Giovedi, 15/07/2021 - “Tre piani”, di Nanni Moretti, come ormai ben si sa, è l’unico film italiano selezionato per la competizione principale del Festival di Cannes ed ottimo è il successo che, anche quest’anno, come sempre, i francesi gli tributano, da essi apprezzato, con molto affetto, da moltissimi anni.
Ma l’Italianità – con un pizzico di campanilismo altrettanto affettuoso come Oltralpe – è esplicata da sempre nel nostro cinema con l’uso delle lingue dialettali che, a profusione, ricchissime, piene di significati e significanti, percorrono la nostra penisola.
Non si vuole picchiare il tasto del Neorealismo – facile sentiero per questo splendido ed unico mezzo di comunicazione che è il ‘sermo familiaris’ / la lingua di casa, intima, unica, piena di espressioni peculiari ed inimitabili – basterà pensare solo ad Antonioni ed al suo primo cortometraggio “Gente del Po” (1943/47) glossato da frasi in lingua dialettale ferrarese o a quello che fu “L’amore molesto”, opera seconda di Mario Martone presentata a Cannes in concorso nel 1995, recitata in napoletano antico tanto da aver bisogno dei sottotitoli in italiano per veicolare in patria.
Oggi se si sente una frase come “Te come l’hai saputo? – Io so ’n sacco de cose», si capisce subito di cosa si sta parlando e ‘chi’ lo sta dicendo. Qualcosa di simile accade anche con “Pcché non m’è cercàt?”, oppure “A ruppisti a porta?! T’ammazzu, Pè!”. Perché il cinema è il linguaggio della Settima Arte, quella che tutte le contiene e, in questi casi così specifici, tratti da "Suburra", "L’amica geniale" e "A Ciambra", ma anche in tanti altri, parla i dialetti di tutta Italia, protagonisti di film e serie tv.
Da questa idea prende le mosse il progetto semplice quanto geniale dell’Italian Pavilion al Festival di Cannes 2021 che, fino al 17 luglio, sarà presente all’Hotel Majestic per ospitare eventi culturali e mondani a rappresentare l’arte cinematografica italiana e non solo. A firmare il progetto creativo di comunicazione e di allestimento dell’Italian Pavilion al Festival di Cannes 2021, lo studio Cappelli Identity Design.
Fondato nel 2010 a Roma da Emanuele Cappelli ha spesso lavorato con il mondo del cinema, dall’Italian Pavilion, prima nel 2018, poi lo scorso anno, per la 77a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia alla serie di progetti dedicati alla figura di Federico Fellini, come l’evento “Ritratto Rosso. Elisabetta Catalano guarda Federico Fellini”, collocato nel mitico Teatro 1 di Cinecittà.
Per l’Italian Pavilion del Festival di Cannes – istituzione con la quale lo Studio Cappelli aveva collaborato pure nel 2019 – è stato progettato un dream space anzi un Dreamers Space che, attraverso un’architettura di suoni e luci, fa immergere il visivo fruitore in un’atmosfera evocativa, a raccontare la nostra grande Cultura Italiana, in particolare quella cinematografica, maestre nel mondo.
Lascia un Commento