CERN di Ginevra - Per ‘accelerare la scienza’, anche una donna italiana nella stanza dei bottoni. Avviato oggi l’esperimento che qualcuno ha ipotizzato potesse decretare la fine del mondo.
Ribet Elena Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Settembre 2008
"Il fascio è nel Large Hadron Collider". Lyn Evans, responsabile del progetto, ha inaugurato con queste parole l'acceleratore di particelle più grande del mondo, acceso alle 10,28 di oggi al CERN di Ginevra.
Lungo 27 chilometri e sigillato ermeticamente il cosiddetto LHC è stato progettato per ricreare le condizioni del Big Bang ed è costato 9 miliardi di euro.
L’esperimento, che stava per essere bloccato da due cittadini americani che si sono rivolti al tribunale sostenendo che potesse creare buchi neri distruttivi, è stato definito dagli esperti “il maggior esperimento scientifico della storia dell'uomo, che potrebbe svelare i segreti della fisica delle particelle e risolvere il mistero dell'origine dell'universo.” Maggiore esperimento dell’uomo e… della donna.
È infatti una donna la ricercatrice italiana alla guida di Atlas, uno dei quattro esperimenti permessi dal nuovo Large Hadron Collider, il super acceleratore.
Due fasci di particelle vengono iniettati contemporaneamente in direzioni opposte per vedere cosa succede quando entrano in collisione ad altissime velocità; in sala di controllo centinai di fisici e tecnici, tra cui Fabiola Gianotti, alla guida di 2.500 scienziati, che è alla ricerca della cosiddetta ‘particella di Dio’. Secondo gli scienziati infatti esiste la possibilità che nell’esperimento si generi materia, provando l'esistenza del ‘bosone di Higgs’, particella teorica mai osservata, che costituirebbe il segreto della massa.
Fabiola Gianotti, dopo essere stata eletta nel comitato scientifico del Consiglio nazionale delle ricerche francese e dopo aver fatto parte del più famoso centro di ricerca fisica americano (il Fermilab di Chicago), nel 2004 è stata la prima donna ad essere nominata vice coordinatrice di Atlas, e adesso ne è dirigente. In una recente intervista su Corriere Scienza Gianotti ha dichiarato “Non è stato facile, ma al Cern è possibile perché non c’è discriminazione tra maschi e femmine, ciò che conta sono le capacità.” E spiega che nel LHC “Riprodurremo le condizioni dell’universo quando aveva appena 10 microsecondi dallo scoppio del Big Bang da cui tutto ha avuto origine. Sarà un plasma formato da quark e gluoni con una potenza in gioco di 14 teraelettronvolt (14 mila miliardi di elettronvolt), la più alta mai ottenuta”.
“È un momento fantastico, - ha affermato Lyn Evans, direttore del Progetto LHC - adesso possiamo guardare avanti e sperare in una nuova era per la comprensione delle origini e dell'evoluzione dell'Universo”. E anche sperare in una nuova era per il contributo attivo delle donne, in questo caso delle scienziate.
Lascia un Commento