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CdA RAI / Candidature al femminile

CdA RAI / Candidature al femminile

Con la sua candidatura Paola Scarsi è una delle donne che hanno risposto all'appello lanciato di autoproposizione

Lunedi, 18/06/2012 - Paola Scarsi è esperta di comunicazione sociale ed è stata capo ufficio stampa del Forum del Terzo Settore, delegata presso la sede permanente di confronto tra Rai e società civile di recente ha ideato ed è titolare di Basic, ufficio stampa low cost per il terzo settore. Con questo CV e con le sue competenze maturate in anni di lavoro sul campo Scarsi si è candidata al CdA Rai, rispondendo all'appello lanciato da più parti affinchè le donne di autopropongano in vista delle nomine alla dirigenza della maggiore azienda di produzione culturale del Paese. L'abbiamo intervistata per conoscere le sue idee in materia di Rai e la sua visione della comunicazione.



Quali sono i maggiori problemi della Rai a suo modo di vedere?

La difficoltà tuttora irrisolta di coniugare la mission di servizio pubblico con l’essere una SpA che agisce sul mercato della libera concorrenza. D’altronde se due termini un tempo considerati antitetici come "finanza" ed "etica" oggi sono diventati complementari, ritengo possibile e doveroso trovare degli indicatori che diano peso economico al concetto di "servizio pubblico". Un esempio cui rifarsi potrebbe essere il dibattito attorno all’idea del superamento del PIL quale unico indicatore di benessere delle nazioni: si sta valutando l’inserimento ad esempio della misurazione della felicità soggettiva. Anche la responsabilità sociale di un’impresa come la Rai potrebbe assumere un peso importante in termini di valore economico.



La presenza al 50% di donne nel CdA potrebbe fare la differenza? E quale?

Potrei affermare che qualsiasi donna in grado di mandare avanti una ”famiglia-azienda” con mille euro al mese sarebbe sicuramente in grado di mandare avanti l’azienda Rai. In maniera più mirata ritengo che le donne in generale abbiano sensibilità, capacità, efficacia nell'accumulare e gestire le esperienze, agilità mentale e versatilità nell'individuare soluzioni semplici e innovative: qualità che però tendono a lasciare 'dormienti'. E’ indubbio che tante soluzioni (e il relativo carico) ai problemi pratici della vita quotidiana - dalla gestione del budget al sostituirsi e sopportare le carenze del welfare, dall’educazione all'organizzazione della famiglia e di riflesso della società tutta - sono loro demandate. La gestione e la piena realizzazione del mandato di servizio pubblico potrebbero trovare risposta più efficace se esaminate e discusse in maniera paritaria con le donne. Le quali potrebbero dare un contributo essenziale anche per evitare certe squallide e mortificanti rappresentazioni della donna.



Se fosse nominata, quali azioni proporrebbe come atti simbolicamente significativi?

Per prima cosa stamperei nella mia mente (e in una eventuale targa da porre sulla scrivania) quattro concetti chiave: memoria, responsabilità, pluralismo, rispetto. Poi, a seguire:

- attiverei un censimento delle straordinarie risorse interne spesso non adeguatamente valorizzate, cosi da evitare inutili sprechi e doppioni e da poter avviare un’azione che desse nuovo orgoglio e senso di responsabilità condivisa a tutti coloro che operano in questa grande azienda.

- creerei una rete di accordi e di corrispondenti "leggeri" dalle principali capitali del mondo cui dedicare ampio spazio. Sbagliato chiudere le sedi ma ancor più lasciare sguarnite intere aree geografiche: un servizio pubblico deve parlare di tutto il mondo, da tutto il mondo e anche i tg devono aprirsi di più.

- eliminerei il servizio informativo a pagamento "RispondeRai", infatti trovo assurdo che un servizio pubblico non solo dia informazioni ma addirittura chieda opinioni agli utenti facendoli pagare.

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