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Brevi dal mondo

Brevi dal mondo

Notizie - Sierra Leone, Zanzariere contro la malaria / Sudafrica, violenza / Africa contro la fame / India, Bhopal / Pakistan, 7 milioni di alluvionati / Colombia, donna procuratore generale

Angelucci Nadia Sabato, 15/01/2011 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Gennaio 2011

Sierra Leone

Zanzariere contro la malaria

Per combattere la diffusione della malaria che costituisce ancora una vera e propria emergenza nazionale, il governo della Sierra Leone ha avviato la distribuzione, in tutte le regioni del paese, di tre milioni di zanzariere imbevute di liquido insetticida. La campagna contro il paludismo è stata definita dallo stesso governo "la più drastica di sempre" e prevede la consegna a ogni famiglia da una a tre zanzariere. Le donne e i bambini con meno di cinque anni che sono i più colpiti dalla malattia saranno oggetto di un'attenzione particolare. Secondo un recente studio del Ministero della Sanità, in Sierra Leone la malaria è la prima causa di ricovero negli ospedali e negli ultimi tempi ci sono stati anche molti casi di febbre tifoidea, provocata sempre dalla puntura di zanzare. La campagna è stata avviata dopo la fine della stagione umida, il periodo dell’anno più favorevole alla diffusione della malaria.



Sudafrica

Sempre alta la violenza sulle donne

Una ricerca svolta nella provincia di Gauteng - la più ricca e industrializzata del Sudafrica, con l'aerea metropolitana di Johannesburg – e che ha coinvolto 511 donne e 487 uomini, di cui il 90% di pelle nera, il 10% di bianchi, conferma, con i suoi risultati davvero incredibili, l'assoluta predominanza della cultura patriarcale sudafricana. Infatti un uomo sudafricano ogni tre riconosce di aver stuprato una donna; uno su quattro ammette di aver usato violenza sulle donne; nove su dieci sono dell'idea che una moglie debba obbedire al marito e sei donne su dieci concordano con questa opinione. La ricerca rivela che il 37,4% degli uomini dice di aver commesso uno stupro e, contemporaneamente, il 25,3% delle donne dice di essere stata stuprata; il 38,7% degli uomini e il 29,3% delle donne ritiene che "una donna non possa rifiutarsi di avere rapporti sessuali con il marito”; il 22,3% degli uomini e l'8,8% delle donne pensa che "se una donna fa qualcosa di sbagliato, il marito abbia il diritto di punirla". Infine, il 20,1% degli uomini e il 15,6% delle donne sostiene che "in alcuni casi di stupro, le donne se la sono cercata". Un sondaggio dello scorso anno del Medical Research Council ha rilevato che il 28% degli uomini delle province dell'Eastern Cape e di Kwazulu Natal hanno violentato una donna o una ragazza. Il Sudafrica registra la più alta percentuale di stupri al mondo.



Africa

Una generazione per sconfiggere la fame

Uno studio realizzato da esperti internazionali, coordinati dal keniano Calestous Juma, professore di Sviluppo Internazionale all’università di Harvard, e presentato ai presidenti della Comunità dell’Africa orientale (Eac) riuniti a Dar es Salaam, in Tanzania, per un vertice speciale dedicato al tema della sicurezza alimentare e dei cambiamenti climatici rivela che mettendo l’agricoltura al centro di tutte le politiche di sviluppo dei governi africani, il continente potrà raggiungere, nell’arco di una sola generazione, l’autosufficienza alimentare e fare dell’industria agricola e alimentare il motore del proprio sviluppo futuro. “Il nuovo raccolto, l’innovazione agricola in Africa” è in realtà è un vero e proprio manuale, con istruzioni e indicazioni chiare e semplici, per guidare il continente verso una transizione che lo vedrà diventare da luogo di importazione di cibo a esportatore mondiale. Gli studiosi coordinati dal professor Juma però sottolineano che per ottenere questo rapido sviluppo sarà fondamentale porre l’agricoltura come fulcro delle politiche di sviluppo dei paesi africani; il documento chiede infatti ai governi di pensare tutti i piani di sviluppo e di innovazione anche di altri settori (da quello delle infrastrutture, a quello delle comunicazioni, passando per quello dell’educazione) come funzionali alla crescita agricola.



India

Bhopal dopo 26 anni

Nell'anniversario del disastro di Bhopal, 2 dicembre 1984, sono stati ricordati i morti della fuga di 40 tonnellate di gas tossico che ha fatto 20mila vittime e intossicato quasi 600mila persone, ma giustizia ancora non è stata fatta.  A tutt’oggi, Warren Anderson, l’allora presidente di Union Carbide Corporation, multinazionale statunitense responsabile del disastro, è latitante e le otto persone condannate a due anni di reclusione lo scorso 9 giugno sono già libere su cauzione. Provocato da una fuga di 40 tonnellate di isocianato di metile (cianuro)  dallo stabilimento di pesticidi della Union Carbide, il disastro di Bophal è considerato una delle più gravi tragedie ambientali della storia. A tutt’oggi i dati sono incerti.  Le stime sul numero di avvelenamenti causati dal gas tossico parlano di almeno cinquemila persone uccise poche ore dopo la fuga, 15mila nei mesi successivi. I disabili permanenti sarebbero superiori a 150mila. Il governo del Madhya Pradesh considera ormai l’area fuori pericolo, ma negli ospedali di Bophal si presentano ogni giorno 6mila persone con problemi respiratori, motori e celebrali legati alla tragedia. Intanto le vittime assistite solo da organizzazioni non governative e religiose aspettano risposte dal governo e sperano di ottenere giustizia.



Pakistan

7 milioni di alluvionati e fondi mal gestiti

Una gestione pessima e un uso improprio delle donazioni della comunità internazionale bloccano ancora la necessaria ricostruzione nei distretti del Pakistan colpiti in agosto da impressionanti alluvioni. Oltre 6,8 milioni di persone vivono ancora in rifugi di emergenza e molti di loro rischiano di morire con l’arrivo dell’inverno.  Secondo i funzionari del governo gli sforzi fatti in questi mesi sono stati resi vani dal conflitto tra autorità federali e provinciali per il controllo dei finanziamenti. A tutt’oggi circa 60 milioni di dollari donati dalla comunità internazionale restano inutilizzati in un fondo creato in settembre dal Primo ministro Yousuf Raza Gilani. Nella provincia di Sindh, nel sud Paese, la maggior parte dei villaggi  e dei campi coltivati sono allagati. Nel villaggio di  Gul Mohammad Chandio (distretto di Dadu), le famiglie vivono ancora sotto tende di fortuna e da mesi attendono gli aiuti promessi dal governo.  I funzionari delle Nazioni Unite hanno più volte sottolineato lo scarso sostegno finanziario della comunità internazionale, dovuto soprattutto alla cattiva reputazione del governo pakistano e ai continui casi di corruzione, che ha fatto sì che le donazioni inviate abbiano raggiunto solo metà degli 1,93 miliardi di dollari richiesti dall’Onu nella sua campagna di raccolta.  

Nonostante la sostanziale immobilità nella ricostruzione e nelle distribuzione dei fondi, il governo federale continua a chiedere ai donatori di versare denaro contante, invece di infrastrutture e mano d’opera. I responsabili della ricostruzione hanno proposto di distribuire carte prepagate alle famiglie perché possano autonomamente riparare le proprie abitazioni. L’iniziativa è stata appoggiata dagli Stati Uniti, ma non dalla Banca Mondiale, che ha richiesto maggiori garanzie di trasparenza e affidabilità. Su tale proposta Amil Khan, portavoce dell’Ong Oxfam, ha detto: “Abbiamo segnalazioni di persone che non sapendo come utilizzare il bancomat, non possono ritirare i soldi” e ha messo in evidenza che nel Paese mancano le infrastrutture finanziarie per un sistema di questo tipo e nei pochi luoghi attrezzati vi sono continui problemi di accesso e gestione dei macchinari.



Colombia

Una donna il nuovo procuratore generale

Dopo 16 mesi di stallo duranti i quali sono stati respinte a più riprese le nomine avanzate dall’ex-presidente Alvaro Uribe (2002-2010) per aperte divergenze, la Corte suprema di giustizia (Csj) colombiana ha designato il nuovo Procuratore generale scegliendo, per la prima volta nella storia del paese, una donna, Viviane Morales. Avvocato dell’Università del Rosario, giornalista per l’emittente ‘Caracol Radio’ e già deputata nella precedente legislatura, Morales ha battuto i giuristi Juan Carlos Esguerra e Carlos Gustavo Arrieta. I tre erano stati proposti dal presidente Juan Manuel Santos, succeduto ad agosto a Uribe. L’incarico era vacante dall’agosto 2009 e occupato da allora ‘ad interim’ da Guillermo Mendoza. Nel periodo di interim presso la Procura generale si sono accumulati molti dossier su indagini considerate ‘sensibili’: tra queste, lo scandalo noto come delle ‘chuzadas’, le intercettazioni telefoniche da parte del Dipartimento amministrativo di sicurezza (Das, che dipende direttamente dalla presidenza) nei confronti di giornalisti, magistrati e oppositori politici durante l’amministrazione Uribe. “La prima cosa che faremo sarà riunirci per conoscere la situazione delle ‘chuzadas’” ha detto Morales, appresa la sua nomina.



(17 gennaio 2011)

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