Il calendario UDI 2025 ripercorre le tappe delle principali rivendicazioni politiche dell'associazione, che proprio nel prossimo anno commemora il suo 80esimo anniversario
Lunedi, 04/11/2024 - Presentare un calendario predisposto da un’associazione femminile può divenire occasione per fare il punto di quanto da essa sia stato messo in campo nel passato recente e di quali siano i temi da essere attenzionati per l’anno a venire. Quando, però, l’associazione in questione è l’Unione Donne in Italia ci troviamo di fronte ad un evento che, oltre a consentire il lancio promozionale di un prodotto destinato a finanziarla, è anche il modo per accendere le luci sulle rivendicazioni politiche femminili nel nostro Paese. D’altronde l’UDI ha sempre inteso ogni suo calendario come l’occasione per focalizzarsi su di un tema sociale, di modo che nell’acquirente si attivasse la curiosità di approfondirlo. Se a tale impostazione si aggiunge che nel 2025 ricorre l’ottantesimo anniversario della sua fondazione, si comprende come tale commemorazione impronti di sé lo stesso calendario. Difatti esso si intitola “Un’idea che fa storia”, a significare che vengono a narrarsi le battaglie proprie dell’UDI: quelle passate, ispirate ai temi dell’antifascismo, emancipazione, attivismo femminile fino a quelle più recenti, quali la violenza maschile contro le donne, la difesa della legge 194, la democrazia paritaria e, più in generale, i diritti delle donne calpestati dopo anni di battaglie per conquistarli.
A presentare il calendario 2025 sono state le dirigenti nazionale, Vittoria Tola, Rosangela Pesenti, Liviana Zagagnoni, unitamente alla docente universitaria Fiorenza Taricone, i cui interventi sono stati presentati dalla direttrice di Left, Simona Maggiorelli, che ha moderato l’incontro ed il successivo dibattito tra il pubblico presente. Ritornando al titolo del calendario “Un’idea che fa storia”, le sue curatrici hanno rimarcato quanto le rivendicazioni passate dell’UDI abbiano tracciato un metodo di fondo dell’associazione, ossia spronare e criticare i rappresentanti istituzionali a fare proprie tali istanze, per raggiungere sinergicamente gli obiettivi prefissisi. La Storia, difatti, aveva insegnato alle donne che, dopo la partecipazione fattiva alla Resistenza contro il regime nazifascista, occorresse soddisfare le esigenze evidenziatesi in quel periodo storico, per tentare di pervenire successivamente al riconoscimento e tutela dei diritti delle donne italiane, così come si erano appalesati già nel periodo del ventennio fascista. Ebbene il calendario ripercorre “le tappe più significative di questo percorso con un’operazione evocativa di quanto la storia dell’UDI sia stata generativa e generosa”(Rosangela Pesenti).
L’attivismo politico di tale associazione, frutto del legame particolare costruito con le altre donne, è insieme a quello del CIF ( Centro Italiano Femminile), “storia qualitativamente pesante” (Fiorenza Taricone), a tal punto che la docente universitaria invita ad una sua più puntuale conoscenza anche da parte delle giovani generazioni, a cui è particolarmente rivolto il calendario. Una conoscenza più che necessaria, soprattutto ai tempi odierni caratterizzati da una costante operazione di riscrittura storica, contro cui “diventa allora fondamentale ritornare all’attività militante”( Fiorenza Taricone). Ma, perché ciò avvenga, “occorre che siano coinvolte anche le donne giovani che, purtroppo non hanno conoscenza del passato delle battaglie svolte per fare acquisire alle italiane consapevolezza dei loro diritti fondamentali, come quello al voto ( Vittoria Tola). Anche per colpa dei libri delle storiche moderne, che saltano dalle suffragette ai tempi moderni, senza soffermarsi su periodo del dopoguerra ed oltre, epoca in cui il ruolo dell’UDI è stato fondamentale.
Ecco perché il calendario è un’idea che fa storia, per coinvolgere le nuove generazioni di donne italiane nella costruzione di un patto preciso per raggiungere nuove mete in tema di istanze femminili, così come è stato nel passato. Questa agenda temporale serve soprattutto a questo, perché, “con i suoi titoli, manifesti, documenti, può consentire la conoscenza di una storia passata che consenta di porre le basi per un nuovo patto generazionale” (Vittoria Tola). Il materiale, che ne ha costituito il pilastro fondamentale, è stato estrapolato dagli archivi dell’UDI, a cui è stata dedicata l’ultima pagina del calendario, per “sottolineare l’importanza della conservazione dei dati” (Liviana Zagagnoni). Le battagli politiche passate, citate nel calendario, si intrecciano profondamente con il presente, ragione per la quale sarebbe opportuno averlo in casa, “anzi sarebbe bene che fosse presente anche nelle scuole italiane” (Simona Maggiorelli), dove” i libri sono purtroppo toppe a colori perché profondamente maschilisti”(Fiorenza Taricone).
L’evento si è concluso con il ringraziamento al gruppo di lavoro (composto da Vittoria Tola, Rosangela Pesenti, Liviana Zagagnoni, Pina Cardarelli, Giovanna Crivelli, unitamente alla grafica Emiliana Nardin), che ha alacremente lavorato dalla scorsa primavera per la realizzazione del calendario, nonché agli sponsor che ne hanno consentito la produzione. Con il suo acquisto, che si può effettuare presso le sedi locali dell’UDI oppure inviando una mail a udinazionale@gmail.com, non solo si provvede al sostentamento dell’associazione, ma si consente l’acquisizione di una conoscenza delle tappe principali che hanno consentito la conquista dei diritti fondamentali per le donne italiane. E, in un’epoca ove alcuni di questi diritti vengono posti in discussione, finanche un calendario può fare la propria parte e pure oltre. Verso la tutela dei diritti acquisiti, che la Storia ci insegna debbano essere sempre difesi, e verso la meta di nuovi da raggiungerne, a soddisfacimento delle nuove istanze, dei nuovi bisogni e delle nuove speranze delle donne in Italia.
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