Cannes ‘77, il manifesto: una nonna vittima di Nagasaki trasmette ai nipoti la fede nell'amore
In un mondo ferito, contro tutte le guerre, un’immagine del film 'Rapsodia d'agosto', di Akira Kurosawa, ricorda la funzione del cinema come veicolo di umanità, guarigione, libertà, condivisione
Lunedi, 22/04/2024 - Quest’anno, e sempre, nessuna manifestazione culturale (soprattutto le più importanti, con maggior risonanza mediatica) può e deve rimanere indifferente di fronte alle atrocità delle guerre in corso, e anche il cinema, con i suoi strumenti di sensibilizzazione e capacità di divulgazione di messaggi nel mondo, non può non invocare ed evocare la pace: desiderarla, trasmetterla, affermarla, riconoscerla nei racconti di vita quotidiana e nelle scelte cinematografiche di opere ed artisti.
Per questo il 77° Festival di Cannes (che si terrà dal 14 al 25 maggio) ha scelto, come manifesto ufficiale di quest’anno, un’immagine tratta da ‘Rapsodia d'agosto’, il penultimo film del grande maestro giapponese Akira Kurosawa (artefice di capolavori quali ‘Rashômon’, ‘I sette Samourai’, ‘Dersu Uzala’). In questo film presentato Fuori Concorso al Festival di Cannes nel 1991, una nonna vittima del bombardamento di Nagasaki del 9 agosto 1945 trasmette ai suoi nipoti giapponesi e al nipote americano la sua fede nell'amore e nell'integrità come difesa contro la guerra.
Tutta la bellezza poetica, la magia ipnotica e l'apparente semplicità del cinema vengono alla ribalta in questa immagine evocativa, nella quale il maestro Kurosawa, allora 81enne, ricordava l'importanza di riunirsi, nella tenerezza e nella contemplazione, e di cercare l'armonia in tutte le cose.
Specchio del cinema, questo manifesto intende celebrare la Settima Arte, con meraviglia, poiché il cinema, dando voce a tutti, permette l’emancipazione, ricorda le ferite, lotta contro l'oblio, testimonia i pericoli, invoca l’unità, lenisce i traumi, aiuta a guarire i vivi.
In un mondo fragile, che mette costantemente in discussione l’alterità, il Festival di Cannes intende riaffermare una convinzione: il cinema è un santuario universale di espressione e condivisione, un luogo dove è scritta la nostra umanità tanto quanto la nostra libertà.
Presidente della Giuria del 77° Festival di Cannes sarà la regista, sceneggiatrice e attrice americana Greta Gerwig, ad un anno dal 2023 in cui ha battuto tutti i record con il suo film ‘Barbie’. In meno di quindici anni, la Gerwig ha affermato il suo nome nel cinema americano e internazionale. Originaria di Sacramento, California, newyorkese d'adozione, la donna, che sognava di fare la drammaturga, ha intrapreso un percorso unico, tanto coerente quanto rischioso, che ha segnato un'ascesa fulminea sconvolgendo le linee di un'industria cinematografica codificata.
L’artista francese Xavier Dolan presiederà invece la Giuria della sezione ‘Un Certain Regard’. Il cinema di Dolan ha trovato la sua maturità nell'estrema giovinezza e nell'audacia dei suoi registi, quelli che spalancano il campo delle possibilità, che credono più nei sogni che nella realtà e danno i mezzi alle loro ambizioni per creare. Quest'anno, attraverso il suo ruolo di Presidente della Giuria di ‘Un certain Regard’, l’artista celebrerà la sete di scoperta e la passione per il talento degli altri, dedicandosi a “qualcosa di artisticamente essenziale – come ha affermato - il cinema e la sua ricerca della verità”.
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