Cade la giunta di Elisabetta Tripodi ex sindaca anti ‘ndrangheta
A Rosarno dieci consiglieri di minoranza e una della maggioranza si sono dimessi provocando la caduta della giunta retta dalla sindaca Elisabetta Tripodi ex sindaca anti ‘ndrangheta.
Lunedi, 08/06/2015 - Dieci consiglieri di minoranza e una di maggioranza si sono dimessi a Rosarno, ma “già dal 2012 ci reggevamo su numeri esigui. La consigliera avrebbe dovuto sfiduciarci e venire in consiglio, ma né lei né la maggioranza hanno spiegato il motivo, questo vuol dire che non ci sono motivazioni di natura politica”. Così Elisabetta Tripodi dopo la caduta della sua giunta. Con lo scioglimento anticipato di giunta dell’ex sindaca, una delle donne simbolo insieme alla Lanzetta e alla Girasole, si chiude una delle stagioni tra le più positive per la rinascita della Calabria.
Ci sono altri motivi secondo lei che hanno decretato la fine della sua giunta?
Abbiamo avviato opere pubbliche per quasi trentacinque milioni di euro, questa cosa probabilmente ha dato fastidio a molti. A Rosarno si cominciavano a vedere i frutti del nostro lavoro, le opere sono quasi tutte cantierate, ne mancava una soltanto, la più grossa, quella di otto milioni di euro che riguardava una piscina e un centro sportivo
C’è stato un momento in cui si respirava un'aria di cambiamento con le inchieste della magistratura, con le sindache anti ‘ndrangheta, con la forte esposizione mediatica. Come pensa che sia cambiata la società civile in questi anni a Rosarno?
In alcune parti della popolazione non è servito a nulla, ma su quelle ci vuole tempo. In quella più giovane e in quella femminile c’è stato un cambiamento. Per le donne in particolare, il fatto di essere rappresentate con coraggio in una situazione difficile come quella di Rosarno, fa pensare e fa reagire perché se si vuole si può provare a fare le cose. Questo è servito soprattutto nelle nuove generazioni, almeno me lo auguro, altrimenti non avrebbe avuto senso il sacrificio di questi anni
Ha dato tanto in termini di sacrifici personali?
Per me questo impegno è stato un sacrificio personale molto forte, sono da quattro anni sotto scorta, una privazione nella mia vita familiare notevole e tutto il resto…
In epoche non troppo lontane molti rappresentanti della politica nazionale le erano vicini, il Financial Times le ha dedicato una pagina intera, insomma è stata esposta mediaticamente in modo incredibile e oggi?
Non so..., non ho sentito nessuno, tra l’altro questo è avvenuto il 29 maggio a ridosso delle elezioni, i giorni in cui c’è stata la polemica degli impresentabili. A livello locale, mi ha chiamato il Presidente della Regione Oliviero
Secondo lei cosa significa fare cambiamento?
Per me bisogna invertire i meccanismi della formazione della classe dirigente, cioè capire che venendo dal basso la proposta non deve essere la solita cooptazione che si fa normalmente all’interno dei partiti, solo se si fanno proposte credibili la gente è disposta a crederci e a scommettere.
La gente cosa spera?
Secondo me c’è molta sfiducia, dai messaggi che ho ricevuto, si sentono sfiduciati dalla politica. Molti mi dicono che la gente perbene non può amministrare perché poi viene mandata a casa, e quello di essere perbene e onesta me lo riconoscono tutti
Secondo lei è finita l’esperienza delle sindache anti ’ndrangheta?
Rimane sotto l’aspetto personale un legame con le donne sindaco, ci sentiamo sempre
Secondo lei oggi Rosarno è un posto migliore dove poter vivere?
C’è stato un periodo, molto breve, in cui si stava bene. Alcune cose sono state fatte, si sta più tranquilli, sono stati fatti degli arresti, la vivibilità è migliorata da un certo punto di vista, però rispecchia tutti mali delle città del sud da un punto di vista della crisi economica
La scorta rimane?
Per ora si, non so cosa deciderà il prefetto, non so bene come funziona mi sembra che viene rinnovata due volte l’anno, spero che me la tolgano…, almeno ritorno a respirare
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