Notizie - Nobel per la pace alle africane / Obese per forza in Mauritania / Attivista Mukoko libera, ma in ospedale / Nuova Costituzione in Bolivia / Ministra incinta in Giappone / Rifugio per donne vittime della tratta in Siria
Angelucci Nadia Martedi, 21/04/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Aprile 2009
ITALIA Nobel per la pace alle africane
Il CIPSI - Coordinamento di iniziative popolari di solidarietà internazionale – e Chiama l’Africa hanno lanciato una campagna internazionale volta ad assegnare il Premio Nobel per la pace 2010 alle donne africane. L’iniziativa è stata promossa durante la Conferenza internazionale ‘La cooperazione con l’Africa in un contesto di crisi economico-finanziaria’ da Patrizia Sentinelli, viceministra degli Esteri nel governo Prodi che ha dichiarato che “è importante riconoscere le donne come soggettività collettiva. Una proposta che nasce a partire dalla constatazione le africane sono protagoniste e leader sia nella vita quotidiana che nell’attività politica e sociale. Eugenio Melandri e Guido Barbera hanno dichiarato che "le donne africane portano sulle loro spalle il peso e la responsabilità del vivere quotidiano. Lavorano in media 17 ore al giorno. Sono le donne africane che riescono a organizzarsi per lottare per la pace e a mantenere la vita anche nelle situazioni più tragiche, in un impegno politico spesso capillare e non riconosciuto. E ciò molto spesso con il rischio di subire violenza e sopraffazione. L'Africa oggi può sperare nel proprio futuro soprattutto a partire dalle donne comuni, quelle che vivono nei villaggi o nelle grandi città, in situazioni spesso di emergenza". La campagna verrà presentata sul sito web multilingue www.noppaw.org con l’obiettivo di raccogliere almeno 2 milioni di firme da inviare al comitato che attribuisce il Nobel.
AFRICA
Obese per forza in Mauritania
Il quotidiano The Guardian ha riportato la notizia che gruppi per la difesa dei diritti umani hanno lanciato un allarme per il ritorno in auge, in Mauritania, di pratiche antiche e spesso crudeli come quella dell'alimentazione forzata delle bambine al fine di procurare loro un buon matrimonio. La pratica dell’ingozzamento, che ha radici arabo-berbere, è assai diffusa nel paese, dove una donna grassa è certa di avere un matrimonio felice. Le bambine sin dall’infanzia vengono sottoposte ad un regime alimentare ipercalorico che le porta in breve tempo ad acquistare peso: un menù tipico giornaliero può comprendere due chili di miglio, due coppe di burro e 20 litri di latte di cammello. L’obiettivo è che durante l’adolescenza sembrino già delle donne per poterle dare in spose al più presto. Negli ultimi dieci anni varie organizzazioni sono riuscite a sensibilizzare la gente sui rischi per la salute legati all'obesità; questo è accaduto soprattutto nelle città dove il paragone con altri modelli di donna dissuadono le ragazze. Ma nelle campagne la situazione è ancora molto critica. I rischi per la salute sono evidenti e gli effetti collaterali non sono limitati solo ai problemi alle articolazioni e all'apparato cardiocircolatorio, all’ipercolesterolemia o alle complicazioni renali; infatti secondo quanto riferisce Aminetou Mint el Moctar, presidentessa della ONG Association des Femmes Chefs de Famille, al giorno d’oggi le madri “soprattutto nelle zone urbane dove è più difficile procurarsi il latte di dromedario, ingrassano le figlie con farmaci a base di ormoni o di cortisone: o, peggio, con prodotti veterinari”. Secondo el Moctar, il 30 per cento delle bambine mauritane vengono sovralimentate: una stima tre volte più elevata di quella ufficiale.
AFRICA
Attivista Mukoko libera, ma in ospedale
Jestina Mukoko, una nota attivista per i diritti umani in Zimbabwe, ha confermato di essere stata rimessa in libertà in seguito al pagamento di una cauzione di 476 euro dopo tre mesi di prigione, ma di essere troppo malata e debole per uscire dall'ospedale. La liberazione di Mukoko e quella di altri 8 attivisti è stata ottenuta grazie all’impegno del premier Morgan Tsvangirai e al via libera del presidente Robert Mugabe in segno di conciliazione e come impegno nei confronti del nuovo governo di unità nazionale. Mukoko, direttora della ong 'Zimbabwe Peace Project' (Zpp), era stata portata via dalla sua casa il 3 dicembre scorso da alcuni uomini armati, che si erano presentati come poliziotti. Per tre settimane era stata detenuta in una località segreta prima di ricomparire davanti ai giudici il 23 dicembre. Le inchieste di Mukoko hanno contribuito a denunciare le migliaia di casi di omicidio, tortura, rapimenti e incendi dolosi atti ad intimidire gli attivisti dei diritti umani e i politici, compiuti dagli uomini di Mugabe. La legale della donna ha specificato che la sua libertà di movimento resta limitata e che le accuse di complotto nei suoi confronti sono sempre valide.
AMERICA LATINA
Nuova Costituzione in Bolivia
Per la festa de La Alasita, una delle tradizioni boliviane più antiche, secondo la quale acquistando la miniatura di un oggetto desiderato questo si convertirà in realtà, le femministe boliviane hanno realizzato una miniatura del presidente Evo Morales che porta sulle spalle una bambina e ha in una mano la scopa e nell’altra una busta della spesa. Le donne chiedono in questo modo il riconoscimento dei propri diritti e sperano in un’assunzione di responsabilità degli uomini nell’educazione dei figli e nel lavoro domestico. Anche se il nuovo testo Costituzionale è stato approvato con un referendum, alcuni settori sociali, e tra questi le femministe, non sono soddisfatte e reclamano che si tratti di un testo frutto di un patto tra uomini. Per le attiviste del movimento femminista le lacune più significative hanno a che vedere con i diritti fondamentali della persona, come l’autodeterminazione del corpo della donna, l’eliminazione del servizio militare obbligatorio, la laicità dello Stato, la mancata depenalizzazione dell’aborto. Altro tema controverso è quello del matrimonio tra persone dello stesso sesso: la nuova Carta infatti proibisce e sanziona ogni forma di discriminazione basata sull’orientamento sessuale ma specifica che il matrimonio è solo quello tra uomini e donne.
#foto5sx#ASIA
Ministra incinta in Giappone
Yuko Obuchi, ministra per le Politiche sociali e per il Calo demografico, aspetta il suo secondo figlio ed è divenuta il primo esponente dell'esecutivo in 'dolce attesa' nella storia parlamentare del Sol Levante. Eletta alla Camera Bassa, nelle file del partito Liberaldemocratico di maggioranza, Obuchi lo scorso settembre aveva raggiunto anche un altro primato, divenendo a 34 anni -scelta dal premier Taro Aso - il ministro nipponico più giovane del dopoguerra. Figlia dell'ex premier Keizo Obuchi ha dichiarato che "Indipendentemente dalla mia carica di ministro e dalle prospettive elettorali, il mio desiderio e' dare alla luce un bimbo in salute". Il parto e' previsto per la fine di settembre, in piena campagna elettorale per il rinnovo del Parlamento e quindi la gravidanza si svolgerà in un periodo fitto di impegni ma, ha spiegato la Ministra: ” In qualità di responsabile per le politiche in supporto alla natalità in declino, non posso comunque farmi intimidire dalla situazione”.
MEDIO ORIENTE
Rifugio per donne vittime della tratta in Siria
Sorge in un luogo nascosto vicino a Damasco ed è gestito dall’Association for Women’s Development Role il Centro di accoglienza che ospiterà donne e bambini vittime della tratta di esseri umani. Il traffico degli esseri umani non è ancora un tema sentito nella regione, al punto che solo la Giordania ha approvato, da poco, una legge che punisce i trafficanti, mentre l’Egitto ne sta studiando una molto simile. In Siria la percezione del problema si è incominciata ad avere nel 2005, quando il governo ha istituito un gruppo di studio nazionale per varare una legge e fondare alcune case accoglienza. Il centro di accoglienza dispone di venti posti letto, di un’area ricreativa, una cucina e un bagno, mentre altre stanze sono adibite per le cure mediche, psicologiche e le consulenze legali.
Secondo il rapporto 2008 del Dipartimento di Stato Usa, la Siria è un paese di transito e di destinazione per il commercio di donne e bambini, impiegati nel mercato della prostituzione e in quello del lavoro domestico. Soprattutto le donne irachene e quelle dell’est europeo – si legge nel rapporto – vengono sfruttate a fini sessuali, mentre gli schiavi domestici arrivano dal sud est asiatico, indotti da una falsa promessa di lavoro o dal miraggio di migliorare la propria vita, al punto che un governo come quello delle Filippine è arrivato a sconsigliare ai propri cittadini di cercare lavoro in Siria per la mancanza di protezione.
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