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Carpi e l'assessora 'punita'. Lettera aperta di Isa Ferraguti

Carpi e l'assessora 'punita'. Lettera aperta di Isa Ferraguti

Il caso di Miria Ronchetti, assessora dimissionata dal sindaco per una frase su facebook sollecita alcune riflessioni

Venerdi, 09/04/2010 - Lettera aperta

CARPI, L’ASSESSORA ‘PUNITA’ E LA DEMOCRAZIA MORTIFICATA



Questi i fatti. Miria Ronchetti, l’ottima assessora alle politiche sociali di Carpi, la mia città, pubblica questa frase su facebook "Mi viene un pensiero molto cattivo: ma non è che i preti non vogliono l'aborto perchè vogliono tanti bambini a loro disposizione?" Si rende conto della gravità dell’affermazione e la cancella rapidamente divulgando al tempo stesso una lettera di scuse. Non basta: dichiara di essere pronta a dimettersi, se necessario. Il sindaco, un giovane ed efficiente primo cittadino al secondo mandato, invece di rifiutare le dimissioni e accogliere le scuse pensa bene di toglierle le deleghe. Insomma la caccia via, scegliendo la strada della ‘punizione esemplare’. Su tale scelta non si sono registrate reazioni né all’interno del PD e neppure da parte delle donne. Tanta concordia è sospetta, mi preoccupa e mi rattrista per varie ragioni.

Intanto non va sottovalutato il contesto in cui il commento, benché infelice, è maturato. Abbiamo tutte le gerarchie ecclesiastiche all’attacco della RU486 e della 194 in un’alleanza preoccupante con settori cospicui di partiti e uomini sempre più potenti in questo Paese (penso ad esempio alle dichiarazioni del governatore Cota), un clima complessivamente sempre più offuscato anche dallo scandalo della pedofilia nella Chiesa, questione sulla quale le donne sono particolarmente attente e sensibili visto che sollecitano i figli o li accompagnano addirittura nelle parrocchie pensandoli lì in luoghi sicuri e al riparo dai mali del mondo. Difficile mantenere la calma, tra l’altro, se i massimi esponenti della Chiesa paragonano gli attacchi al Papa all'Olocausto. Inoltre gli uomini che rivestono alte cariche istituzionali (dal Presidente del Consiglio a vari Ministri) non ci risparmiano battute da caserma che spesso ottengono ‘l’onore’ delle prime pagine nel mondo per trivialità o pericolosità. Puntualmente, ormai lo abbiamo imparato, arriva la precisazione che ci illumina: non sono loro che hanno detto quello che hanno detto (e che è stato registrato da decine di videocamere), sono gli altri (cioè il mondo) che non hanno capito.

Ebbene, in un Paese che straparla e che ogni giorno digerisce tutto questo accade che un’assessora (nonostante le sue capacità amministrative siano riconosciute anche dal sindaco) paghi un prezzo per una leggerezza cui lei stessa aveva tempestivamente posto rimedio. In un Paese in cui neppure i preti pedofili si pentono, le scuse di una donna intelligente e fattiva non hanno avuto valore così come il suo impegno in difesa delle donne e dei loro diritti, noto a tutti in città, che svolgeva insieme ad altre avvocate come volontaria. Ecco l’altro aspetto, amaro, della vicenda: il silenzio delle donne e – particolarmente assordante – il silenzio di quelle politicamente impegnate a partire dalle consigliere comunali del PD. Nessun sostegno, nessuna solidarietà. Conformismo, quieto vivere, speranza di prendere quel posto... oppure? Penso, con profonda rabbia, che se come donne abbiamo perso la capacità di difenderci ed aiutarci, siamo infinitamente più deboli e vanifichiamo le fatiche che il nostro cammino di emancipazione ha richiesto. Penso che se non abbiamo coraggio perdiamo tutte e perdiamo la forza e l’autorevolezza necessarie a costruire un mondo migliore. La mia è una riflessione a voce alta e intende essere un contributo ad un dibattito che mi sembra sempre più impellente nella politica, e prima di tutto nel PD.

Isa Ferraguti

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