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Maria per Roma, il film d'esordio di Karen Di Porto

Maria per Roma, il film d'esordio di Karen Di Porto

Cercando l’impossibile tra frenesia metropolitana e la dura realtà del 'fine mese'

Martedi, 04/07/2017 - Fra i detti popolari nostrani, ce n’è uno molto utilizzato, soprattutto nella Capitale: ‘cercare Maria per Roma’. Maria è un nome molto comune, per lo meno lo era nel passato, e Roma è una città immensa e caotica. Dunque il significato è chiaro: cercare Maria per Roma equivale a cercare un ago in un pagliaio, a perseguire una ricerca pressoché impossibile.

Proprio questa espressione dà il titolo al primo lungometraggio di Karen Di Porto, appunto ‘Maria per Roma’ - presentato all’ultimo Festival di Roma e oggi nelle sale italiane - regista ed attrice romana (trasteverina) che racconta, tra il serio e il faceto, il quotidiano di molte donne di oggi, che in una sola giornata portano avanti mille differenti impegni, quelli di lavoro - spesso occupazioni saltuarie che aiutano a sbarcare il lunario - e quelli relativi alla realizzazione delle passioni e dei desideri che ciascuna donna ha e cerca di perseguire.



Maria, infatti, la protagonista del film, è un’attrice e le piace esserlo ma, non riuscendo ancora a vivere di questa professione, con un negozio di famiglia in vendita a causa dei debiti, corre a destra e a manca ad aprire case ai turisti romani - i tipi più strani che arrivano alle ore più impensate - creando nel film situazioni assurde e spesso esilaranti, anche a causa dei ritardi continui della protagonista, tanto ai sospirati provini quanto agli appuntamenti con i turisti, mentre il suo telefono non cessa di squillare, squillare…I fallimenti, le scelte, le necessità, i sogni, l’energia, le aspirazioni, la fatica, la speranza: in Maria ci sono mille donne e mille situazioni vissute da tante donne di oggi, spesso legate a situazioni precarie, all’attesa di una telefonata, di una persona o di un significato da dare alla propria esistenza, attraverso l’ostinata perseveranza di una realizzazione personale, anche quando tutto sembra perduto. Accompagnati dall’immancabile cagnetta Bea, i viaggi in Vespa di Maria, su e giù per una Roma magica e quotidiana al tempo stesso, così come le apparizioni del padre morto e le discussioni con la madre viva, raggiungono - nonostante qualche difetto stilistico della pellicola - tante spettatrici che non possono non immedesimarsi in situazioni ‘al limite’, ma di vita vera, che toccano, coinvolgono, divertono.

Con la fotografia affidata a Maura Morales, le scenografie a Federico Faini e le musiche ai Metarmonica, questo ‘piccolo’ film ci porta all’interno delle contraddizioni, raccontate ‘al femminile’, di un’epoca e di una città.

"L'idea del film è nata alcuni anni fa - ha raccontato la regista - quando al termine di una giornata estenuante mi è venuto in mente di raccontare Roma attraverso la giornata di un solo personaggio: attingendo alla mia storia personale ho provato a restituire le contrastanti spinte della città ricordando umori e conflitti, bellezza e fatica, antichità e senso di vuoto, caparbietà e approssimazione. L'unico modo possibile per raccontare questa storia mi è parso fin dal principio quello di costruire il progetto insieme agli amici di sempre, veri protagonisti del mio quotidiano. Attori e non con i quali ho condiviso negli anni sforzi vani, soddisfazioni nascoste, amore per il teatro e molto divertimento. La speranza è che questo affresco così personale possa arrivare ai tanti che combattono quotidianamente cercando di superare i limiti ambientali e quelli interiori pur mantenendo uno sguardo affettivo sulla vita".



Karen Di Porto: Attrice, sceneggiatrice e regista romana: dopo la Laurea in Giurisprudenza all’Università “La Sapienza” di Roma, inizia un percorso di formazione teatrale con l’insegnante Francesca De Sapio e frequenta il Centro Internazionale di Cinema e Teatro Duse International, nato nel 1985 in collaborazione con l'Actors Studio di New York. Durante gli anni di studio lavora in teatro con la compagnia Mixò. Nel 2002 vince con “Shimessalinu” il premio Medusa per il miglior soggetto per commedia che ispira la sua sceneggiatura “Palomar”. Debutta alla regia nel 2011 con il corto grottesco “Nicolino” presentato al Museo Macro di Roma. Con “Cesare”, secondo cortometraggio, vince diversi premi a festival, tra cui il Festival Arcipelago, il corto Dorico ed è finalista ai Nastri D’Argento. “Maria per Roma” è il suo primo lungometraggio.

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