Dal 5 ottobre 2013 al 2 febbraio 2014 a Roma al Complesso del Vittoriano, una mostra che testimonia l'influenza del grande artista francese sugli artisti italiani
Lunedi, 13/01/2014 - Dal 5 ottobre 2013 al 2 febbraio 2014 a Roma al Complesso del Vittoriano
Cézanne e gli artisti italiani del ‘900
Il Complesso del Vittoriano ospita “Cezanne e gli Artisti del '900” dal 5 ottobre 2013 al 2 febbraio 2014 ed è una vera scoperta.
Paul Cézanne (nato a Aix en Provence - Francia, 19/1/1839, morto a Aix en Provence - Francia, 22/10/1906) si formò alla scuola classica ma scoprì l’impressionismo con Pissarro. E’ stato un artista e pittore francese post-impressionista il cui lavoro ha posto le basi del passaggio dalla concezione di sforzo artistico del 19 ° secolo ad un nuovo e radicalmente diverso mondo dell'arte nel 20 ° secolo: Cézanne è stato il ponte tra tardo Impressionismo 19 ° secolo e la nuova linea del 20° secolo di ricerca artistica, il Cubismo. Matisse e Picasso hanno osservato che Cézanne "è il padre di tutti noi".
La mostra inizia documentando la circolazione dell’opera di Paul Cézanne in Italia; si registrano presenze sporadiche in varie esposizioni, dalla “Prima mostra Italiana dell’Impressionismo” a Firenze del 1910 curata da Ardengo Soffici alla rassegna a lui dedicata nel padiglione francese nella Biennale veneziana del 1920.
L’arte di Cézanne, intensa e monumentale, che privilegia la forma - riducendola ai suoi minimi termini -, il volume e accorda un’importanza particolare al colore - paesaggi della montagna Sainte-victoire -, ha esercitato una grande influenza sulla pittura contemporanea (Les joueurs de cartes, 1890-1892).
In Italia l’artista francese è avvertito da un lato come un innovatore, padre del Cubismo e dell’arte pura, dall’altro come un classico, vicino ai grandi esempi della nostra tradizione. Inoltre, nell’atmosfera di rinnovamento creatasi dopo il secondo conflitto mondiale, la tendenza alla disintegrazione dell’immagine, evidente nell’ultima parte del percorso cézanniano, suggerisce vie nuove e ardite ad artisti pronti ad affrontare le esperienze dei linguaggi astratti.
Questi due termini costituiscono gli estremi dell’originale indagine del volume che accompagna l’esposizione romana e che propone un confronto diretto fra le opere di Cézanne e quelle di alcuni tra i più importanti artisti italiani del XX secolo: da Umberto Boccioni, nel momento della conclusione dell’esperienza futurista, che vede la lezione del pittore francese come stimolo fondamentale nei confronti della necessità urgente di un mutamento, a Giorgio Morandi, cézanniano nella scelta dei temi negli anni della sua formazione, da de Pisis, con la precisa costruzione delle nature morte, con la precisa attenzione per la “costruzione” del dipinto e la definizione recisa dei blocchi compositivi, allo spazio figurativo di Capogrossi, fino agli artisti che nel secondo dopoguerra, influenzati dal linguaggio ellittico dell’ultimo Cézanne, affrontano stilemi astratti o “astratto-concreti”, da Afro a Scialoja, Corpora, Morlotti, Pirandello. Per ciascun artista, per quasi tutti quadri, a confronto, vengono evidenziati e sottolineati i vari tributi del grande pittore francese. Per esempio, nella scelta dei temi e delle linee, si noti l’ispirazione di Fausto Pirandello: Paul Cézanne, Bagnanti, 1892,
Fausto Pirandello, Bagnanti di schiena, 1955.
Pirandello non dipinge solo bagnanti, ma anche mele e con il suo stile astratto volge lo sguardo al linguaggio ellittico dell’ultimo Cézanne.
Oppure in Sironi e Morandi si noti la specificità cézanniana dello spirito di classicità. geometria e di sintesi (immagine di copertina), l’intensa acquisizione di uno spazio volumetrico e mentale, tipico di alcuni ritratti del pittore francese, eseguiti a partire dalla fine degli anni Ottanta dell’Ottocento :
Mario Sironi, Nudo con fruttiera, 1923, Giorgio Morandi, Natura morta, 1929
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