non solo. Serve però un ruolo forte del soggetto pubblico come regolatore ed erogatore. Dobbiamo avere il coraggio proprio in questa fase difficile di ridisegnare un nostro modello di sviluppo, in antitesi al modello liberista di destrutturazione dello stato sociale e del mercato del lavoro che penalizza le donne, ma ha portato tutti noi nella peggior crisi economica dal 1929.
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