Sabato, 12/11/2011 - L'aforisma di Alda Merini "...ci sono notti che non accadono mai..." è il titolo che Cettina Calabrò ha voluto dare alla sua mostra fotografica esposta a Bologna (presso la Libreria "TRAME" - Via Goito 3) fino al 1° dicembre perchè sente suo questo aforisma nelle sensazioni che vive durante i risvegli, quando percepisce, pensa e vede il mondo come momenti di rottura che hanno proprio l'intensità della notte.
Sensazioni che poi ritrova in molti particolari del giorno e che coglie con la macchina fotografica per regalarli poi a chi osserva le sue foto.
I clienti che entrano nella libreria Trame, a Bologna, sono prima concentrati nella ricerca di un libro, ma dopo poco li si vede rapiti dalle foto di Cettina Calabrò e dagli attimi che quelle immagini hanno catturato: una bambola senza capelli, che ti prende lo sguardo perchè è poco bella, poi la guardi meglio e ti suscita il sorriso in restituzione al suo. Nello scatto, apparentemente banale, di una comune rete metallica scopri un'anima che Cettina coglie e restituisce con una gamma di grigi finissimi: sembra immersa nella neve, ma in realtà è una rete in trasparenza. Le dodici foto esposte per questa mostra hanno carattere anche nelle cornici: realizzate con listelli di legno che sembra spezzato con le mani. Ungesto che sembra di sentire proprio lì, mentre si assaprano le foto. E' una cornice perfetta per rinforzare il rapporto tra l'immagine e la rottura dell'attimo che è offerto alla visione.
Sono foto in bianco e nero, tranne quattro, che hanno un colore smorzato, per avvicinarsi alla sensazione di non gioia dell'attimo della rottura.
Cettina Calabrò fotografa con un suo stile inconfondibile, denso di carattere. "Come molti fotografi ho iniziato da bambina dopo avere ricevuto in regalo una macchinetta fotografica di plastica, ma la vera folgorazione è stata assistere allo sviluppo delle foto in camera oscura. Vederle che affioravano sulla carta sensibile, che prendevano corpo, che si materializzavano come le avevo pensate e sognate mi ha fatto scattare la passione. Ho sempre lavorato con il bianco e nero ed utilizzando solo un certo tipo di carta fotografica. Poi l'industria ha cessato di produrla e sono dovuta passare al digitale. Per me questo passaggio non è stato indolore, ma in modo ostinato mi sono impegnata e sono riuscita ancora a creare quei grigi e quei mezzi toni, che sento produrre dall'anima della fotografia. Nella mia storia di lavoro c'è anche un libro 'Sviluppi imprevisti' (ed. CS Libri, 2006), in cui sette scrittori si sono ispirati ad altrettante mie foto per scrivere, ciascuno, un racconto. Cè anche un reportage realizzato in provincia di Sassari seguendo un teatro di strada. E' il racconto del 'dietro le quinte', cioè il montaggio e lo smontaggio della rappresentazione, ma in strada, dove le quinte non esistono. Ho colto l'interazione con le persone che si avvicinano per vedere, come ai tempi dei saltimbanchi. Ed in fine c'è un lavoro che non lascio mai, è un filo che dipano e va vanti, che continua e continuerò. Sono foto dal titolo: "Sulla pelle delle donne".
Tutti parlano sulle donne, io ho voluto scattare foto a donne che erano disponibili a far parlare la loro pelle con parole e frasi pensate e decise da loro stesse e che si scrivevano sulla pelle. Questo percorso continua e la mostra sarà riproposta in primvera, ancora più ampliata con ritratti di diverse donne che si sono autoproposte e che vogliono scrivere sulla loro pelle".
Alcune foto di Cettina Calabrò sono nella galleria fotografica:
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