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Campidoglio rosa pallido

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Commissione delle Elette - Sono tre le elette in Consiglio comunale e in giunta c’è solo una donna

Redazione Lunedi, 04/04/2011 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Aprile 2011

È evidente che la presenza di una sola donna in giunta, insieme a 11 uomini, non rappresenta quel principio di equilibrio contenuto nello Statuto del Comune di Roma che prevede una presenza equilibrata di uomini e donne. Ovviamente questo è chiaro anche al sindaco Alemanno; ed era chiaro anche nel momento in cui la giunta è stata da lui varata. È possibile che il potere maschile dentro ai partiti sia così forte da far 'correre il rischio' ad un Sindaco di vedersi azzerata una giunta? È cioè possibile che un primo cittadino, che dovrebbe garantire la rappresentanza di tutti i cittadini, sia ostaggio di un sistema?



Monica Cirinnà. “Il Pdl è un partito estremamente maschilista e sessista, credo che ormai sia chiaro a tutti la visione che il suo capo Silvio Berlusconi abbia delle donne... Su questo aspetto il sindaco Alemanno non si è differenziato affatto, anzi si è rivelato, fin dal primo giorno del suo mandato, ostaggio delle scelte del suo partito e delle correnti che lo compongono, ha avuto le mani legate praticamente su tutto, a cominciare dalla composizione della sua giunta. Nell'ultimo rimpasto abbiamo visto come si sia dovuto piegare ai diktat dei colonnelli del Pdl che gli hanno indicato solo nomi di uomini, e questo è avvenuto in barba alla normativa comunale che gli imponeva di rispettare invece una equa rappresentanza e parità di genere. Un sindaco che preferisce violare lo Statuto del Comune che amministra, conoscendo i rischi in cui incorre di vedersi azzerare la giunta, pur di accontentare la sua maggioranza, è un sindaco che non rappresenta come dovrebbe tutti i cittadini e incapace di amministrare come si deve una città”.



Gemma Azuni. “Un sindaco è obbligato a rispettare ed eseguire ciò che lo Statuto del Comune gli impone, e deve pretendere che i partiti facciano lo stesso. Il sindaco Alemanno doveva dunque rispettare per primo, essendo lui il primo cittadino di Roma, le leggi dell'istituzione che rappresenta. Ciò non è avvenuto e questo è molto grave. Come è grave che non abbia fatto presente il regolamento comunale ai partiti, che non abbia segnalato questo obbligo di tutelare la rappresentanza femminile all'interno dell'istituzione che amministra. E' troppo comodo, e allo stesso tempo è il segno di una forte debolezza politica, piegare le leggi per accontentare gli 'appetiti' del suo partito”.



La vicenda della Giunta di Roma ha mostrato che dentro i partiti la rappresentanza femminile non è tenuta in conto e questo sistema di potere rischia di non garantire ai cittadini la giusta rappresentanza. Cosa pensa di ciò che è avvenuto all'interno della maggioranza a proposito della Giunta del Comune di Roma?



Lavinia Mennuni. “Lo stesso Sindaco ha ammesso che l’unica grave pecca dell’attuale giunta, è data dal fatto che, nella sua composizione attuale, vi sia una sola donna. Le donne infatti, hanno un livello di preparazione di grande qualità e pertanto, avvalersene, è necessario per non sperperare tale patrimonio ponendolo al servizio delle istituzioni”.



Del resto la situazione all'interno del consiglio non è poi così diversa (solo 3 donne). Come donne state lavorando a degli strumenti che possano aiutare ad aumentare la presenza femminile nelle istituzioni? Quali?



Monica Cirinnà. “L'Assemblea capitolina rispecchia a livello locale quello che accade a livello nazionale. Nel Parlamento italiano le donne costituiscono il 21% dei deputati e il 18% dei senatori. Sebbene rispetto alla passata legislatura la presenza femminile sia di poco aumentata, il loro ruolo nel dirigere e orientare i processi decisionali è invece diminuito: basta dare un'occhiata alle commissioni permanenti delle due Camere. Avere soltanto tre donne all'interno dell'Assemblea capitolina è mortificante. La Commissione delle Elette che presiedo sta lavorando a strumenti che possano porre rimedio a questo squilibrio. Prendendo spunto dalla legge elettorale della Regione Campania, stiamo lavorando con unità di intenti a una riforma della nostra legge elettorale che promuova una democrazia paritaria, perseguendo l'obiettivo della eguaglianza effettiva tra i sessi nell'accesso alla carica di consigliere comunale.

La nostra proposta introduce la doppia preferenza di genere, e prevede anche che in ogni lista nessuno dei due sessi possa essere rappresentato in misura superiore ai 2/3 dei candidati. Senza una legge elettorale che imponga ai partiti la questione della parità di genere nella presentazione delle liste obbligandoli a candidare una predeterminata percentuale di uomini e donne, non credo la situazione possa migliorare”.



Gemma Azuni. “La situazione all'interno dell'Assemblea capitolina, quanto a rappresentanza femminile, è desolante. In Commissione stiamo lavorando a strumenti che possano aumentare la presenza femminile nelle istituzioni, colmando questo gap davvero imbarazzante. La riforma delle legge elettorale con l'introduzione della doppia preferenza di genere è stata pensata proprio in questo senso, e il fatto che ci sia unanimità è incoraggiante”.



Lavinia Mennuni. “Nonostante non mi sia mai troppo appassionata al tema delle quote rosa, ritengo che la situazione attuale sia tale da richiedere l’intervento di alcuni meccanismi ben precisi da individuare. Per ciò che concerne le elezioni con il sistema proporzionale, è evidente che le donne, che spesso debbono conciliare la propria attività con le esigenze di cura della famiglia, difficilmente possono essere competitive con gli uomini. Le tre donne elette dall’Assemblea Capitolina hanno ottenuto un buon numero di preferenze, ma sanno bene cosa significhi fare politica sul territorio, la politica che reputo più concreta e che consente di stare a contatto con le tante realtà diverse e di rispondere alle esigenze dei cittadini. Questa stessa politica però richiede un grande impegno ed una energia enorme. Le donne, se poste nelle condizioni di competere, sono in grado di apportare contributi di grande rilievo e impatto. Potrebbe essere applicato anche a Roma il meccanismo utilizzato in Campania della doppia preferenza di genere. Il cittadino avrebbe così l’opportunità di scegliere un candidato oppure, nel caso voglia votare un uomo e una donna, esprimere due voti di preferenza. Questo sistema potrebbe garantire una maggiore meritocrazia e nel contempo costituire un meccanismo volto ad offrire una maggiore opportunità alle donne capaci che abbiano voglia di dedicarsi alla politica attiva di apportare il proprio contributo”.



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