Candidata 2010 - Presidenza della Regione Umbria -
Venerdi, 12/03/2010 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Marzo 2010
Per scegliere un candidato, oltre alle alleanze e ai programmi, i cittadini valutano le persone. Chi è Catiuscia Marini?
Sono nata a Todi (1967). Dopo la maturità classica, mi sono laureata in Scienze Politiche (indirizzo internazionale) ed ho svolto attività di ricerca con periodi di studio anche all’estero. La mia attività politica inizia nei movimenti degli studenti universitari e nella Sinistra Giovanile. Nel mio comune sono stata consigliere comunale e vice sindaco prima di essere eletta per due mandati consecutivi (1998-2007) Sindaco di Todi. Sono stata presidente di Anci Umbria. Parlamentare europeo nella VI legislatura, sono stata membro della Commissione Mercato Interno e della Delegazione con i paesi dell’area Maghreb. Dirigente di Lega Coop Umbria, ho svolto la funzione di Direttore regionale. Ho fatto parte del Comitato Scientifico dell’Osservatorio regionale sulle Povertà promosso dalla Regione Umbria e dalla Conferenza Episcopale Umbra. Nominata dall’Unicef Sindaco difensore ideale dei bambini, ho collaborato a numerosi progetti per i diritti dell’infanzia. Mi occupo da molti anni di cooperazione in Africa (Burkina Faso), nei territori palestinesi, nei Balcani e in Albania. Ho sostenuto il progetto “Saving Children” del Centro Peres di Tel Aviv. Iscritta al Partito Democratico sono membro della Segretaria Nazionale dal 2009 con delega all’Europa e alle Relazioni Internazionali. Sono candidata per il centrosinistra alla Presidenza della Regione Umbria, alla guida di una coalizione che già nella scorsa primavera è stata scelta dai cittadini umbri per governare le principali città della nostra Regione (Perugia e Terni su tutte), le due Province e gran parte dei comuni umbri. Una coalizione, quindi, sperimentata e affidabile, che oggi, anche grazie alla mia candidatura, potrà unire alla tradizionale credibilità e concretezza nel governare, la giusta spinta al rinnovamento e all’innovazione.
Veniamo quindi alle idee, ai programmi. In Umbria si sta per aprire una fase nuova, che dovrà necessariamente tenere conto del momento di difficoltà e crisi economica che riguarda il Paese e la regione. Qual è la tua priorità al riguardo?
Il contesto in cui ci muoviamo ci richiede politiche mirate che sappiano affrontare la questione lavoro. Vincere questa sfida significa operare in maniera decisa: abbiamo il dovere di essere concreti, intervenire con rapidità per combattere la precarietà e allo stesso tempo venire incontro ai bisogni delle imprese. Servono politiche coordinate che sappiano dare risposte rapide a lavoratori e imprese.
In Italia cresce la sfiducia nei confronti delle Istituzioni, a tutti i livelli, lo testimoniano importanti sondaggi ed un generale atteggiamento diffidente dei cittadini. Come intendi rispondere a questa deriva?
La credibilità, l'attenzione costante alla questione morale, sono aspetti fondamentali della qualità della politica e noi siamo pronti a riallacciare il rapporto con gli umbri partendo da un presupposto: l’assunzione di responsabilità che deve connotare l’azione di governo. Serve concretezza, trasparenza ed una ritrovata efficienza.
La vicina Regione Toscana ha da poco approvato una legge che prevede una riduzione dei tempi certi di risposta delle amministrazioni pubbliche nei confronti delle richieste dei cittadini, pena una multa giornaliera all’ente. È possibile avviare un percorso simile anche in Umbria?
È uno dei nostri punti programmatici. La semplificazione normativa va attuata su un doppio binario: normativo e amministrativo. La legislazione regionale va snellita nel suo complesso; a tutto questo deve unirsi una revisione del rapporto tra istituzioni e cittadini: dovremo fornire risposte certe in tempi brevi ai bisogni dei lavoratori, delle famiglie e degli imprenditori. Questo sarà possibile solo attraverso una rinnovata cultura della responsabilità di chi amministra la cosa pubblica.
Il tessuto imprenditoriale umbro è composto soprattutto di piccole, e medie imprese, un limite ma anche una risorsa da valorizzare. Serve però la formula giusta….
Le imprese significano lavoro, ricchezza e sviluppo. Per intervenire a sostegno del sistema delle PMI occorrono politiche rapide e che valorizzino il dinamismo del settore. Sulla base della mia esperienza di Parlamentare europeo, credo sia arrivato il momento, anche in Umbria, di uno “Small Business Act”, provvedimento adottato a livello comunitario e che può essere ripreso e applicato al sistema umbro. Serve una cornice normativa che consenta alle piccole e medie imprese di semplificare i passaggi burocratici, migliorare l’accesso al credito, sfruttare al meglio i bandi europei.
Cornici normative, semplificazione amministrativa, in questo quadro complesso serve anche un rinnovamento degli strumenti di partecipazione, come ad esempio i tavoli di concertazione e lo stesso Patto di sviluppo, esperienza che ha contraddistinto il Governo della Presidente uscente Maria Rita Lorenzetti?
Di fronte all’attuale scenario la partecipazione come è stata finora concepita non può bastare. Le esperienze consolidate sono elementi che dovranno essere riorganizzati attraverso un ulteriore concetto: quello della responsabilità. Regione, associazioni datoriali, sindacati, non possono fermarsi alla concertazione. Ognuno dovrà fare la sua parte una volta esaurita la discussione. Senza dimenticare la necessità di una stretta verifica sui risultati ottenuti.
Green economy ed energie rinnovabili. Che posto occupano le politiche di sviluppo verde nel tuo programma di Governo?
Siamo arrivati ad un punto si svolta. È necessario un cambio di passo, ce lo impone l’Europa, ma soprattutto le realtà che ci circondano. Il futuro è nell’economia verde, penso al fotovoltaico, alla bioedilizia, alle altre energie rinnovabili. Occasioni per creare lavoro e ricchezza. Ma anche innovazione e ricerca, sfruttando al meglio le eccellenze presenti sul territorio. In questo stesso discorso rientra anche al mobilità sostenibile ed il tema dei rifiuti, a partire dall’ambizioso traguardo che ci siamo dati sulla crescita della raccolta differenziata.
La sanità è la più importante voce di spesa del bilancio regionale. L’Umbria è una delle regioni più efficienti, quali nuovi obbiettivi è possibile raggiungere in questo importante servizio per i cittadini?
Il sistema sanitario umbro è un vanto a livello nazionale. La rete ospedaliera è stata razionalizzata e potenziata, gli ospedali sono stati ammodernati e la qualità del servizio offerto è alta. Di certo questo non può essere un punto di arrivo. La sfida nel futuro sarà quella di potenziare maggiormente tutti i servizi all’interno di un sistema di stampo federalista che obbligherà la Regione a provvedere alle spese di gestione in maniera autonoma. Una partita che deve essere giocata con grande senso di responsabilità, perché riguarda il diritto alla salute dei cittadini.
Da donna candidata alla Presidenza della Regione Umbria quale impegno immagini di assumere sul terreno dell’affermazione dei diritti delle donne e della parità di genere?
Sono necessarie azioni concrete che riguardino le opportunità lavorative per le donne. A partire da una formazione professionale che sostenga l’occupazione femminile; una rete dei servizi forte per l’infanzia e per gli anziani; politiche di conciliazione del lavoro e delle responsabilità di cura della famiglia, sia per gli uomini e che per le donne. Dobbiamo inoltre incoraggiare l’energia positiva delle donne anche in campo imprenditoriale e nel lavoro autonomo. L’Umbria ha una tradizione di governo attenta ai diritti e agli interessi delle donna, ma è necessario continuare a lavorare per rimuovere ostacoli e disuguaglianze, soprattutto in campo lavorativo e dei redditi. Deve essere assunto un impegno importante per la creazione di centri antiviolenza, rafforzando esperienze come il Telefono Donna e tutte quelle attività volte a prevenire la violenza sulle donne e sui bambini. Ho in mente una road map per la parità di genere nella nostra regione, al fine di raggiungere gli obiettivi che l’Europa ha indicato ai governi nazionali per promuovere la piena cittadinanza delle donne.
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