Domenica, 29/10/2017 - Si è tenuto il 3 Dicembre 2016, esattamente un anno fa a Fragagnano (Ta) un interessante Incontro formativo sul fenomeno dilagante delle prepotenze a scuola: “Il fenomeno del BULLISMO, strategie di prevenzione e di contenimento”. Mai stato così attuale l’argomento. La serata del convegno era rivolta a docenti e famiglie, ha visto la collaborazione di diverse agenzie educative del paese: il Comune di Fragagnano con la partecipazione del primo cittadino e l’ assessore alla Pubblica Istruzione, la Pro loco, la Biblioteca comunale “Elena Dell’Antoglietta”, il gruppo “Nati per Leggere”, l’Istituto Comprensivo Statale “Bonsegna-Toniolo”. la relatrice era Silvia Ricci, psicologa e psicoterapeuta. Moderatrice è stata la professoressa Francesca Garibaldi.
La psicologa è andata subito al dunque: “Il bullo ha i suoi aiutanti” ha esordito, “diversamente non esisterebbe senza consenso”. Il silenzio in sala ha parlato più di mille frasi. Ogni famiglia, ogni docente era presente per cercare di comprendere meglio il fenomeno e soprattutto per avere risposte, consigli pratici sul da farsi. Riportiamo alcuni stralci dell’intervento della dottoressa Ricci: “Tutti cercano di imitare il bullo, negli atteggiamenti, nelle azioni; la prepotenza risulta essere vincente per i bambini e adolescenti. La vittima è per loro un perdente, col quale non vale la pena schierarsi. Meglio la prepotenza, soprattutto quando non viene punita. Il messaggio risulta essere: se il bullo la fa franca, allora conviene imitarlo. Il bullo così comincia a stratificare la sua esistenza sulla onnipotenza. Inoltre, oltre alle parole offensive, tende facilmente ad usare la forza, sa tirare pugni, calci, seleziona con premeditazione la sua preda, la sceglie fragile, debole. Se viene scoperto dall’adulto costruisce a perfezione la menzogna, che porta ad invertire la verità, quasi ad essere lui la vittima, il perseguitato, l’incompreso dall’adulto.
A questo punto bisogna con lucidità smascherare gli atti violenti del bullo, memorizzando perfettamente l’azione di sopraffazione e spingendo i ragazzi a non fare gruppo con chi ha atteggiamenti malvagi verso i coetanei, verso il prossimo in generale. A scuola sono importanti le sanzioni disciplinari, le sospensioni per cause gravi, di uno o più giorni, per dare un messaggio chiaro al gruppo classe, dice la psicologa. Cioè che la legalità non è opinabile, che ogni azione illegale va punita. Mai dare l’idea di sanzionare un’azione e poi fare passi indietro: il bullo diventerà onnipotente. Bisogna poi dire a chiare lettere ai ragazzi che si schierano col prepotente, con la scusa che non vogliono passare per spie, che questo atteggiamento si chiama omertà ed è grave, molto grave proteggere le azioni violente. Anche se si tratta di un amico”.
Nella vita ci sono state donne coraggio, e questo lo aggiunge chi scrive, che hanno denunciato i loro stessi familiari, colti a delinquere, per il senso di giustizia e per strappare i propri figli da una vita fatta di violenza. Si inizia con atteggiamenti da bullo e in seguito le scelte di vita potrebbero serbare brutte sorprese. La prevenzione è necessaria, e soprattutto mai barattare la legalità con sottovalori. La legalità non è opinabile.
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