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Brevi dal mondo

Brevi dal mondo

Giugno 2011 - Argentina/USA/Mediterraneo/Congo/Pakistan/India

Angelucci Nadia Domenica, 05/06/2011 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Giugno 2011

Argentina

Torre di Babele


Una Torre di Babele composta da 30.000 libri in lingue diverse disposti in una struttura a spirale alta 25 metri è la scultura che l'artista argentina Marta Minujin ha esposto a Buenos Aires, nella centrale Plaza San Martin. “L'idea è di unire tutte le razze attraverso i libri”, ha spiegato l' artista, ricordando la proclamazione della capitale argentina come Capitale mondiale del libro 2011 da parte dell'Unesco. La Torre aveva al suo interno sette piani ed è stato possibile entrare in gruppi di al massimo 100 persone alla volta, accompagnati da un audio che recita la parola “libro” in tutte le lingue del mondo. I libri usati come “mattoni” per costruirla sono per la metà donazioni di una cinquantina di ambasciate a Buenos Aires, e per l'altra metà donazioni di privati, mobilitati con una campagna pubblica, il cui fine era la creazione di una “opera di partecipazione di massa”. Nell'ultimo giorno di apertura, il 28 maggio, i visitatori hanno potuto scegliere un libro fra quelli che compongono la torre e prenderselo. Quelli rimasti sono stati donati alle biblioteche.

USA

'Non vestitevi come puttane'


La 'marcia delle puttane' non si ferma più. Partita da Toronto come reazione al commento di un poliziotto che invitava le donne a non vestirsi in maniera provocante (“come puttane” -sluts- aveva detto) per evitare di essere stuprate, è diventata vero e proprio movimento di gente comune che percorre il nordamerica con numerose manifestazioni per protestare contro l'approccio che criminalizza le donne vittime di abusi e violenze. Il prossimo appuntamento è fissato per il 19 giugno a Seattle, iniziativa alla quale hanno già aderito 2.000 persone. Ma la battaglia è quotidiana e corre in rete dove il movimento è attivissimo a partire dal sito web 'Slutwalk' creato per sensibilizzare sull'argomento. E sebbene l'episodio scatenante sembra passato in secondo piano, ha creato l'occasione, e l'indignazione necessaria, per prendere di petto il tema. Il poliziotto canadese, Michael Sanguinetti, aveva rivolto l'infelice 'raccomandazione' alle studentesse dell'università di York (a Toronto) in un incontro su prevenzione e sicurezza lo scorso gennaio. “Mi sa che qui si sta menando in can per l'aia. - aveva esordito - Mi è stato detto di non dirlo, ma io lo farò lo stesso: le donne dovrebbero evitare di vestirsi come puttane per non diventare vittime”. Inevitabili le immediate reazioni. E a poco sono servite le scuse del poliziotto e il richiamo da parte del capo della Polizia di Toronto: le sue parole sono rimbalzate su Facebook e Twitter, ispirando in marzo una marcia a Toronto e altre nella capitale canadase Ottawa ma anche negli Stati Uniti, a Dallas ed Asheville (North Carolina). A giugno sarà la volta di Seattle, ma poi si pensa anche a Chicago, Filadelfia, Reno e Austin.

Mediterraneo

Violenza domestica fra 40% e 75%


La violenza contro le donne fra le quattro mura di casa è l'emergenza numero uno da affrontare nella sponda Sud del Mediterraneo. Il fenomeno interessa fra il 40% e il 75% delle donne sposate, vittime soprattutto del coniuge. È questo il dato più eclatante dallo studio condotto dal programma Euromed Gender Equality (Egep), presentato in un seminario organizzato a Bruxelles. Il 'Programme to enhance quality between men and women in the Euromed Region', finanziato dall'Unione europea nell'ambito della politica di vicinato, fra 2008 e 2011, ha coinvolto nove Paesi (Algeria, Egitto, Israele, Giordania, Libano, Marocco, Territori palestinesi, Siria e Tunisia). “La diffusione della violenza domestica fra il 40% e il 75% delle donne - spiega Florence Raes di Egep - non è una cifra sovrastimata. Ci sono state inchieste interessanti su questo fronte: la più recente è stata fatta in Marocco, ma sono state condotte anche nei Territori palestinesi e in Siria. Effettivamente, mostrano tutte che siamo sopra la soglia del 50%, con relativo impatto in termini di emancipazione e mercato del lavoro. Non si esce di casa piene di lividi”. In particolare, secondo il rapporto la situazione è particolarmente grave in Giordania, dove quasi sette donne su dieci sono state oggetto di forme di violenza domestica, così come in Libano, dove il dato arriva ad oltre due terzi. Secondo l'esperta “il problema della violenza contro le donne esiste in tutti i paesi, sia nella sfera privata sia nella sfera pubblica. È importante - precisa Raes - dire che la violenza contro le donne rimane un tabù, una questione che passa sotto silenzio, ma comunque meno rispetto al passato, perchè c'è un riconoscimento crescente del problema”. In diversi paesi sono state messe a punto strategie nazionali. Nel quadro generale della 'primavera araba' in corso nella regione, l'Unione europea cosa può fare per i diritti delle donne? “Bisogna essere molto vigili - afferma Raes - ed incoraggiare - su questo punto l'Unione europea deve mobilitarsi da subito - la partecipazione delle donne nelle transizioni democratiche. La presenza delle manifestanti per le strade non implica che siano necessariamente al potere. In Tunisia è stata stabilita la parità fra uomini e donne (nelle candidature alla costituente, ndr), mentre nel governo egiziano non c'è una sola donna”. Altra linea direttrice, conclude l'esperta “è quella di allargare la sfera dei diritti già conquistati e fare attenzione al rischio di tornare indietro”.

Congo

Più di 1.100 donne violentate ogni giorno


Oltre 1.100 donne vengono violentate ogni giorno in Congo. Lo sconcertante dato emerge da uno studio pubblicato sull'American Journal of Public Health ed è 26 volte superiore ai dati raccolti dall'Onu nello stesso periodo, nei 12 mesi tra il 2006 e il 2007. Periodo nel quale, secondo lo studio, oltre 400 mila donne e ragazze tra i 15 e i 49 anni sono state violentate nel paese sconvolto dalla guerra. Un dato, assicurano i relatori dello studio, 26 volte superiore a quello di 15 mila donne stuprate, raccolto dall'Onu nello stesso periodo. “Il nostro studio conferma che le ricerche precedenti sugli stupri e gli abusi sessuali hanno gravemente sottostimato la prevalenza degli stupri”, ha detto Amber Peterman, principale autrice. E anche le nuove cifre, secondo la ricercatrice, sono una stima prudente, visto che gli stupri non vengono dichiarati perchè rappresentano una vergogna per la vittima. Amber Peterman ha anche ricordato che secondo Human Right Watch, le violenze sessuali sono raddoppiate in Congo nel 2009, rispetto al 2008. Se è vero, ha spiegato, allora i dati sono “superiori alla nostra stima”.

#foto5dx#Pakistan

Legge contro lancio di acido


Il Parlamento pachistano ha approvato una legge che punisce coloro che sfigurano le donne con l'acido, una pratica usata di solito per punire offese legate all'onore familiare. Il provvedimento, noto come “The Acid Control and Acid Crime Prevention Bill 2010”, è passato all'unanimità. In base alla nuova disposizione, l'attacco con acido o di altre sostanze corrosive può essere punito con una pena che va da 14 anni di carcere all'ergastolo, oltre a una pesante ammenda. È inoltre previsto un risarcimento alla vittima per le cure mediche e la riabilitazione. La legge, che deve ora passare al vaglio del Senato, copre una grave carenza legislativa. “Spero che contribuisca a ridurre i crimini con l'acido” ha detto la parlamentare e relatrice Marvi Memon, chiedendo che sia data al più presto attuazione al provvedimento.

India

Pena di morte per i delitti d'onore


I cosiddetti “delitti d'onore”, una pratica ancora molto diffusa in India, devono essere puniti con la pena di morte. È quanto sostiene la Corte Suprema indiana in un verdetto emesso a proposito di un padre che ha strangolato la figlia perchè non accettava il matrimonio “combinato” dalla famiglia. “È giunto il momento di sradicare questa pratica barbarica che rappresenta una piaga per la nostra nazione” hanno dichiarato due giudici del massimo organo giudiziario nella sentenza riportata dalla stampa indiana con grande risalto. Ogni giorno le cronache indiane riportano casi di giovani donne barbaramente massacrate, spesso con i loro amanti, dalle famiglie contrarie alle unioni d'amore.



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