Carta diI Ottawa, sanità pubblica e controllo della prorpia salute
Salute Bene Comune - Una sanità pubblica sostenibile deve fare i conti con l’eccesso di trattamenti diagnostico-terapeutici. ...
Michele Grandolfo Domenica, 05/07/2015 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Luglio 2015
Una Sanità Pubblica sostenibile nel 21esimo secolo deve necessariamente fare i conti con la deriva divenuta sempre più drammatica dell’eccesso di trattamenti diagnostico-terapeutici.
È sempre più pesante la pressione dell’industria del farmaco e dei presidi sanitari per espandere il mercato molto al di là di quanto sarebbe necessario per soddisfare i bisogni di salute. I mediatori di tale pressione sono i professionisti sanitari anche se tra loro si va diffondendo una consapevolezza nuova di resistenza a tale pressione, a livello internazionale e anche in Italia. Il caso emblematico è rappresentato dall’uso sconsiderato degli antibiotici, che ha prodotto una diffusione planetaria dell’antibiotico-resistenza.
Sono evidenti gli enormi interessi in gioco. Ma la prescrizione di trattamenti diagnostico terapeutici non appropriati o inutili e sempre dannosi richiede due condizioni.
In primo luogo non deve essere permessa una seria valutazione degli esiti di salute in ogni comunità, anche se in assenza di valutazione si favorisce lo sviluppo della corruzione in tutte le sue articolate forme che sempre più frequentemente assurgono agli “onori” della cronaca. Se gli sprechi si mangiano un terzo del bilancio dedicato alla sanità la corruzione ne assorbe un altro 5%.
In secondo luogo è necessario che le persone siano sospinte in una condizione di dipendenza, di senso di incompetenza, di assenza di capacità autonoma di controllo del proprio stato, con il paradosso di vedersi colpevolizzate nel meccanismo perverso del biasimo delle vittime. L’inaccettabilità di tutto ciò appare evidente appena si riflette che le risorse pubbliche derivano dalle tasse e il corrispettivo delle tasse non sono semplicemente servizi, che comunque si vanno riducendo, ma qualità misurabile con opportuni indicatori.
Strategie operative di promozione della salute, nel senso della Carta di Ottawa, finalizzate all’aumento della capacità di controllo autonomo della propria salute da parte delle persone e delle comunità sono la chiave di volta per porre un freno alla deriva attuale verso il sostanziale smantellamento della Sanità Pubblica.
Le sezioni di popolazione più disponibili a rimettere in discussione i meccanismi di controllo e a rivendicare l’autonomia nel controllo di sé sono le donne e l’età evolutiva perché sperimentano cambiamenti di cui si ha contezza ed è proprio nei cambiamenti che è più facile rimettere in discussione gli stereotipi eacquisire nuove competenze e consapevolezza.
In particolare il percorso nascita è certamente la circostanza più favorevole per la promozione della salute. La medicalizzazione della nascita si può considerare il tentativo di recupero del controllo sul corpo delle donne (e da qui che bisogna partire per avere il controllo sui corpi di tutte e tutti) dopo la sovversione del movimento delle donne degli anni settanta del secolo scorso (il corpo è mio e lo gestisco io). L’inappropriatezza è particolarmente odiosa visto che si ha a che fare prevalentemente con la fisiologia e le ostetriche dovrebbero avere un ruolo dominante nell’assistenza (intesa come empowerment) .
Ecco a cosa servono i consultori familiari visti alla luce del Progetto Obiettivo Materno Infantile. Ecco perché i consultori familiari sono i pilastri di una sanità pubblica sostenibile nel 21esimo secolo.
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