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Brevi note politiche

Brevi note politiche

Repubblica Ceca - Dalla grammatica alla castrazione chimica fino alle buone pratiche

Cristina Carpinelli Lunedi, 03/02/2014 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Gennaio 2014

Giovani donne in rivolta contro la grammatica

Una delle caratteristiche della lingua ceca è la desinenza finale -ová nei cognomi femminili (forma aggettivale che corrisponde al caso genitivo - complemento di specificazione). Tuttavia, oggi si ritiene che questa forma non sia più attuale, poiché richiama un “rapporto di possesso” da parte dell’uomo: prima il padre, poi il marito. Il tema è diventato una questione politica.

Si sta, infatti, discutendo se abolire la desinenza femminile -ová, che nella Repubblica Ceca viene, appunto, aggiunta automaticamente a tutti i cognomi di donne e, nella lingua parlata, anche quando si tratta di donne straniere. Ad esempio, una giovane trentenne di nome Lucie non avrebbe mai pensato che sposare un tedesco, il cui cognome è Gross, avrebbe comportato dei problemi: Dopo il matrimonio ho preso il cognome di mio marito, tedesco. E lui non ha mai capito perché sia così diverso dal suo”, sostiene la giovane avvocata. Il cognome di Lucie si è, infatti, trasformato in “Grossová”, che sta a significare “di Gross”, con un implicito senso di appartenenza. Successivamente, con un provvedimento eccezionale, è riuscita ad ottenere lo stesso cognome del consorte: Gross. Possibilità che è stata, tuttavia, concessa solo dopo dieci anni di matrimonio e perché Lucie era convolata a nozze con uno straniero.

Un ceco su due è a favore del mantenimento della tradizione. Ma, sul lungo periodo, i difensori della lingua dovranno lottare contro il tempo: “molte tradizioni scompaiono, non c’è motivo perché sopravviva proprio questa”, afferma Jana Valdrová, professoressa di germanistica all’Università di Budweis, nella Boemia meridionale. In più, un numero sempre maggiore di giovani ceche, vedono nel “passaggio di consegne” linguistico tra capifamiglia il residuo di un sistema patriarcale, nel quale la donna era considerata come merce di scambio.

Certo, il suffisso “-ova” ha progressivamente perso la sua forte carica simbolica sessista e mantenerlo è attualmente per lo più una scelta di comodo. Ma la trasformazione dei rapporti tra donne e uomini e la promozione delle pari opportunità, passa anche attraverso un lavoro profondo sul linguaggio. Il fatto che non si sia ancora riusciti a modificare la regola grammaticale, denota quanto sia difficile scalfire le abitudini e, come dice Miluš Kotišová, avvocata per i diritti delle donne, “rivela che la società ceca è molto rigida”.

Eppure, un esempio efficace di battaglia a favore delle pari opportunità arriva proprio da un personaggio politico che contribuì molto a “sprovincializzare” l’ambiente culturale del suo paese, opponendosi a pregiudizi razziali, antisemiti e a discriminazioni anche di genere. Si tratta di Tomáš Masaryk, presidente della Repubblica cecoslovacca dal 1918 al 1935. Costui aveva sposato la musicologa statunitense di origine ugonotta Charlotte Garrigue, e si era molto impegnato a perorare la causa femminile. Aveva concesso alle donne il diritto di voto (1920) e, per manifestare la sua diretta solidarietà, aveva deciso - contro la tradizione - di associare nei documenti ufficiali, al suo nome e cognome, anche il cognome della moglie: Tomáš Garrigue Masaryk.



L’unico paese Ue dove è “obbligatoria” la castrazione chimica

Nella Repubblica Ceca negli ultimi 10 anni sono stati castrati 94 pedofili, violentatori e anche esibizionisti. Il paese è tra le nuove mete più gettonate dal turismo sessuale, insieme a Romania e Ungheria. Per questo abusare di un under 15 espone a pene molto severe, come scontare l’ergastolo e/o subire la castrazione chimica obbligatoria in caso di recidività. La Cechia è “l’unico paese europeo” a consentire questa pratica dietro decisione del tribunale, che il Comitato per la prevenzione della tortura del Consiglio d’Europa sta, tuttavia, cercando di bloccare dopo averla definita “invasiva, irreversibile e mutilante”. Il Comitato ha, infatti, espresso contrarietà verso questo tipo di punizione poiché si pone in contrasto con la Convenzione Europea dei diritti umani. Ha, inoltre, manifestato perplessità sulla libertà di scelta concessa al soggetto considerato colpevole di molestia sessuale, essendo l’alternativa alla castrazione chimica obbligatoria il carcere a vita. In casi di molestie verso bambini di tenera età, o di “crimini sessuali”, la castrazione obbligatoria non sostituisce la pena detentiva.

Altri paesi Ue che includono nel loro ordinamento la castrazione chimica “su base volontaria” per chi si macchia di reati sessuali sono: Germania, Gran Bretagna, Danimarca e Svezia. In Francia la Camera bassa del Parlamento aveva proposto la castrazione chimica obbligatoria per tutti coloro accusati di stupro nei confronti di minori di 15 anni ma la norma è stata ritenuta anticostituzionale ed è stata bocciata.



Miroslava Němcová, un esempio di “best practice” della politica

61 anni, nativa della regione agricola di Vysočina, nel sud-est, la Němcová è un membro importante del partito democratico civico (ODS), fondato nel 1991 da Václav Klaus. Nonostante la limitata esperienza, soprattutto in campo estero, la Němcová era stata scelta dal suo partito come migliore candidata per concorrere alla carica di premier, poiché non è mai stata collegata ad alcuno scandalo durante tutta la sua carriera politica. Avevano appoggiato la sua candidatura al premierato anche i partiti della coalizione di centro-destra “Top 09” e “Lidem”. Secondo gli analisti la sua reputazione di rettitudine morale avrebbe potuto ripristinare la fiducia nei confronti della coalizione di governo. In più, sarebbe stata la prima donna a ricoprire la carica di primo ministro nel paese. Non ce l’ha fatta. È stata, però, riconfermata presidente della Camera dei Deputati con le elezioni parlamentari del 25-26 ottobre 2013. In un Paese che, a poco più di vent’anni dalla caduta del comunismo, è così travolto da scandali e disonestà, ponendosi dopo Ruanda e Costa Rica nell’indice della corruzione percepita di Transparency International, Miroslava Němcová rappresenta per i cechi una speranza, essendo riuscita a conquistarsi sul campo il rispetto dei colleghi e il titolo di quarto politico più popolare tra i cittadini. Ad ogni modo, porterà avanti la sua politica al servizio dei beni comuni e dei cittadini nella sua veste di speaker della Camera dei deputati. Nota particolare: ha una passione per la lingua italiana e per l’Italia, paese dove è solita trascorrere le vacanze.





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