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Carla De Bernardi, l'arte dell'immagine.

Carla De Bernardi, l'arte dell'immagine.

Carla De Bernardi è una famosa, quanto intraprendente artista dell'immagine. Fotografa di spessore e grande lungimiranza, è nata ad Alessandria d'Egitto ed ha trascorso la propria infanzia a Parigi, fino a trasferirsi in seguito a Milano.

Sabato, 04/02/2012 - Carla De Bernardi è una famosa, quanto intraprendente artista dell'immagine. Fotografa di spessore e grande lungimiranza, è nata ad Alessandria d'Egitto ed ha trascorso la propria infanzia a Parigi, fino a trasferirsi in seguito a Milano.



Il suo studio di fotografia, nella "capitale della moda", è divenuto ben presto un punto di riferimento per molti artisti anche grazie al nome che è riuscito a diffondersi, attraverso la bravura ed il talento della sua fondatrice.



Carla De Bernardi, infatti ha realizzato servizi fotografici per numerose aziende, agenzie, studi professioanli internazionali da Naj Oleari a Terme di Sirmione, da Banco Ambrosiano Veneto a Publicis, da Heidrick & Struggles a Korn & Ferry e per l’Associazione “Amici della Scala” di Milano. Ma non solo, perché Carla ha intrapreso anche la carriera di scrittrice e reporter, pubblicando alcuni libri molto interessanti per Ugo Mursia Editore.



Un onore per me intervistarla per conoscerla meglio e per chiederle della sua incredibile carriera sempre in ascesa.



Ciao Carla, ti rinnovo i miei ringraziamenti per esserti prestata alle mie interviste e alla possibilità di permettermi di conoscerti meglio.

Vorrei chiederti innanzitutto da dove comincia la tua passione per l'arte dell'immagine e quali ricordi hai dei tuoi esordi in tal campo.

RISPOSTA:

La mia passione nasce quando ho deciso di abbandonare gli studi di medicina, ero già al quarto anno pensa che incosciente, rendendomi conto di non essere adatta a quel lavoro che è una vera missione e che per il mio carattere era troppo faticoso … non riuscivo a stare in contatto così stretto con la malattia e la sofferenza, mi sentivo una vigliacca ma ho preferito smettere e così mi sono presentata in uno studio fotografico e ho cominciato a fare il “garzone di bottega”, come scrivo nel mio romanzo …

”Si era presentata al mattino dopo all’entrata di un grande studio sotterraneo, misterioso e oscuro, pieno di magiche attrezzature. Lampade al tungsteno, flash elettronici, cavalletti, diffusori, riflettori, fondali di cartone colorato, gelatine dai mille colori e macchine fotografiche di tutte le misure tra cui una splendida Sinar di cui Clara si era subito innamorata.

Aveva un soffietto di cuoio e per scattare le fotografie bisognava nascondere la testa sotto un pesante panno nero.

E poi una camera oscura che sembrava la bottega di un alchimista e una libreria piena di libri sulla fotografia, sull’arte e su paesi lontani.

Lo studio verso sera si riempiva di amici che arrivavano senza preavviso per chiudere la giornata con un bicchiere di vino e quattro risate…”.



Un periodo della mia vita straordinariamente fertile e felice …



Quando hai aperto il tuo studio di fotografia a Milano? E quale campagna pubblicitaria ti è rimasta più nel cuore?

RISPOSTA:

L’ho aperto nel 1982, dopo aver lavorato per un paio d’anni per il grande architetto Vittorio Gregotti, come addetto stampa, archivista e fotografa, anni molto belli anche quelli … ma dieci anni dopo ho deciso che non mi serviva più uno spazio limitato, che se occorreva potevo noleggiare uno studio, a Milano e ovunque mi chiamassero e ho allestito una casa - studio ma senza sala di posa. Uscirà a breve un servizio su "Casaviva", penso proprio nel numero di Marzo, tenetelo d’occhio … con le foto di una bravissima fotografa che amo molto per come tratta i luoghi, la luce, gli oggetti. Denise Bonenti.



So che curi l'immagine di molti hotel e che ne diffondi la bellezza, l'organizzazione, la preparazione attraverso i tuoi servizi. Di solito qual è il fattore principale nella cura dei dettagli per tale tipo di "incarico"?

RISPOSTA:

Capire prima di tutto, poi rispecchiare la realtà per non fornire un’immagine falsa e quindi controproducente e far emergere il “genius loci” che negli alberghi è fortissimo perché sono luoghi intrisi delle storie di tutti coloro che li attraversano, sono un po’ come i porti di mare con le loro taverne … cercare di far desiderare a chi guarda le immagini di correre lì, di sedersi al bancone del bar, di dormire in quei letti, di passeggiare in quei giardini al tramonto … sarà perché quando sono nata ad Alessandria d’Egitto i miei genitori vivevano all’Hotel Cecil, un albergo di Alessandria d’Egitto con una storia stupenda, che ha ospitato Ivory, Kavafis, Somerset Maugham, Winston Churchill, e pensa un po’, Al Capone! Sede dell’Intelligence britannica nella seconda guerra mondiale, teatro delle gesta amorose di Justine nel Quartetto di Alessandria di Durrell, una costruzione affascinante in stile moresco, affacciato sulla Corniche e sul porto … leggendaria, davvero. Deve essermi entrato in circolo l’amore per gli hotel e le loro atmosfere, le emozioni che sanno sucitare, il mistero persino a volte, di ciò che accade dietro alle porte, nelle hall, nei corridoi. Pensa ai film ambientati negli alberghi o ai romanzi …



Passiamo ora alla tua carriera letteraria. Hai scritto e pubblicato per Ugo Mursia Editore dal 2010 i seguenti libri: "Contare i passi", nel 2011 l'opera "Tutte le strade portano ad Assisi" ed infine ora in uscita "Qualche lontano amore". Parlaci brevemente delle tue opere.



RISPOSTA:

Sono tre diari di viaggio … i primi due descrivono lunghi cammini a piedi attraverso l’Italia e l’Europa per raggiungere mete come Santiago e Assisi, ma da “pellegrina laica” come mi definisco, una camminatrice, una viandante che ha un grande rispetto e un po' d’invidia per chi crede e che cerca di coltivare la sua spiritualità e il suo bisogno di assoluto ma non riesce a fare un vero “atto di fede” e allora si guarda intorno cercando il divino nella natura, nell’arte, nel suo prossimo ... ”ama il prossimo tuo come te stesso …” e soprattutto nel suo cuore.

Il terzo è un viaggio nell’anima di una donna che ripercorre a tappe la sua esistenza a partire dal bisogno infantile di fare sempre quello che gli altri le chiedono per paura di non essere amata alla rivelazione lenta e faticosa ma piena di luce e di bellezza che è importante essere fedeli a se stessi e non rinunciare a una parte di sé per compiacere gli altri. Questo vale soprattutto nei confronti di Juan, un amore “proibito” che la protagonista riesce a trasformare da “gabbia sentimentale” a scelta di sincerità e di libertà … con un finale che lascia aperte molte possibilità.



Grazie per la tua cortese attenzione e ricordiamo agli amici di internet che è possibile visitare il tuo curatissimo e bellissimo sito ufficiale all'indirizzo: www.carladebernardi.it .



Grazie a te Tiziana e a chi mi farà l’onore di leggere i miei libri e che invito se hanno qualcosa da dirmi a scrivrmi al mio indirizzo e-mail: carladebernardi@yahoo.it. Un abbraccio a tutti e come diciamo noi camminatori: “Buen Camino en la vida”.







Tiziana Iaccarino.

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