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Brevi dal Mondo

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Notizie - MALESIA Fatwa contro i capelli corti / AMERICA LATINA Rapporto sul Femminicidio / MAROCCO Riforma del diritto ereditario e abolizione poligamia / MESSICO Chiapas: solo donne nella polizia stradale / ITALIA Solo 21 donne ai vertici della Magistra

Angelucci Nadia Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Dicembre 2008

MALESIA
Fatwa contro i capelli corti

Il Consiglio nazionale della fatwa della Malaysia, ha emanato un provvedimento che censura il comportamento delle donne che agiscono come ‘maschi’, assumendo atteggiamenti poco femminili, e violando così i principi dell’Islam. I musulmani sono circa il 60% dell’intera popolazione malesiana (27 milioni) e sono soggetti agli editti del Consiglio anche nel caso in cui le disposizioni dell’organismo islamico non sono inserite nella legge della Sharia. Non è però chiaro quale sia la punizione per chi dovesse trasgredire, infatti raramente i contravventori vengono puniti, a meno che l’editto non sia inserito nella giurisdizione nazionale, o nella Sharia.
La fatwa in questione è stata decretata durante un incontro nel nord della Malaysia, nel quale Harussani Idris Zacaria, muftì di Perak, ha stigmatizzato il comportamento delle ragazze che, a suo avviso, mancano di rispetto alla loro fede portando i capelli corti, camminando, vestendosi e comportandosi come ragazzi. Harussani ha aggiunto anche che tali atteggiamenti talvolta si traducono nell’omosessualità che, pur non essendo esplicitamente proibita, è condannata in base alla norma per cui non è possibile praticare sesso contro l’ordine naturale. Il muftì di Perak, un anno fa, già si era espresso contro i capelli corti, nei confronti di una famosa attrice musulmana, condannandola duramente per aver assunto tratti maschili ed esortando i fedeli a non vedere il film.


AMERICA LATINA
Rapporto sul Femminicidio

Il CLADEM (Comitato LatinoAmericano per la Difesa dei Diritti della Donna), che nel 2006 aveva già pubblicato un Rapporto sul Femminicidio in Salvador, Guatemala, Honduras, Messico, Nicaragua e Panama, ha divulgato nei giorni scorsi un nuovo studio su questo tema in Bolivia, Ecuador, Paraguay, Perù e Repubblica Domenicana.
Il documento, costituito da sei capitoli (statistica, situazione giuridica e giurisdizionale, percezione sociale della violenza contro le donne, situazione sociale, politiche pubbliche e stanziamento di fondi, violenza femminicida) ha come obiettivo quello di valutare le informazioni a disposizione sull’argomento e rilanciare la sfida a livello nazionale e regionale. Dallo studio emerge che il femminicidio non è un fenomeno isolato ma una delle conseguenze della legittimazione della subordinazione della donna e della negazione della sua autonomia sessuale. Per questo motivo l’analisi del problema deve essere messa in relazione con la discriminazione e con le politiche che devono essere implementate per il suo sradicamento. Lo studio mostra anche che, nei paesi esaminati, il termine femminicidio è sconosciuto alla gran parte della popolazione ed è utilizzato solo da gruppi femministi e da istituzioni che si sono impegnate nel tema. Si mette in evidenza anche che la grave mancanza di statistiche e di registri ufficiali dei casi di femminicidio rende molto difficile lo studio di questo tema e la possibilità di rendere visibile la problematica alla popolazione. Questa svalutazione del problema, legata anche al fatto che si tratta per lo più di episodi di violenza familiare poco denunciati o tenuti in poco conto dalle forze di polizia, fa si che la maggior parte dei casi resti impunito. Il Rapporto conclude che sarebbe auspicabile approfondire il concetto di femminicidio ed elaborare dei meccanismi che permettano di tenere un Registro dei casi.

MAROCCO
Riforma del diritto ereditario e abolizione poligamia

Le militanti della Lega democratica per i diritti della donna in Marocco hanno pubblicamente chiesto la Riforma del diritto ereditario e l’abolizione della poligamia. L’associazione femminista marocchina rivendica con queste richieste, un ulteriore passo avanti rispetto alla Mudawana, la riforma del diritto di famiglia entrata in vigore nel 2005. Secondo le attiviste della Lega infatti, dato che la sharia prevede che gli uomini possano ottenere una parte più consistente di eredità, e il diritto ereditario marocchino si conforma ad essa, molte famiglie sarebbero costrette a dividere le proprietà tra maschi e femmine prima della morte dei genitori per evitare successive discriminazioni a danno delle donne. Le femministe hanno poi denunciato alla TV al-Arabiya che, in riferimento alla poligamia “stanno avvenendo numerose violazioni della legge in favore degli uomini con la complicità di alcuni tribunali che usano le norme poco chiare" e chiedono quindi che si stabilisca la fine dell’istituzione del matrimonio poligamico. Gli Ulema islamici marocchini hanno respinto con forza le richieste dichiarando che si tratta di "un tentativo di abbandonare la sharia islamica quando le regole che riguardano l'eredità e la poligamia sono contenute nel Corano e nella sunna del profeta".

Messico
Chiapas: solo donne nella polizia stradale

Il Governo della Stato messicano del Chiapas ha deciso che la polizia stradale di Tuxla Gutierrez, capitale del Chiapas sarà costituita esclusivamente da donne, in quanto considerate meno corruttibili degli uomini. Secondo quanto dichiarato da un esponente dei servizi di sicurezza "il provvedimento fa seguito ad una petizione di cittadini che hanno chiesto 'forze di sicurezza' affidabili". "Diversi studi sulla corruzione tra i poliziotti - ha aggiunto - hanno evidenziato che un uomo si fa corrompere più facilmente di una donna". Le donne poliziotto saranno in servizio anche a Tapachula, località al confine con il Guatemala e, se l'iniziativa avrà successo tra gli automobilisti della capitale, verrà estesa anche alle zone turistiche del Chiapas.

ITALIA
Solo 21 donne ai vertici della Magistratura

La prima Assemblea della Rete dei Comitati per le pari opportunità di tutte le professioni legali è stata occasione per un bilancio sulla presenza femminile negli organismi giudiziari. Come rilevato anche dal vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura, Nicola Mancino, le donne che ricoprono incarichi di vertice nella magistratura sono ancora molto poche; nell’ultimo anno 21 in tutta Italia, mentre tra le 'toghe’ la componente femminile è aumentata, fino ad arrivare al 41% del totale. La disparità tra i due sessi si misura proprio nell'esiguità degli incarichi che contano, quelli con maggiore responsabilità e maggiori guadagni. In ogni caso le domande presentate al Csm tra il primo ottobre 2007 e il 30 settembre 2008 per ricoprire funzioni direttive in magistratura, mostrano che qualche passo avanti è stato fatto: su un totale di 4.410 richieste, il 16% erano presentate da donne e di queste, ne sono state accolte 21. Campobasso e Bolzano hanno invertito la tendenza rispetto al resto del paese con, rispettivamente, tre donne su 5 posti di vertice assegnati e con due posti su tre.

URUGUAY
Passa alla Camera la Legge che depenalizza l’aborto

E’ passata alla Camera dei deputati la Proposta di legge che depenalizza l’interruzione volontaria di gravidanza nelle prime 12 settimane di gravidanza. Ora il provvedimento si trasferisce all’esame del Senato. La sessione di votazione è durata 15 ore e la legge è stata approvata con 49 voti a favore e 48 contrari. Il Presidente Tabaré Vázquez, opponendosi alla propria maggioranza, ha già annunciato che, se il provvedimento sarà approvato definitivamente, porrà il veto. Attualmente nel piccolo paese sudamericano l’aborto è permesso solo in caso di subita violenza e di rischio per la vita della madre.


Fonti: AsiaNews, Adital, Rai News 24

(2 dicembre 2008)

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