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Cerchiamo di non dimenticare

Cerchiamo di non dimenticare

Laicità - Anche nel caso ‘cannabis’ i media hanno privilegiato il gossip dimenticando un aspetto non meno importante: la Binetti è membro dell’Opus Dei ...

Stefania Friggeri Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Gennaio 2007

Anche nel caso ‘cannabis’ i media hanno privilegiato il gossip (duello fra dame) e il buco della serratura (casa Fassino) dimenticando un aspetto non meno importante: la Binetti è membro dell’Opus Dei, l’associazione su cui alza il velo Ferruccio Pinotti col suo “Opus Dei segreta. Frusta cilicio e alta finanza” BUR, un libro che porta in un’Italia assopita nella Restaurazione documenti e testimonianze che da tempo circolano all’estero: nel 1997, dopo che il Parlamento belga ebbe sollecitato un rapporto sulle sette e i culti diffusi nel paese, la Commissione parlamentare d’inchiesta mise l’Opus Dei nell’elenco dei gruppi considerati pericolosi per “l’aggressiva azione di reclutamento effettuata nei confronti degli adolescenti e per gli episodi di manipolazione psicologica segnalati da molte famiglie” (pag. 174).
Nel libro non si parla solo di mortificazioni corporali (‘Benedetto sia il dolore. Amato sia il dolore. Santificato….’; ‘Se sai che il tuo corpo è tuo nemico, e nemico della gloria di Dio, poiché lo è della sua santificazione…’; ‘Che importa soffrire 10 anni, 20, 50…se poi viene il cielo per sempre, per sempre? (pag. 210); o di annichilimento della persona totalmente nullificata dalla ‘dittatura di un ideale’ (‘Se la tua umiltà ti porta a sentirti così -spazzatura, un mucchio di spazzatura- potremo ancora fare qualcosa di grande di tutta la tua miseria’ (pag.209), ‘Il nostro ego è morto e la nostra sola preoccupazione è l’ideale collettivo’ (pag.225); o dei frequenti disturbi mentali e dei casi di suicidio, oppure del culto del capo e di uno stile di vita militare. Ma si parla anche dei legami dell’Opus Dei col mondo degli affari e della finanza a livello globale, traffici gestiti ignorando ogni dovere di trasparenza. Coloro che abbandonano l’Opera dopo anni di lavoro gratuito (i numerari se lavorano all’esterno consegnano alla Casa tutto lo stipendio e hanno in tasca solo i soldi concessi per le spese indispensabili e giustificate) si ritrovano senza alcun sostegno finanziario; e per chi ha superato i 35/40 anni, non ha un lavoro appetibile sul mercato, non ha una famiglia, la situazione è drammatica. Questo vale soprattutto per le donne alle quali molto raramente viene permesso di accedere a professioni autorevoli e di prestigio, come infatti si deduce dall'obbligo di dormire sul tavolaccio mentre ai maschi è concesso il materasso. In seno all’Opera del resto la separazione dei sessi assume forme che ricordano l’integralismo musulmano (il Murray Hill Place, grattacielo newyorkese detto la ‘Torre del Potere’, simbolo della potenza economico-finanaziaria dell’Opera, ha due entrate separate, una per gli uomini e una per le donne. Non solo: la segregazione ossessiva dei sessi arriva al punto che persino gli impianti elettrici sono …separati.
L’Opus Dei, che nasce nella Spagna franchista, che si allarga in America Latina durante le dittature di Videla e Pinochet, che si mostra ufficiosamente rispettosa della Chiesa ma di fatto opera contro lo spirito del Concilio Vaticano II, è una realtà su cui in Italia si ripetono degli stereotipi. Male: se per 5 anni il paese si è dimenticato che Berlusconi era affiliato alla P2, cosa accadrà se per altri 5 anni ci scorderemo che voci autorevoli dell’Opus Dei cercano di condizionare l’azione di governo? E chiediamoci: solo la voce della Binetti?
(4 gennaio 2007)

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