In ricordo di Andrea Barbato - Una lettera mai spedita ma ancora valida
Mirella Caveggia Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Marzo 2006
A dieci anni dalla morte di Andrea Barbato, un professionista di eccezionale finezza, Noidonne pubblica una lettera che la nostra amica e giornalista Mirella Caveggia scrisse nel 1989, ma che non fu mai spedita. Per nulla appannati, oggi i pensieri di allora ci sembrano aver mantenuto intatto il profumo del rispetto profondo per l'uomo e la sua onestà intellettuale, merce sempre più rara.
Torino, 12 dicembre 1989
Gentile Dott. Andrea Barbato,
in risposta alle missive che Lei spedisce puntualmente ogni sera da RAI 3, la cartolina mi permetto di inviarglieLa io, a nome di un gruppo molto nutrito di Suoi estimatori.
Non riusciamo a seguire tutti i messaggi che Lei indirizza a protagonisti, responsabili, prominenti, sordi e latitanti, insomma a tutti i malcapitati che attirano la Sua attenzione pungente e garbata. Ce ne rammarichiamo.
Le assicuro però che appena possibile, percorriamo la Sua cartolina fino all’ultima riga. Lei è un ottimo interprete : col metodo, la misura e la diligenza di un ragioniere, ma anche con la tecnica consumata del buon giornalista, Lei esprime le nostre confuse indignazioni, attinge dal magma degli eventi spunti inesauribili, filtra abilmente abusi, soprusi, superficialità, intemperanze, inettitudini, stupidaggini, costumi e malcostumi, regalandoci al tempo stesso, dieci minuti a sera di interludio gustoso. Ci diverte l’idea che fra i soggetti che contano qualcuno si becchi le Sue bacchettate e qualcun altro tragga un sospiro di sollievo leggendo che il destinatario della Sua cartolina è un altro; malignamente lo immaginiamo congratularsi con Lei per la Sua abilità e con se stesso per aver sviato i Suoi corrosivi e garbatissimi strali. Che poi garbati sono solo nella forma, perché danno giù di brutto e di malumori ne devono creare. Ammiriamo la Sua precisione. Lei incide come un laser; nemmeno Guglielmo Tell - l’eroe di elvetica memoria ed esattezza - avrebbe centrato con tanta maestria nel segno. Siccome quei frammenti di piccole indegnità compongono uno specchio sconfortante della nostra epoca, ci era venuta la tentazione di suggerirLe di aggiungere al Suo affresco qualche pennellata di ottimismo e di segnalarci tutti i giovedì una buona azione. Poi abbiamo visto che l’esigenza di allentare la morsa del cattivo esempio è venuta anche a Lei, quando ha portato alla ribalta il riconoscimento accademico di Luigi Aloè, l’assistente di Rita Levi Montalcini. Così non se ne parla più. Quando Lei viene a farci visita, noi abbiamo appena allentato le tensioni che ci hanno più o meno sostenuti durante queste giornate appesantite dal marchio invernale. I nostri sensi di colpa mordono il freno e le nostre debolezze affiorano : proprio in quel momento Lei estrae dal quadro della nostra attualità il simbolo prescelto, lo schiaccia fra i vetrini del Suo microscopio implacabile e ci domanda sorridendo se anche noi non siamo responsabili dei piccoli e dei grossi misfatti che punteggiano il nostro vivere di tutti i giorni. Di quelle pecche e di quei difetti che Lei addita con discrezione, finiamo per sentirci qualche scheggia addosso. E’ vero che vedendoceli scorrere davanti mentre Lei li evoca, in un certo senso noi allontaniamo e rinneghiamo i nostri peccati, ma Lei ci costringe amabilmente a richiamarli e farne oggetto di riflessione. Risposte mancate, pressappochismi, flussi di inefficienza e di individualismo: questa voragine l’abbiamo scavata anche noi che, davanti alle Sue disquisizioni irridenti e salottiere, stiamo consumando il pasto senza che ci assalga la nausea. Sappiamo che la miniera delle Sue ispirazioni, cortese e simpatico amico, è inesauribile e speriamo che la Sua voce che ogni sera da via libera ad un commento, continui ancora a stimolarci. Comunque sia, un ringraziamento glielo dobbiamo : con quel Suo linguaggio esente da involuzioni Lei ci porge verità sacrosante e ci fornisce spunti preziosi per osservare dentro e fuori di noi. E ci diverte.
Mi fermo qui per non entrare nel campo minato dell’adulazione e per non attirare una delle Sue tirate d’orecchi.
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