Mercoledi, 17/03/2010 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Febbraio 2010
sono Caterina (detta Ketty) Nardulli, candidata in qualità di Consigliera Regionale per le Elezioni 2010 nella lista Sinistra Ecologia e Libertà, provincia di Bari.
Sono molto lieta di questa opportunità da Voi offerta a candidati come me che non hanno avuto molte altre "chiamate" per presentare la propria formazione e la propria storia.
Ho conseguito la laurea in Scienze Politiche, indirizzo Politico-Sociale, nel '96 c/o Università di Bari, riportando il max dei voti con lode; nel marzo del 2009 ho concluso il mio corso di Dottorato in "Filosofie e Teorie Sociali Contemporanee", con ottimi risultati, discutendo una tesi su "Il lavoro delle donne immigrate in provincia di Bari" e da pochi giorni sono assegnista di ricerca in Sociologia dei Processi Economici e del Lavoro con un progetto su "Conciliazione di vita e lavoro per le donne immigrate".
Dal punto di vista lavorativo, ho sviluppato una lunga esperienza come Ricercatrice Universitaria in Sociologia Generale e Sociologia del Lavoro
(collaboro ancora oggi, sia con il Dipartimento di Scienze Storiche e Sociali che con quelli Sui Rapporti e sulle relazioni Industriali - Facoltà di Scienze Politiche di Bari) e sono Cultrice della Materia in queste stesse discipline.
Gli studi da me elaborati sono sempre stati focalizzati al "genere": immigrazione femminile; violenza di genere; pari-opportunità e azioni positive...
Operativamente svolgo da lungo tempo consulenze in qualità di Sociologa c/o importanti realtà del Terzo Settore pugliese ed Enti Istituzionali. Nello
specifico, mi occupo di monitoraggio e valutazione di Servizi Sociali (Centro Antiviolenza, Pronto Intervento Sociale, Servizi per Disabili, Inserimento lavorativo di persone svantaggiate, strutture per Senza Fissa Dimora, ecc.) e di Politiche Sociali, sia a livello regionale che comunale, ovvero Povertà Sociali, Analisi dei Bisogni socio-sanitari e lavorativi, Offerta di Servizi Sociali territoriali.
Tale formazione accademica e professionale, mi ha permesso di avere una fotografia amplia e dettagliata tanto dei bisogni sociali, sanitari e
lavorativi della popolazione locale che dell'offerta dei servizi ad essi corrispondenti.
Soprattutto, ho avuto l'opportunità di registrare disfunzioni e necessità di adeguare in maniera differente l'erogazione e la qualiytà dei servizi offerti, al fine di renderli maggiormente rispondenti ai disagi emergenti: primo fra tutti è la necessità di "ascoltare" ciò che le persone, senza necessariamente operare distinzioni di genere, necessitano.
Ritengo, infatti, che occorra dare voce a chi è in prima persona attore e protagonista della propria vita e ne conosce direttamente le necessità e le
relative risposte. Pertanto, per una politica innovativa sostengo fermamente che sia necessario riprendere e/o costruire un nuovo contatto diretto con la gente, in cui il vincolo fiduciario sia la risorsa basilare di riferimento, esattamente come Antonio Gramsci ha con tanta forza e temerarietà sostenuto.
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