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Casa delle Donne Lucha y Siesta - Sportello Donna h24 Ospedale San Camillo Forlanini

Casa delle Donne Lucha y Siesta - Sportello Donna h24 Ospedale San Camillo Forlanini

Commissione delle Elette, Roma Capitale - Lucha y Siesta, un bene comune inalienabile. Lo sportello h24 contro la violenza alle donne nel più grande ospedale italiano, il San Camillo Forlanini

Lunedi, 14/05/2012 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Giugno 2012

Casa delle Donne Lucha y Siesta
un bene comune inalienabile

 

L’attività sociale che svolge l’Associazione Lucha y Siesta è da considerare “insostituibile” poiché offre assistenza a donne di “varie etnie che lavorano come colf e badanti, oltre ad ospitare donne vittime di violenza consentendo loro di tenere con sé i propri figli”. Così recitano alcuni passaggi dell’Ordine del Giorno (collegato alla proposta di delibera 32/2012) firmato da Monica Cirinnà e da Gemma Azuni in quanto componenti della Commissione delle Elette, ponendo all’attenzione dell’Assemblea Capitolina la questione della Casa delle Donne Lucha y Siesta. L’obiettivo dell’OdG - e dei relativi emendamenti - è di revocare l’autorizzazione ad Atac Spa e Atac Patrimonio per la cessione dell’immobile e di acquisirlo da parte di Roma Capitale. Questo scongiurerebbe una volta per tutte il rischio di perdere lo stabile ormai diventato un punto di riferimento nel quartiere per attività di grande utilità sociale. Dopo anni di abbandono l’edificio di Via Lucio Sestio, di proprietà dell’Atac, è stato recuperato dall’Associazione Lucha y Siesta, che fin dal 2008 ne ha fatto una casa comune aperta all’ascolto e all’accoglienza dei disagi sociali del quartiere (e non solo) con particolare attenzione alle donne. Si tratta di un servizio pubblico autogestito che non si può rischiare di perdere a causa delle dismissioni avviate dall’Azienda di Trasporto Comunale per ripianare i debiti. Attualmente nella Casa delle Donne Lucha y Siesta sono ospitate donne che non saprebbero dove andare a vivere, vittime di violenza o di pesante esclusione sociale. Il progetto che l’associazione persegue è quello di accompagnare queste donne verso la possibilità di inclusione sociale e verso una dimensione di emancipazione e autonomia mediante percorsi di produzione di reddito. Nei locali, infatti, è ospitata una sartoria e una volta al mese è organizzato un mercatino per la vendita dei prodotti realizzati. Dopo 4 anni di attività, la capacità di autogestirsi delle donne e da Lucha y Siesta è ampiamente dimostrata, ora sta alle istituzioni saper valorizzare queste competenze e buone pratiche.



Sportello donna h24 all’Ospedale San Camillo Forlanini
Un’esperienza che non può finire

La cooperativa BeFree ha tenuto aperto h24 uno sportello donna nel Pronto Soccorso del più grande ospedale italiano, il San Camillo Forlani. In due anni sono state seguite 700 donne (13% impiegate, 10% colf, 6% badanti, 9% pensionate, 6% studentesse) di cui il 58% italiane e il 15% dell’Europa dell’est; il 58% delle donne sono sposate o conviventi e il 13% è separata o divorziata; la stragrande maggioranza dei violenti sono italiani (54,5%) di tutte le categorie professionali (operai, impiegati, professionisti e piccoli imprenditori) e agiscono ripetutamente nell’89% dei casi, per mezzo di violenza economica nel (45%), molestando (23%), stuprando (16%), segregando o sequestrando (18%). Questo fenomeno drammatico e così ampio “trova il suo terreno ideale di coltura nel silenzio omertoso di chi sa, ma tace, e di chi, terrorizzato, subisce cucendosi la bocca e il cuore”. Con queste premesse l’ordine del giorno collegato alla proposta di deliberazione n. 31/2012 firmato da Monica Cirinnà e Gemma Azuni spiega l’importanza dell’esperienza di BeFree che “ha scelto di far nascere il suo Sportello Donna h24 proprio dove va la donna dopo un episodio di violenza”, cioè il Pronto Soccorso. “Questo ha permesso di offrire opportunità di affrancamento da situazioni di violenza ad un grandissimo numero di donne che, nella quasi totalità, non sarebbero ricorse ad un Centro antiviolenza, ma che si sono giovate dell’incontro con le operatrici nei locali stessi dell’Ospedale”. Ora l’esperienza rischia di finire perché da ottobre è scaduta la convenzione con l’Ospedale, mentre le donne continuano a rivolgersi allo Sportello, dove le operatrici “contiuano a prestare servizio, ma senza percepire salario”. L’obiettivo dell’OdG è impegnare l’assemblea Capitolina e il Sindaco a fare in modo che sia rinnovata la convenzione dello Sportello h24 a tutela delle donne vittime di violenza e che il Comune destini risorse economiche nel Bilancio Previsionale 2012/2014.





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