Ottobre 2011 - USA/Francia/Messico/Brasile/Argentina/Gran Bretagna
Angelucci Nadia Lunedi, 03/10/2011 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Ottobre 2011
Argentina
L’esercito si prepara al primo matrimonio omosessuale
Per la prima volta dall'approvazione della legge che permette le nozze omosessuali nel paese, un tenente colonnello ed un capitano hanno deciso di sposarsi. Si tratta di “un importante passo”, come sottolinea la comunità omosessuale, per un ambiente tanto ‘conservatore’. Secondo i bene informati, la coppia avrebbe notificato la propria intenzione all'ufficio del personale due mesi fa e, nonostante qualche resistenza esercitata da un gruppo ristretto di graduati, avrebbe avuto il via libera. I due fidanzati, che vivono e lavorano a Buenos Aires, ma dei quali non sono stati diffusi i nomi, starebbero già facendo i preparativi per le nozze, che si dovrebbero svolgere nella capitale, dove la legge che permette le unioni civili è in vigore dal 2010. Tra le motivazioni addotte dalla coppia per la decisione c'è quella di evitare di essere assegnati a diverse destinazioni. Una risoluzione obbliga infatti le Forze Armate a non dividere una coppia riconosciuta legalmente. Inoltre, nel 2007 l'allora ministro della Difesa Nilda Garrè aveva eliminato la norma che obbligava i militari a chiedere il permesso per contrarre matrimonio, col preciso intento di garantire con maggior forza i diritti civili.
USA
Bimbi obesi, toglierli a famiglie? Esperti divisi
Con più di 2 milioni di bambini obesi, il 17% della popolazione infantile, e moltissimi ragazzini pericolosamente in sovrappeso, in America del Nord si discute se inasprire le leggi per toglierli alle famiglie d'origine ed affidarli ad altre. Cosa, finora, prevista solo in casi estremi. L'affido di questi bambini obesi, però, può venire accordato solo se i medici sono in grado di provare “un pericolo imminente per la salute”. Molti medici sembrano favorevoli ad un intervento più deciso dello Stato. In una proposta del luglio scorso firmata da David Ludwig, specialista di obesità infantile dell'università di Harvard, si sostiene che rimuovere i piccoli dalle loro case non solo “è nell'interesse dei bambini, ma delle stesse famiglie che durante l'affidamento possono venire rieducate ad una nutrizione più sana”. Ma bioetici del calibro di Arthur Caplan temono invece che misure di questo tipo diventino un'accusa diretta ai genitori, mentre le cause dell'obesità sarebbero da ricercare nello stile di vita spesso proposto dalla pubblicità. Sono molti gli Stati dell'Unione che già prevedono misure per togliere i bimbi obesi alle proprie famiglie: fra questi California, New York, Pensylvania, Texas, Indiana, Iowa e New Mexico. Lo scorso anno nella South Carolina delle piantagioni di tabacco e del cibo più grasso d'America, Jerri Gray, mamma single di un quattordicenne di 235 chili, ha perso la custodia del figlio: in 12 mesi in un'altra famiglia il giovane è dimagrito di quasi 100 chili. “Ho sempre fatto due lavori per riuscire a vivere non in un ghetto - dice Gray - e non avevo tempo per cucinare. Così portavo a casa fast-food che ci riempiva la pancia con pochi dollari”.
Francia
Scandalo Servier: farmaci killer
Le accuse contro la casa farmaceutica Servier in Francia si fanno sempre più gravi: dopo lo scandalo per il farmaco anti-fame Mediator, nuove rivelazioni sono state avanzate dal quotidiano Liberation e indicano che il laboratorio avrebbe falsificato i documenti relativi ad un altro farmaco, il Protelos, che agisce contro l'osteoporosi. Mentre Servier smentisce oggi tutte le accuse, il giornale francese pubblica le conclusioni di un rapporto dell'Agenzia europea dei farmaci dal quale emerge che Servier “ha nascosto alle autorità alcuni casi di effetti secondari” del Protelos. In sostanza Servier non avrebbe dichiarato “casi gravi che potevano mettere in discussione” la diffusione del farmaco, entrato in commercio nel 2004. Due quotidiani transalpini, lo stesso Liberation e Le Figaro, avevano rivelato poi nuovi elementi gravi sul caso Mediator, il farmaco antifame che avrebbe causato fra 500 e 2.000 morti. I giornali hanno riportato quanto riferito ai giudici da due ricercatori dei laboratori Servier: i rapporti sul farmaco sarebbero stati modificati di proposito per farlo passare anche come anti-diabetico. La causa farmaceutica potrebbe essere presto incriminata in questo affaire. Intanto l'Associazione di difesa delle vittime del Mediator (Avim) ha fatto sapere di voler depositare “entro la fine di settembre” circa 300 denunce per truffa aggravata contro la casa farmaceutica. “Più di mille altre denunce” saranno depositate da un'altra associazione di vittime del Mediator e dell'Isomeride (AAAVAM), secondo quanto riferito dal suo presidente, Georges Alexandre Imbert. La magistratura aveva aperto un'inchiesta lo scorso dicembre sul Mediator, fabbricato dai laboratori Servier. L'antidiabetico è stato assunto da centinaia di pazienti per il suo effetto dimagrante, subendo però conseguenze cardiache più o meno gravi. Tra il 1976 ed il 2009 fu prescritto a circa cinque milioni di pazienti. Sono circa 2.226 le vittime registrate fino ad oggi secondo il tribunale di Parigi.
Messico
1.300 ragazzi tra i 50.500 morti nella narcoguerra
In Messico almeno 1.300 minorenni fanno parte della lista dei 50.500 omicidi avvenuti nel corso della guerra fra i cartelli del narcotraffico. ‘Narcoguerra’ che ha preso il via nel 2006, quando si è insediato al potere l'attuale presidente Felipe Calderon ed è ricorso alle forze militari per combattere le bande dedite al traffico della droga, secondo quanto dichiarato il direttore dell' Ong Rete per i diritti umani dell'infanzia in Messico, Juan Martin Perez, precisando che, dall'inizio del 2011, “sono stati documentati” gli assassinii in tale ambito di 156 ragazzi con meno di 18 anni. Secondo recenti statistiche della Procura generale e del Ministero della Difesa sono poco più di 4.000 i minorenni legati alle bande del narcotraffico. Per le fonti parlamentari invece sarebbero almeno 75.000.
#foto5sx# Brasile
Detenute sfilano in carcere con modelli creati da loro
Una trentina di detenute di un carcere modello brasiliano hanno sfilato nella sede della Confindustria di San Paolo con modelli creati e realizzati in prigione. Le detenute, tutte condannate per traffico di stupefacenti, hanno creato la griffe 'Daspre’, abbreviazione di 'Das presidiarias', che si rifà scherzosamente a quella ormai nota internazionalmente di 'Daspu’, la marca di moda delle 'lucciole’ carioca. Tutte puntano sulla moda per rifarsi una vita uscite di galera. “È la prima professione che ho potuto imparare nella mia vita, e mi sta aiutando a cambiare mentalità e prospettive”, ha dichiarato la 18enne Tamira Aparecida Duarte, tossicodipendente, arrestata per traffico di droga. Come lei, tutte pensano di mettersi in proprio una volta fuori per non dipendere dalla malavita e sopravvivere nelle favelas. “Nei tre anni da quando esiste il nostro progetto, non ho mai visto nessuna che ne abbia fatto parte tornare in galera, ed è questa la cosa più importante, non la moda che siamo capaci di fare”, ha commentato Lucia Casalli, ideatrice di 'Daspre’.
Gran Bretagna
Eutanasia resta un crimine, ma non è perseguito
I casi di suicidio assistito, nonostante siano in leggero aumento, non vengono perseguiti dai magistrati britannici, così come viene peraltro prescritto dalle nuove linee guida diffuse 18 mesi fa dall'ufficio del Director of Public Prosecutions. Stando alle cifre diffuse dal Times, da quando le misure sono state introdotte almeno 30 persone sono state deferite al Crown Prosecution Service (CPS) - la pubblica accusa del Regno Unito - perché sospettate di aver aiutato un amico o un parente a porre fine alla sua esistenza. Nessuno è stato però incriminato. Al CPS, infatti, precisano che il suicidio assistito resta una pratica illegale nell'ordinamento britannico però le nuove linee guida chiariscono che, se qualcuno ‘mosso da compassione’ aiuta un'altra persona a morire e questa persona aveva dimostrato ‘un chiaro e lucido desiderio’ di togliersi la vita, l'avvio del procedimento penale va considerato improbabile. Lord Falconer, ex Gran Cancelliere ora presidente di una commissione d'inchiesta sul suicidio assistito, ha dato il benvenuto ai dati. Prova che le indicazioni stanno funzionando. “Ma è giusto ricordare - ha detto - che il cambiamento era in atto anche prima dell'introduzione delle linee guida. Che, di fatto, hanno codificato un comportamento già in uso”.
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