Notizie - Pillola del giorno dopo e buono per le madri in Cile / Una griot in Mauritania / Femministe contro il colpo di stato in Honduras / Giornaliste nel mondo
Angelucci Nadia Lunedi, 31/08/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Settembre 2009
AMERICA LATINA/Cile
Bachelet: pillola del giorno dopo e buono per le madri
Dopo il parere sfavorevole del Tribunale Costituzionale e della Consulta che hanno proibito la distribuzione gratuita della cosiddetta pillola del giorno dopo negli ambulatori di salute pubblica e nei consultori la Presidenta cilena Michelle Bachelet ha firmato un progetto di legge titolato “Informazione, orientamento e prestazioni in materia di regolazione della fertilità” al quale ha impresso il carattere di estrema urgenza dichiarando che è dovere del Governo “fare in modo che tutte le donne del paese abbiano accesso agli anticoncezionali che sono consentiti da tutta la comunità medica mondiale”. Bachelet ha anche sottolineato che in questo modo “lo Stato non impone nulla ai cittadini, ma assicura solo l’equità nell’accesso ai metodi anticoncezionali, dando a tutti la stessa possibilità e lasciando la libertà di scelta alle persone”.
La proposta di legge stabilisce il diritto all’informazione su tutte le alternative efficaci di regolazione della fertilità così come di prevenzione delle gravidanze precoci e delle malattie a trasmissione sessuale e fissa la competenza degli organismi statali sulla materia, anche quando si tratta di anticoncezionali di emergenza.
La distribuzione di questi presidi sanitari è stata proposta da Bachelet pochi mesi dopo la sua ascesa alla presidenza del Cile, nel marzo del 2006, ma l’opposizione interna non ha mai smesso di frapporre ostacoli e ricorsi. Infatti non appena il Ministero della Salute promulgò le Norme Nazionali sulla regolazione della fertilità, che autorizzavano i Consultori e gli Ospedali a distribuire gratuitamente alle donne e alle adolescenti maggiori di 14 anni qualsiasi metodo anticoncezionale, i settori più conservatori del paese impugnarono la sentenza costringendo la Presidenta a firmare un decreto d’urgenza. Poi fu presentato un ricorso al Tribunale Costituzionale, accolto nell’aprile 2008, e alla Consulta che ribadì la sentenza. Proprio per questo Bachelet ha deciso di presentare una proposta di legge per regolamentare il settore.
Intanto è entrata in vigore la riforma al sistema pensionistico che prevede la consegna ad ogni donna di più di 65 anni che abbia avuto almeno un figlio di un buono di 555 dollari. Il contributo riconosce il lavoro di cura delle donne e – secondo quanto comunicato dal governo cileno – è un aiuto che lo stato riconosce a tutte le cilene, senza distinzioni sociali, per il fatto di essere state madri. I requisiti per accedervi sono: avere più di 65 anni, avere avuto un figlio – naturale o adottato -, andare in pensione da luglio 2009, vivere da almeno 20 anni in Cile. Nel corso del presente anno saranno 13.000 le donne che riceveranno la somma prevista; nel 2010 il numero arriverà a 42.000.
AFRICA / Mauritania
Una griot canta contro il regime
Mentre tornava dal Senegal, dove si era recata ad incidere i suoi dischi – cosa che le è vietata nel suo paese -, Malouma Minth Meidah, 49 anni, ha subito il sequestro dei cd che trasportava nel bagagliaio della sua macchina. E’ questa la forma di censura che il dittatore mauritano, generale Mohamed Ould Abdel Aziz golpista che un anno fa ha incarcerato Sidi Abdallahi, il primo leader eletto democraticamente nel 2007, ha messo in atto contro questa donna, una cantante che si oppone al regime e che è stata eletta senatrice nell’unico voto libero in mezzo secolo di indipendenza del paese. Malouma che attraverso melodie dolci e piacevoli scrive testi contro la dittatura è una delle poche che sfida apertamente il governo del suo paese. Anche se la cantante è stata sempre rispettata, anche nei momenti più oscuri delle dittature militari che si sono succedete in Mauritania, ha recentemente dichiarato che con Aziz è cambiato tutto: “Ho ricevuto minacce telefoniche, per la prima volta ho avuto paura”. La ‘carriera’ di oppositrice di Malouma Minth Meidah è cominciata presto; infatti a soli 10 anni tirò le pietre a un emiro, un capo religioso, colpevole di aver lasciato il vecchio padre a cantare per ore sotto il sole; a 16 anni è diventata famosa per una canzone dal titolo “Mi piace amare il mio amore”, atto d’accusa contro la pratica diffusa dei matrimoni con le bambine. Oggi è diventata un’icona, tanto all’estero quanto per la sua gente.
CENTRO AMERICA /Honduras
Femministe contro il colpo di stato
Il gruppo Feministas en Resistencia, composto da varie organizzazioni di donne honduregne continua ad organizzare azioni di opposizione al colpo di stato che è stato realizzato il 28 giugno nel paese centroamericano. Le donne si stanno organizzando soprattutto per sostenere le famiglie delle persone uccise e ferite durante i giorni della repressione e realizzare attività simboliche di resistenza per recuperare le garanzie costituzionali e i diritti.
Il gruppo sta svolgendo anche azioni di denuncia per le morti nelle manifestazione, per la mancanza di denuncia delle violazioni dei diritti umani da parte degli osservatori internazionali, la negligenza della Commissione Nazionale per i diritti umani, la militarizzazione del paese e la complicità della Chiesa cattolica con i protagonisti del golpe.
MONDO
Le giornaliste reclamano uguaglianza nelle redazioni
I risultati della conferenza su “Etica e genere: eguaglianza nelle redazioni?” hanno concluso che i lavoratori e le lavoratrici dei mezzi di comunicazione, giornalisti/e e sindacalisti/e devono impegnarsi a promuovere l’etica nel giornalismo, a rispettare l’immagine, i diritti e la dignità delle donne. I giornalisti presenti hanno anche discusso della crisi economica nelle differenti aree regionali e di come questa incida nella vita lavorativi delle giornaliste e proposto azioni da intraprendere.
America Latina. I giornalisti/e hanno chiesto alla Federazione Internazionale dei Giornalisti di realizzare uno studio sulla situazione socioeconomica delle donne lavoratrici e hanno chiesto alla Federazione dell’America Latina e i Caraibi di nominare un segretario per i Temi di Genere che sostenga e lavori con i sindacati per realizzare azioni concrete di rafforzamento e promozione di leadership femminili.
Africa. La situazione permane critica. Malgrado l’impegno per la promozione dell’uguaglianza di genere nei mezzi di comunicazione e nella società, c’è ancora una mancanza di attenzione verso i bisogni delle giornaliste e nella promozione dei contenuti di genere.
Asia. È stato stabilito come prioritario proseguire la lotta per un lavoro sicuro e per l’equità di genere; i giornalisti promuoveranno lo sviluppo di programmi e sistemi di formazione che coinvolgano tutti gli attori della comunicazione su questi temi.
Europa. Appare indipensabile cercare di attenuare gli effetti della crisi economica che aggrava le condizioni di lavoro dei giornalisti e in particolare rende più vulnerabile la situazione femminile nelle redazioni.
Medio Oriente. Il tema della discriminazione, unita alla costante violazione dei diritti umani nelle zone di maggior conflitto, impedisce alle donne di raggiungere posizioni di responsabilità e sviluppare pienamente la sfera professionale nel giornalismo. L’appello alla FIP è quello di dare impulso a strutture, all’interno dei sindacati ragionali, che veglino su queste situazioni e costruire organismi di sorveglianza sui temi di genere.
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