Aprile 2011 - Guatemala/Turchia/Palestina/Sudan/Giordania/Bangladesh
Lunedi, 11/04/2011 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Aprile 2011
Guatemala
Festival della memoria
A Chimaltenango, un'area del Guatemala con una significativa prevalenza della popolazione maya, si è svolto il Festival della memoria, per ricordare le centinaia di donne vittime di stupri ai tempi della guerra civile che ha insanguinato il paese per quasi 40 anni. Violentate dai soldati dell’esercito e dai guerriglieri, per cui gli abusi erano un mezzo di controllo politico-militare, ancora oggi le donne guatemalteche devono guardarsi dalle brutalità diffuse in questa società violenta e machista. Il Festival, cui partecipano ospiti da Serbia, India, Colombia, Perù ed Ecuador, è un momento senz’altro doloroso ma al tempo stesso ha un ruolo catartico: “Parliamo del passato perché quando gli eventi sono traumatici c’è bisogno di una guarigione, a livello personale e collettivo” spiega Juana, esponente del Colectivo actoras de cambio che ha promosso l’iniziativa “Io sono Voce della memoria, Corpo della libertà”. “Questo crimine contro l’umanità è passato sotto silenzio per 25 anni, inasprendo la nostra sofferenza” le fa eco Maria Luz. “Rompere il silenzio, costruire la memoria storica delle donne per noi significa recuperare la nostra vita, dire al mondo che la vergogna è loro, di chi violenta. Noi abbiamo trovato la forza di sopravvivere. Siamo qui, vive, riconoscendo le nostre forze, il nostro potere, i nostri saperi, come donne e come maya”. Gli sforzi e il lavoro di questo gruppo di donne nella loro rivendicazione di una nuova dignità sono sostenuti dall’ong italiana CISV che lavora in Guatemala facendo sensibilizzazione sui diritti umani e civili e fornendo accoglienza, sostegno psicologico-legale e formazione alle donne in fuga da situazioni familiari e sociali di violenza.
Turchia
Donne in piazza contro il delitto d'onore
Migliaia di donne hanno manifestato ad Istanbul per dire basta ai delitti d'onore, pratica ancora esistente in Turchia nonostante una legge del 2005 che prevede fino all'ergastolo per chi si macchia di questo crimine. La dimostrazione è stata organizzata dalle associazioni femministe per chiedere al governo un inasprimento della legge sugli omicidi compiuti da mariti o padri per “lavare” un disonore compiuto da una donna della famiglia. Secondo il sito internet indipendente Bianet.org nel solo 2010 i delitti d'onore in Turchia sarebbero stati 217.
Palestina
Donne in marcia per unità
Le organizzazioni femminili sono scese in piazza per invocare unità tra le fazioni palestinesi rivali e chiedere la fine della occupazione israeliana. Nessuna mimosa, dunque per l'otto marzo, ma precise richieste politiche, avanzate in vari cortei che si sono svolti in contemporanea: al check point di Kalandia, tra Gerusalemme e Ramallah, nella Cisgiordania governata dall'Anp, e a Gaza City, nell'enclave controllata dagli integralisti di Hamas. Nella Striscia di Gaza oltre cinquecento manifestanti si sono radunate con cartelli che recitavano: “No alla divisione, sì all'unità”. Sullo stesso tono gli slogan scanditi a Ramallah e a Gerusalemme est da alcune centinaia di attiviste. L'Unione generale delle donne palestinesi, uno dei principali gruppi femministi attivi nei Territori, ha presentato una petizione per il rilascio immediato di 36 detenute nelle carceri israeliane “per motivi politici”. ”La maggior parte di loro - ha denunciato - ha dovuto ricevere nel corso di questi anni di prigionia cure specifiche in conseguenza di varie forme di tortura subite da parte delle autorità israeliane: botte, abusi psicologici, perquisizioni corporali, violenze sessuali”. Manifestazioni simili hanno avuto luogo a livello locale anche a Hebron, Jenin e in altri centri minori.
Sudan
Arresto per le donne che protestano contro gli stupri
Alcuni testimoni hanno riferito che la polizia sudanese ha arrestato oltre 40 donne che erano appena scese in piazza, l'otto marzo, a Khartoum per protestare contro l'arresto e lo stupro di un'attivista dell'opposizione e per rivendicare maggiori diritti per le donne. La manifestazione era già stata convocata per chiedere leggi meno discriminatorie nei confronti delle donne, ma ad accrescere la rabbia è giunta la notizia che Safiya Eshaq, sostenitrice del gruppo d'opposizione Girifna, era stata arrestata e violentata nella capitale sudanese. La protesta - alcune decine di donne - si è radunata nel quartiere Omdurman, a Khartoum, nel primo pomeriggio, sorvegliata da circa 250 poliziotti, che una decina di minuti più tardi sono intervenuti, arrestando una trentina di donne e caricandole sui furgoni cellulari. Le altre hanno continuato a protestare e sono state caricate e disperse a colpi di manganello.
#foto5dx#Giordania
La strada ancora in salita delle donne
Le donne giordane sono ancora marginalizzate e vittime di abusi, nonostante la serie di norme che puntano a dare loro maggiori poteri politici ed economici. Il parlamento attuale conta nove deputati donna, dopo che il governo ne ha aumentato il numero rispetto ai quattro seggi di prima. Inoltre, il potere giudiziario ha adottato il pugno di ferro in tema di violenza sulle donne, prevedendo pene severe su chi si rende responsabile di delitti d'onore. Ma le attiviste dicono che le autorità non fanno ancora abbastanza. “La legge deve essere più chiara sulla questione dei delitti d'onore”, ha detto Reem Abu Hassan, in merito alla norma che permette, a chi uccide una donna per 'onore', di cavarsela con una pena da tre a sei mesi di reclusione. Molto c'è ancora da fare anche sul fronte economico. “Dovremmo vedere pari opportunità per uomini e donne in termini di paga e promozioni, ma questo non è il caso della Giordania”, ha detto Muna Mutamen, vice presidente del Comitato nazionale per le donne, secondo la quale la questione andrebbe tenuta presente nello stilare i progetti di legge. Nonostante i migliori livelli di istruzione, i dati ufficiali mostrano una scarsa partecipazione delle donne al mercato del lavoro. Le donne costituiscono infatti il 14% delle forza lavoro nel settore privato, secondo uno studio del Phoenix Centre for Economic an Informatic Studies (PCEIS). Più alto il dato relativo al settore pubblico, il 37%. Ma complessivamente, il tasso di occupazione femminile si ferma al 14,5%, contro il 20% dell'area tra Medio Oriente e Nordafrica. E lo studio rivela che le donne sono il 51% dei laureati. Quanto alla violenza sulle donne, le statistiche mostrano che non vi è alcun segno di diminuzione. Il Centro nazionale per i diritti delle donne ha registrato 770 denunce nel 2010, il 30% delle quali da parte di donne che hanno subito abusi.
Bangladesh
Donne uccise per mancanza dote
L'organizzazione umanitaria Odhikar ha reso noto in occasione della Giornata internazionale delle Donne che almeno 1.257 donne sono state uccise in Bangladesh negli ultimi sei anni per il mancato pagamento della dote in occasione dei loro matrimoni. Inoltre, altre 243 donne fra gennaio 2005 e dicembre 2010 si sono suicidate non potendo sopportare le torture a cui venivano sottoposte sempre per problemi legati alla completa consegna della dote, mentre 348 sono decedute proprio a causa di queste torture. Secondo Odikhar “c'è una mole enorme di lavoro da fare in Bangladesh per modificare una società che ha al suo centro l'uomo, ed in cui le donne hanno pochi strumenti per difendersi” e “la colpa di questo va attribuita anche al settore giudiziario che subisce l'influenza di potentati finanziario o politici”. Nel rapporto si segnala poi che nei sei anni presi in considerazione, 526 donne sono state sfigurate con acido, mentre 1.876 donne e 1.598 ragazze sono state violentate.
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