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Caso Paul Haggins e il festival di Ostuni “Allora Fest”

Caso Paul Haggins e il festival di Ostuni “Allora Fest”

Quello che mi sconcerta è che la presunta violenza sia considerata come un fatto privato

Domenica, 10/07/2022 - Paul Haggins, quasi settantenne regista e sceneggiatore di origine canadese, alla fine di Giugno è stato accusato formalmente di un reato gravissimo: violenza sessuale aggravata nei confronti di una trentenne inglese, mentre si trovava ad Ostuni per la rassegna cinematografica dal titolo “Allora Fest”.
Cercando la notizia su Internet mi imbatto nelle dichiarazioni che in conferenza stampa ha rilasciato il vicedirettore della rassegna, Giovanni di Blasio: “Il festival va avanti, abbiamo massima fiducia nella Magistratura. È una vicenda privata che riguarda un uomo e non l’organizzazione”. (IL fatto quotidiano 22-6-2022, caso Paul Haggins, il festival va avanti ma senza di lui).
Questa dichiarazione mi lascia fortemente l’amaro in bocca, anche perché la presunta vittima di stupro in aeroporto è stata vista in “stato confusionale” dal personale aeroportuale e dalla polizia. La donna avrebbe così spiegato l’accaduto e subito sarebbe stata soccorsa facendo scattare il “codice rosa” per le vittime di violenza.
Chiaramente lasceremo fare il suo corso alla Magistratura, ma è un dato di fatto che si sia attivato il Codice Rosa. Quello che mi sconcerta è che la presunta violenza sia considerata come un fatto privato che riguarda un uomo. La violenza nei confronti di una donna non è mai solo una offesa privata, è anche un fatto pubblico, è una offesa verso la persona e anche verso una intera comunità che è stata privata di diritti, di tutela, di messaggi di pace, tolleranza, rispetto verso la persona e il suo corpo. Come si può parlare di un fatto privato di un uomo se ci troviamo di fronte ad un evento che amplifica i comportamenti umani, ne esporta valori, rende i suoi messaggi universali come il cinema e le sue immagini sanno fare. Diventa anzi un momento per prendere posizioni, per rendere politica una azione e fare in modo di rispondere che: se toccano una respondemos todas.
Non immaginavo, quando a Maggio avevo notato l’istallazione di una panchina rossa all’aeroporto di Brindisi, che quella panchina sarebbe stata un richiamo, una forza per chi si trova in difficoltà, per chi si è sentita lacerata nell’anima e nel corpo e pensa che forse in quel luogo, può trovare conforto, può essere accolta e creduta. Bene ha fatto la società Aeroporti di Puglia che nella giornata internazionale contro la violenza di genere nel Novembre 2021 ha istallato a Bari e Brindisi 2 panchine rosse. E non certo la società ha pensato che la scelta della istallazione fosse un fatto privato ma al contrario ha pensato di dare forte visibilità collettiva a temi di alto valore sociale. E ha fatto centro, ne diamo merito. A Maggio mi sono seduta su quella panchina rossa insieme a una signora di passaggio. Abbiamo commentato positivamente l’iniziativa non sapendo che in seguito quella panchina avrebbe dato forza ad altre donne di non stare in silenzio. Mai. Aspettiamo le udienze sul caso con molto interesse.
Elena Manigrasso

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