Cara la mia città, il sindaco se ne va e le donne sono come gli elefanti
Questa mattina è arrivata la formalizzazione delle dimissioni di Stefano Bandecchi, sindaco di Terni solo per i prossimi 20 giorni. Quelli che devono decorrere per scongiurare un dietro front.
Venerdi, 09/02/2024 - Cara la mia città,
se davvero dovessimo aver avuto la fortuna che le contingenze seppur poco nobili di un diverso interesse politico abbiano allontanato il sindaco dalle amministrazioni della nostra città.
Se tutto questo non dovesse risolversi in una bolla, l’ennesima, di squallore spacciato per ironia. Se avessimo questa grazia a così pochi ma intensi mesi di insediamento: cogliamola.
Riflettiamo su quello che è stato avere per sindaco un “uomo normale”.
Mentre il centro cittadino ha preso la forma di un parco tematico che cambia spoglie ogni due settimane e quasi a risonanza di una bizzarra metafora risuona musica mediocre in ogni angolo del centro. Notiamo come invece si sono spente le luci sulle periferie, o meglio, non si siano minimamente accese rispetto alle già fioche lanterne delle amministrazioni precedenti. Se necessario l’esempio pratico.
L’amministrazione dimissionaria non sia quella meteora immobile e ingessata che è passata e forse tornerà.
Registriamola nella memoria come l’effettiva stoccata atomica alla dignità delle donne che è stata.
Ci sono delle parole che per forza di cose entrano in una sorta di ritorno perpetuo nella mente di una donna, come a ricordare quanto ancora c’è da fare:
"Un uomo normale guarda il bel culo di una donna e forse ci prova anche. Poi se ci riesce se la tromba anche. Se non ci riesce, invece, torna a casa".
Penso alla piazza che si è mossa a Terni sabato 25 gennaio, una piazza nutrita e femminista vista anche la presenza del collettivo storicamente insidiato in città. Una piazza efficace.
Penso che i femminismi arginano espressioni massime di machismo incontrollato che, a valle del deserto politico che nessuno assolve, in tempi oltremodo infausti trovano spazio.
E penso che la notizia di questa improvvisa inversione, giunta in un giovedì grasso più simpatico del solito, sia davvero una bella notizia.
Avere a che fare con il potere non è un gioco da ragazzi (il maschile è sovraesteso, sì). È una cosa che ha a che fare con la propria percezione di sé nel mondo. Un tipo particolare di percezione che alle donne non è mai stato dato di poter arrotondare per eccesso e che all’uomo invece è data per eccesso come dote alla nascita.
Forse è anche per questo che le donne non bramano, ma organizzano.
E noi donne siamo come gli elefanti non dimentichiamo. Meno venti…
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