Martedi, 23/04/2024 - La grande ‘cine-kermesse’ francese che si terrà a Cannes dal 14 al 25 maggio prossimi, ha annunciato chi presiederà la giuria della Camèra d’or, il premio assegnato alla miglior opera prima nel Concorso o nelle sezioni parallele.
Ancora una volta nella storia del premio ci sarà una coppia di co-presidenti: l’attrice francese Emmanuelle Béart ed il regista e cantautore congolese di base in Belgio, Baloji. Due artisti che non si sono mai incontrati ma che sono accomunati dal fatto di essere ‘spiriti liberi senza limiti che fanno affidamento sulla propria arte per raggiungere la libertà creativa’.
‘More solito’, Baloji e Béart lavoreranno in collaborazione con rappresentanti dell'industria, della stampa e delle associazioni di cineasti.
La Giuria della Caméra d'or è già stata co-presieduta altre volte: dall'attrice Françoise Fabian e dal regista Daniel Schmid nel 1996, da Marthe Keller e Géraldine Chaplin nel 2002 e dai fratelli Luc e Jean-Pierre Dardenne nel 2006.
Nel 2023, la Caméra d’Or fu assegnata a Pham Thien An per “Inside the Yellow Cocoon Shell”, presidente di giuria l’attrice francese Anaïs Demoustier.
Baloji, nel suo primo lungometraggio, "Augure" (in uscita in Italia proprio in questi giorni) con emozionante maestria estetica, offre una cronaca che trascende l’alterità attraverso il prisma del realismo magico, uno stile che ha ancora molti adepti, specie tra i giovani.
“Essendo un cineasta auto-didatta appartenente alla diaspora congolese – ha dichiarato Baloji – è un grande onore poter testimoniare la vitalità di registi esordienti, scoprire le loro forti peculiarità ed il loro lavoro iniziale esordio che, in seguito, avrà un impatto duraturo sull’originalità della loro filmografia.
Dal canto suo, grazie alla sua più che notevole filmografia ed al suo pari impegno umanitario, Emmanuelle Béart sostiene da sempre un cinema da condividere, per emanciparsi, trascendere i confini ed aiutarci al viver civile e comune.
“Un’opera prima – di solito – tende ad esprimere la difficoltà di riuscire a scavare nel profondo del proprio essere per scoprire ciò di cui non si può tacere (ha detto la Béart). Un ‘venire alla luce’, una nascita commovente e terribilmente libera, perché nessuno ancora ti aspetta. Adempiremo al nostro dovere con stupore e rispetto nei confronti dei cine-neofiti”.
E non è difficile crederle: da moltissimi anni, fin dai primi anni Novanta, la Béart si è sempre impegnata al massimo - come si diceva più sopra.
Nel Cinema ha lavorato con i maggiori registi non solo francesi ma anche in produzioni mondiali. Ebbe modo di sostituire – anche se, in realtà, lei era ‘insostituibile’ – la musa del grande Claude Sautet, Romy Schneider, mancata ormai 42 anni fa. Fu protagonista, infatti, dopo la scomparsa di Romy, degli ultimi film del regista, “Un coeur en hiver – Un cuore in inverno”, del 1992, Leone d'argento alla 49a Mostra del Cinema di Venezia e “Nelly et Monsieur Arnaud - Nelly e Mr. Arnaud”, del 1995.
E fu proprio a Venezia, in quei primi anni Novanta, che chi scrive ed allora la conobbe personalmente, può ben testimoniare il suo giovane ma autentico impegno per la problematica dei ‘sans-papiers’ che lei portava dalla ‘sua’ Francia ad un cinefestival internazionale per sensibilizzare al massimo l’opinione pubblica ed il mondo intero – un vero encomiabile impegno, per una giovane attrice in ascesa che le fece molto onore.
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