Maria Carla Baroni - Un'opera sostanziata da un contenuto finalmente schierato, dall’impegno politico, dalla militanza sindacale e dai problemi sociali ed ecologici della propria città
Benassi Luca Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Giugno 2006
Il Novecento è stato caratterizzato da un pensiero poetico che ha messo in crisi la funzione e la capacità della poesia di dire e interpretare la realtà. Non è un caso che il contenuto delle opere in versi abbia perso importanza rispetto al linguaggio, e che la critica militante abbia passato gli ultimi quarant’anni a riflettere quasi esclusivamente su quest’ultimo, il linguaggio, sulla sua crisi e sui tentativi più o meno riusciti di rinnovamento. In questo contesto la critica ha formulato il concetto di “pensiero debole”, di una poesia cioè non sorretta da un’ideologia, sia essa politica, religiosa, filosofica o solamente estetica, ma ormai deragliata nel discutere di se stessa. Il discorso porterebbe lontano, ma è in questo panorama che stupisce un’opera poetica, quella di Maria Carla Baroni, che è invece sostanziata da un contenuto finalmente schierato, dall’impegno politico, la militanza sindacale e i problemi sociali ed ecologici della propria città. Un tipo di poesia questa, che si potrebbe definire civile, che tocca le corde profonde dell’animo esplorando, accanto al mondo politico, quello del sentimento, dell’amore di una vita, e della natura (“le quinte di pioppi”) che a questo fa da sfondo. Ecco allora nascere testi sensuali, fatti di energia, che incantano il lettore con la semplicità e la brevità di certi haiku giapponesi. È forse questa la Baroni migliore che ci svela, libera dalle ansie dell’ideologia e della retorica, il senso profondo di essere donna.
Maria Carla Baroni, nata a Milano nel 1940 dove vive e lavora, è da decenni impegnata in politica e da qualche anno anche nel movimento delle donne. Curatrice del volume “domanda abitativa e recupero della città esistente: verso il nuovo piano casa” (1987), ha pubblicato numerosi articoli e saggi inerenti la città e il territorio. Collabora al settimanale “La Rinascita della sinistra” e al bimestrale “Odissea”. In poesia ha pubblicato “Canti del divenire” (2002), che ha vinto il primo premio per il libro di poesia edito al Premio Letterario Internazionale Europa; “Canti di amore e di lotta” (2003) e “Millenni di minuti” (2005), che ha vinto il primo premio per una poesia inedita al Premio Città di Torino, e che è stato presentato a Roma il 5 giugno presso la libreria Liber.Mente, in Via del Pellegrino, 94.
(16 giugno 2006)
Da Canti del divenire (2002)
***
Vorrei un poco dormire
nel mare del nulla
essere libera
come la voce del vento
che passa negli alberi
e sale nel cielo lontano
nel silenzio
che ammanta l’universo
***
Vorrei vederti ogni tanto
parlare con te di mille cose
un po’ sul serio e un po’ per gioco
camminare per strade
di raggi intrecciati
tra bagliori di rinascenti speranze
sentire insieme anche i momenti
in cui la vita dei militanti
sembra arenarsi su inutili secche.
Da Canti di amore e di lotta (2003)
Pianura d’estate
Assolata arsa attonita pianura
nelle lunghe giornate di luglio
sotto il cielo latteo di calura.
Volantinare
Volantinare
per una città meno inquinata
nevrotica e mortale
alle fermate dei tram
la sera
è per un momento guardare
visi spenti
di stanco opaco patire
di monotona sorte subita.
È lanciare un sorriso
un messaggio di speranza e di lotta
di cose che si potrebbero fare.
Volantinare l’otto marzo
è ricevere un po’ di sorrisi
qualche guizzo di interesse
alcuni “no grazie”
“…ma è per le donne…”
“ormai…”
Finita l’età del sesso e dei figli
alcune non si sentono più donne
e una mi ha detto:
“non so leggere…”.
Da Millenni di minuti (2005)
Città iridate
Città di finestre fiorite
di bandiere iridate
sorrisi di pace
contro la follia di profitto
di un presidente petroliere
invasato
e dei suoi servi sciocchi
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