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Buon compleanno Aung San Suu Kyi

Buon compleanno Aung San Suu Kyi

Mondo/ Birmania - La leader del partito democratico del Myanmar, Aung San Suu Kyi, compie sessant’anni domenica 19 giugno. Il premio Nobel per la Pace è ancora agli arresti domiciliari

Giulia Salvagni Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Giugno 2005

La leader del partito democratico del Myanmar, Aung San Suu Kyi, ha compiuto sessant'anni domenica 19 giugno. Il premio Nobel per la Pace è ancora agli arresti domiciliari.
Aung San Suu Kyi, leader del principale partito di opposizione del Myanmar,la Lega nazionale per la democrazia (Lnd), ha passato gli ultimi sedici anni della sua vita agli arresti domiciliari senza mai essere incriminata o processata. Ha conosciuto alcuni periodi di libertà, nel 1995, poi nel 2002, periodi brevi, sempre conclusi con nuovi arresti. Da anni il partito al governo, l'Spdc, promette di rilasciarla "quando sarà il momento". Suu Kyi è figlia del generale Aung San: eroe nazionale birmano. Studia per diversi anni a Oxford. Tornata in patria nel 1988, assiste alla violenta repressione militare contro le dimostrazioni dei civili e degli studenti.
Nello stesso anno, in occasione di un grande raduno, decide di leggere in pubblico le norme morali di un esercito scritte da suo padre: "L'esercito è un'istituzione importante e significativa per questa nazione e per il popolo. Per questo le persone tributano onore e rispetto alle forze armate. Ma quando i soldati cominciano ad essere odiati dalla gente, significa che gli onorevoli scopi dell'arma potrebbero essere decaduti".
A un mese da quell'evento Suu Kyi diventa segretaria generale della Lega nazionale per la democrazia, e nonostante le severe restrizioni imposte dal governo, conduce una intensa campagna attraverso tutto il suo Paese. Tant'è che nel luglio del 1989 viene arrestata. Un arresto che ha un effetto prorompente sull'opinione pubblica. Alle elezioni generali del 1990 la Lega nazionale per la democrazia conquista una strepitosa vittoria guadagnando 392 seggi sul totale di 485. Il partito al potere, l'Spdc, ne prende solo 10 ma non abbandona il governo, mette in carcere chiunque si opponga alla sua politica, ed inizia un lungo periodo di dittatura.
Nelle carceri di Myanmar si trovano almeno 1350 prigionieri politici, tra cui prigionieri di coscienza arrestati per aver scritto poesie e articoli, aver rivendicato il diritto di fondare organismi studenteschi o aver svolto manifestazioni pacifiche. Condannati al termine di processi irregolari sulla base di legislazioni repressive, sono sottoposti a maltrattamenti e torture e detenuti in isolamento totale, senza accesso alla difesa legale.
Tra queste persone vi sono anche molti anziani che soffrono di gravi problemi di salute a causa delle terribili condizioni di prigionia e delle punizioni che vengono loro inflitte, maltrattamenti e torture con esiti spesso mortali. Un caso tra i molti è quello di U Win Tin, 75 anni, arrestato nel luglio 1989 e tuttora in carcere a causa della sua opposizione pacifica alle autorità e per aver tentato di informare le Nazioni Unite sulle violazioni dei diritti umani che si verificano in carcere.
Un ulteriore caso riguarda il leader studentesco Myat San, in prigione dal 1991 per aver festeggiato il conferimento del Nobel per la pace alla leader del Lnd. Nel ‘91, infatti, viene assegnato il Premio Nobel per la Pace a Suu Kyi per il coraggio con il quale si impegna in modo non-violento per la conquista della democrazia e dei diritti umani. Ancora oggi è sua convinzione che si debba cercare di stabilire un dialogo con le autorità militari per garantire una pacifica transizione verso uno stato democratico. Ma tra febbraio e marzo di quest’anno – secondo Amnesty international - sono stati imprigionati più parlamentari di quanti fossero finiti in carcere nei 21 mesi precedenti. Il governo ha ordinato l’arresto di almeno cinque parlamentari eletti nel 1990. I risultati delle elezioni non sono mai stati riconosciuti dal Consiglio di Stato per la pace e lo sviluppo, cioè la giunta al potere del partito Spdc. Sempre a febbraio, sono stati arrestati almeno dieci esponenti politici dell’etnia Shan, tra i quali Khun Htun Oo, presidente della Lega per la democrazia delle nazioni Shan. Inoltre, come recentemente confermato dall'Organizzazione Internazionale del Lavoro, la piaga del lavoro forzato è ancora presente in moltissime zone del paese e coinvolge, oltre a uomini e donne, anche vecchi, bambini e malati.
L’Organizzazione per i diritti umani ha lanciato una petizione globale (che può essere sottoscritta on line su www.amnesty.org) in cui chiede alle autorità birmane di cessare di ridurre al silenzio gli attivisti politici e di rilasciare immediatamente e senza condizioni tutti i prigionieri di coscienza.
(16 giugno 2005)

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