Login Registrati
CATULLUS, POETA SEMPER NOVUS a FERRARA

CATULLUS, POETA SEMPER NOVUS a FERRARA

Presentazione di una silloge trilingue - latino, italiano dialetto ferrarese - catulliana ad opera di Michael Malagò, giovane poeta ferrarese,curata da Maria Cristina Nascosi Sandri, poetessa, critico, studiosa e ricercatrice di lingue e dialetti.

Martedi, 31/08/2010 - Comunicato- Stampa - INVITO







XXVII SETTIMANA ESTENSE



CATULLUS, poeta semper novus

Testo trilingue in fieri presentato

il 25 settembre 2010 nella Sala Conferenze della Camera di Commercio di FERRARA



Sabato 25 settembre, alle ore 16.30, presso la Sala Conferenze della Camera di Commercio di Ferrara, in Largo Castello, nell’ambito della XXVII SETTIMANA ESTENSE, si terrà la presentazione di Catullus, poeta semper novus, l’ante-titolo, se concesso un piccolo calembour, di quello che sarà un nuovo libro dedicato ad un classico della poetica latina più raffinata, Gaio Valerio Catullo, il poeta dei baci per eccellenza – come meglio reciterà la definitiva intestazione della silloge poetica trilingue – latina, italiana e dialettale ferrarese curata dal giovane poeta Michael Malagò.

Bella, bella e coraggiosa la scelta dei carmi operata da Michael per questa ulteriore e ‘diversa’ traduzione di versi catulliani che da sempre, per sempre, hanno sapore di eternità.

Non a caso si son usati gli aggettivi ulteriore e ‘diversa’ e non assolutamente in nota polemica in riferimento alla lingua dialettale neo-proposta. Semmai la puntualizzazione vuol essere una nota di encomio in più per il giovane interprete – poiché di interpretazione, di adattamento si tratta sempre in questi casi, non già di traduzione letterale e, perché no? – addirittura di forse nuova autorialità, poiché Tradurre è un po’ tradire, in realtà, seppur in senso buono, cioé Inventio, creare, stavolta su ben collaudate ‘basi letterarie’, qualcosa di comunque Nuovo.

Dèdito agli studi di medicina ed ormai prossimo al conseguimento della laurea, Malagò, da anni coltiva tra le tante sue passioni, quella per la cultura classica e quella per le sue radici che, poi, come in questo caso, a volte divengono un tutt’uno ben amalgamato, una simbiosi imprescindibile, fonte esemplare di stupore, se riferita all’autore ed alla sua ancora acerba esperienza di vita.

Ma, al contrario, è proprio ciò che conforta, a fronte della superficialità e della mancanza di spessore che sta contraddistinguendo sempre più questi nostri ultimi anni, questa nostra civiltà sempre più tesa all’effimero, all’hic et nunc, al ‘dimenticare di ricordare da dove veniamo’ che è forzatamente connesso col ‘ dove andiamo e perché ’.

La superficialità pare contrassegnare ogni nostro gesto piccolo o grande del viver quotidiano, forse è il terrore di soffrire, il voler negare la morte, quella morte che sempre c’accompagna – come ammoniva Cesare Pavese e che, comunque, fa parte della vita e come tale va accettata.

Tutto questo per elogiare ‘zoomando’ – a rebours? – un’operazione come quella portata a compimento da Michael Malagò.

Da un suo particulare modus vivendi et operandi – è molto legato alla sua famiglia, alla sua terra d’origine e, dunque, ben comprensibilmente, alla sua lingua dialettale, la lingua madre, come direbbe Pasolini – è approdato ad un avvicinamento sempre maggiore e vivificato negli anni, all’altra Lingua Madre di molte altre lingue e dialetti, quella Latina.

Ha iniziato a cogliere, studiandola, il significato delle parole e la storia che c’è dietro ad ognuna di esse, un vero piccolo mondo che a sua volta ne dischiude altri, a decine, a centinaia e diviene ponte, congiungimento reale tra passato e futuro, poiché passa per un presente reso vivo, reale, dall’ineludibilità di un legame che racchiude non solo una vita, ma anche tutte le altre correlate con essa e tra loro.

E questo Michael l’ha capito molto bene, tanto da volerlo applicare, scegliendo - come si diceva in incipit – tra i carmi, i più alti e pregnanti tra i docta ed i più, apparentemente solo – lievi, di Gaio Valerio Catullo, poeta già cólto, poeta novus, simile ai dotti neoteroi greci come Anacreonte o Callimaco o Saffo che l’avevano in parte preceduto, venuto prima di Cristo, ma pieno di una fede incrollabile in ciò che l’amore, ma anche l’Amore più variegato, ma proprio per questo veramente Amore – non è esso infinito e non omnia vincit ? - costituivano per la vita di ognuno.

Da porre in evidenza, infine, seppur in maniera mediata, il confronto che ha voluto proporre tra tre lingue, misurandosi, oltreché con l’originale in lingua Latina, con una già presente traduzione – ancora una volta interpretazione – eseguita dall’altro autore presente come testo a fronte in lingua italiana, traduzione che aveva ab ovo molto influenzato, in maniera piacevole e ben consapevole il Nostro.

Ed il ‘misurarsi’ con altro verseggiare, con altra resa linguistica, poetica,

l’ inseguire l’armonia del verso in altre lingue, pur cercando di rendere al meglio quanto l’originale voleva dire, è andato a ben amalgamarsi – se l’Autore concede questa piccola nota di ‘orgoglio operandi’, con alcune delle finalità che, da tempo, fan parte della ricerca e dello studio di chi ha ideato e coordinerà l’evento, Maria Cristina Nascosi Sandri – scrittrice, critico, giornalista, studiosa di lingue e dialetti, pure fra i collaboratori del testo oltre al docente e studioso Gianfranco Maretti Tregiardini ed all’artista Gianni Cestari che ha curato l’inusitata iconografia dell’opera.

E’ previsto l’intervento di Claudio Cazzola, insegnante e traduttore di lingua greca et latina, mentre la fine dicitura delle liriche trilingui sarà affidata agli attori Paolo Toselli e Laura Caniati.

Last but not least, sarà presente, in rappresentanza dell'Amministrazione Comunale di Bondeno, Simone Saletti, Assessore alla Promozione del Territorio.

Lascia un Commento

©2019 - NoiDonne - Iscrizione ROC n.33421 del 23 /09/ 2019 - P.IVA 00878931005
Privacy Policy - Cookie Policy | Creazione Siti Internet WebDimension®