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Carla Accardi al Museo del Novecento di Milano

Carla Accardi al Museo del Novecento di Milano

E' visitabile sino al 27 giugno del prossimo anno "Contesti", mostra monografica di Carla Accardi

Venerdi, 16/10/2020 - Una settantina di opere, tra dipinti, sicofail e installazioni, oltre a diversi materiali di documentazione restituiscono, in un percorso articolato in sei sezioni allestito a Milano presso il Museo del Novecento, l’essere e l’agire di Carla Accardi, artista grande rilevanza.
Carla, nata a Tripoli nel 1924, dopo la maturità classica frequenta l’Accademia a Palermo e a Firenze per trasferirsi poi a Roma. Nel 1947 firma, insieme a diversi artisti, tutti uomini, il manifesto di Forma 1 nel quale si dichiara “Noi ci proclamiamo formalisti e marxisti”; espone in numerose collettive. Nel 1948 espone un’opera astratta alla Biennale di Venezia. Si sposa con Sanfilippo nel 1949, nasce la figlia Antonella.
Nel 1964 alla 32 edizione della Biennale ha una sala personale con la presentazione di Carla Lonzi.
Docente di Educazione artistica nella scuola media nel 1971, viene destituita dall’insegnamento per avere: “distribuito in classe un volantino intitolato Rivolta femminista ispirato alle tesi più avanzate del movimento femminista e nel quale sono contenute espressioni gravemente lesive alla morale, con uno specifico e sottolineato incitamento al rovesciamento dei sessi”.
Nel 1976 espone a Roma, nella cooperativa di via Beato Angelico, fondata con altre dieci artiste, l’ambiente Origine.
Le tre tende, un documentario sul lavoro di Carla a cura di Anna Zanoli, recentemente scomparsa, viene trasmesso dalla RAI nel 1979.
L’uso sapiente del colore permette a Carla Accardi di realizzare opere astratte nelle quali si percepisce l’influenza di un colore rispetto ad un altro collocato vicino così come l’influenza di colori diversi rispetto ad una dimensione analoga; colori uguali appaiono differenti così come diverse appaiono forme identiche. Una sapienza che si esplicita anche nelle opere in sicofail (plastica trasparente) dipinto, nelle tende come nelle opere a parete e che si permette di giocare con l’ombra che le pennellate su supporto trasparente producono sulle pareti e nell’ambiente.
''Mi metto a terra e faccio dei segni non nero su bianco, che sarebbe scrittura, ma bianco su nero'', dice a proposito delle sue opere che, ad un primo momento, appaiono come fotocontatti mentre si tratta di pura pittura segnica.
Nell’introduzione di Carla Accardi a Superiore inferiore, del 1971 la frase conclusiva mi è parsa particolarmente significativa, la riporto integralmente: “Allora è bello che quando una di noi pensa una cosa la comunica mentre la fa, invita le altre a farla con lei. In conseguenza delle relazioni si stabilirà un particolare tipo di intesa diverso ogni volta e da questo scaturisce un salto dell’autocoscienza e naturalmente uno spostamento dei pilastri dell’ordine oppressivo maschile costituito. Inoltre siccome l’autocoscienza si esplica con l’espressione di sé e non con la discussione, preparare un’azione degenera nella discussione e questo, si è constatato che fa scadere il convincimento e l’emotività necessarie alle donne per operare quello spostamento di cui sopra”.




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