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Brevi dal mondo

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Notizie - Donna eletta Presidente del Consiglio Provinciale in Marocco / Gran Bretagna: Alcol e violenze / Indonesia e aborto / Nuovo Codice di famiglia in Mali / Arrestata la ‘Regina Delle Anfetamine’ in Colombia / Costarica, Nuova legge elettorale

Angelucci Nadia Lunedi, 12/10/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Ottobre 2009

Marocco

Una donna eletta Presidente del Consiglio Provinciale


Jamila Afif, del partito filo governativo “Tradizione e Modernità”, è stata nominata presidente del Consiglio Provinciale di Marrakesh durante una seduta fiume durata diverse ore, con 32 voti a favore su 34 consiglieri provinciali. Pochi mesi fa una dirigente dello stesso partito, Fatima Zahra Mansuri, era stata nominata sindaco della stessa città. Afif è la quarta donna ad assumere un incarico istituzionale in ambito locale in Marocco dopo le recenti elezioni amministrative. Prima di lei, oltre alla Mansuri, erano state nominate Presidente del Consiglio comunale di al-Nakhil e di Jaliz rispettivamente Milouda Hazib - insegnante - e Zakiya Mirani. Le quattro nuove amministratrici appartengono stesso partito, fondato pochi mesi fa e considerato vicino al re Muhammad VI. La Afif, che insegna in una scuola superiore di Marrakesh, eletta consigliera provinciale con una lista indipendente, ha annunciato l'adesione al partito di 'Tradizione e Modernità' subito dopo la nomina.



Gran Bretagna

Alcol e violenze


Due diversi studi pubblicati dall'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (Ocse) e dall'Associazione britannica per la prevenzione della crudeltà nei confronti dei bambini (Nspcc) fanno emergere un dato sconcertante secondo cui le adolescenti britanniche sono quelle che bevono di più rispetto alle loro coetanee di altri Paesi ed un terzo di loro ha subito violenze dal proprio partner. Il rapporto dell'Ocse - Doing Better for Children - mette a confronto il benessere dei bambini e dei giovani in 24 Paesi industrializzati e rivela che la percentuale di giovani britannici dai 13 ai 15 anni che si è ubriacato almeno due volte è del 33%, più del doppio rispetto a Paesi come l'Italia, gli USA e la Francia. Le differenze sono ancora più forti se si analizzano i dati riguardanti le ragazze; infatti il 50% delle quindicenni si ubriaca, il triplo rispetto alle loro coetanee francesi. Dominic Richardson, uno degli autori del rapporto, ha sottolineato che malgrado i ragazzi britannici possano contare su un buon sistema scolastico e la povertà sia sotto la media, le gravidanze tra giovanissimi sono più diffuse in Gran Bretagna che in altri Paesi e il tasso di alcolismo è il più alto di tutti. Il Nspcc ha intervistato 1.400 ragazze tra i 13 e i 17 anni. Il 90% aveva già avuto relazioni intime con un ragazzo: una su 6 ha detto di aver subito pressioni per avere un rapporto sessuale e una su 16 ha detto di essere stata violentata. Un quarto di tutte le ragazze che hanno partecipato allo studio ha inoltre dichiarato di essere stata presa a schiaffi, a pugni o picchiata.



Indonesia

Troppe morti per aborto


Tini Hadad, segretario generale dell'Associazione per la Salute delle Donne ha lanciato un allarme sulla salute delle donne indonesiane: “La legge che regola l'aborto è antiquata e troppe donne muoiono perché non hanno la possibilità di abortire in modo sicuro”. La situazione nel paese è assai ambigua dato che il Codice penale indonesiano riconosce l’aborto come pratica illegale e prevede per chi trasgredisce pene di 15 anni in prigione per il medico e 4 per la donna, ma nel 1992 la Legge sulla Salute ha riconosciuto che “terapie mediche possono essere condotte in casi di necessità”. Secondo le stime prodotte da diverse ONG in questo momento sarebbero circa 2,5 milioni le donne che annualmente abortiscono nel Paese. La maggior parte di esse per evitare problemi legali ed economici lo fa in modo illegale, spesso rivolgendosi a personale non medico e ricorrendo a pratiche che includono pozioni di erbe e massaggi. “Sono queste pratiche - dice Tini Hadad - che portano a gravi conseguenze mediche e addirittura alla morte”. L’Associazione per la Salute delle Donne che raccoglie 30 ONG, precisa che quello che si chiede al governo non è la legalizzazione dell'aborto, ma solo una revisione della legge sulla Salute: “In linea di principio è giusto mantenere l'aborto come pratica illegale. Ma per i casi in cui è permesso deve essere regolato in modo che ci sia la possibilità di terminare la gravidanza in modo sicuro”, dice. Nel 2003 è stata presentata da una commissione parlamentare una bozza di revisione della legge che ha subito forte opposizione da parte delle organizzazioni religiose, soprattutto islamiche e cristiane, e solo di recente è stato dato il nulla osta per il voto del Parlamento, che dovrà esprimersi prossimamente.



Mali

Nuovo Codice di famiglia


Il dibattito sui 1.143 articoli del nuovo Codice della famiglia e degli individui, approvato dal Parlamento il 3 agosto, ha diviso il Mali per giorni creando forti tensioni perché, secondo i conservatori, aprirebbe la strada all’emancipazione delle donne. Alla fine il Presidente Amadou Toumani Touré ha deciso di non firmare il provvedimento e di rinviarlo ai deputati per la revisione di alcuni punti giustificando il fatto con il bisogno di garantire “la sicurezza e la pace sociale nel paese”.

Sira Diop, ex presidente dell’Unione nazionale delle donne del Mali, ha dichiarato invece che la riforma aiuterebbe le donne maliane “a diventare consapevoli dei propri diritti e prendere in mano il proprio destino”. Diop conosce la situazione delle donne delle zone rurali, prive di istruzione e sottomesse ai mariti e pensa che alcuni riconoscimenti previsti dalla riforma, come la divisione dei beni in caso di monogamia, sarebbe un passo in avanti molto importante. La legge attualmente in vigore prevede infatti che le donne consegnino interamente i propri guadagni al marito. Le tensioni seguite all’approvazione della norma sono dovute al fatto che gli uomini ritengono che il nuovo ordinamento rappresenti una minaccia per l’ordine sociale costituito e, su iniziativa dell’Alto Consiglio islamico, hanno protestato in 50.000 presso lo stadio di Bamako. L’Alto Consiglio, da parte sua, ha acceso gli animi dichiarando che alcuni articoli del Codice “sono contrari ai princìpi dell’Islam”; “in un paese al 90% musulmano il matrimonio non può essere anche laico, come vorrebbe la riforma” ha dichiarato il leader Mahmoud Dicko. Eppure, a differenza di altri paesi africani, come il Senegal o il Burkina Faso, il nuovo codice familiare maliano non sfiora neppure lontanamente questioni come le mutilazioni genitali o l’obbligo di sposare il fratello del marito in caso di vedovanza. La situazione di sottomissione delle donne è stata rappresentata dall’assenza di quest’ultime dal dibattito. A parte poche militanti che hanno espresso con forza le proprie posizioni, la maggior parte delle maliane non è riuscita a farsi sentire.



Colombia

Arrestata la ‘Regina Delle Anfetamine’


Dopo anni di ricerche la polizia colombiana ha arrestato nella città di Pereira, vicino a Bogotà, Beatriz Elena Henao (43 anni), conosciuta come la ‘Regina delle anfetamine’, sulla quale pendeva una condanna del Tribunale di New York perché riconosciuta colpevole del reato di traffico di droga, in particolare di aver inviato negli Usa e in Europa eroina e circa un milione di pasticche di droga sintetica. A rendere nota la cattura sono state le autorità colombiane, ricordando che Henao era nella lista delle dieci donne più ricercate dell'Interpol. La donna, latitante da otto anni, sarà presto estradata negli Usa. Grazie alla conoscenza delle lingue straniere - oltre allo spagnolo, l’inglese, il tedesco e l’olandese - Henao, che al momento dell’arresto si trovava insieme a ben otto delle sue guardie del corpo, è stata per anni un contatto ideale per il traffico della droga dalla Colombia negli Usa e in Europa, in particolare l'Olanda e la Spagna.



Costarica

Nuova legge elettorale


Nel mese di agosto, dopo anni di discussione e iter legislativo, nel piccolo stato centroamericano è stato varato il nuovo codice elettorale che, tra i suoi punti qualificanti, assicura la parità di genere nelle cariche politiche elettive, abilita al voto i cittadini residenti all’estero e rivede i meccanismi di finanziamento dei partiti.

La nuova legge prevede che le liste e le cariche negli organi direttivi debbano presentare una conformazione paritaria, 50% maschile e 50% femminile, e alternata. Costarica già applica la legge di quote elettorali più avanzata dell’America Latina, fissando nel 40% il tetto per le donne nelle liste. Infatti l’attuale Assemblea Legislativa costaricana conta su una percentuale del 36,8% di parlamentari donne che la colloca al primo posto nella regione tra i paesi che hanno la più alta rappresentatività femminile.



(12 ottobre 2009)

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