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Brevi dal mondo

Brevi dal mondo

Notizie - Mondo, Nobel alternativi / Italia, Una donna nel Tribunale ecclesiastico / Ruanda, Parlamento a maggioranza femminile / Colombia, Uccisa una militante della Ruta pacifica de las mujeres / Ecuador, Nuova Costituzione / Angola, Triplicata la prese

Angelucci Nadia Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Novembre 2008

Mondo
Nobel alternativi
Dei cinque vincitori dell’edizione 2008 del premio ‘Right Livelihood’ (noto anche come Nobel Alternativo), quattro sono donne e tre provengono dal Sud del mondo. Creata nel 1980 da Jakob von Uexkull, la fondazione ‘Right Livelihood’ ha l’obiettivo di “onorare e sostenere quelli che in modo pratico offrono risposte esemplari alle più urgenti sfide di oggi” e offre un premio che quest'anno ammonta a 210.000 euro a vincitore. I cinque di quest’anno, selezionati da una giuria internazionale tra 91 candidati provenienti da 44 paesi, si sono distinti in differenti campi di azione quali: il diritto alla terra, la pace e la partecipazione politica, la lotta alle violenze contro le donne e l’impegno per un’informazione libera e democratica. Vediamo nel dettaglio chi sono.
Per la loro ininterrotta attività, sin dagli anni della lotta dell’indipendenza dalla Gran Bretagna, per il diritto alla terra dei dalit (fuori casta) e contro gli abusi dei latifondisti e delle compagnie multinazionali è stata premiata la coppia indiana Krishnammal e Sankaralingam Jagannathan.
Ha ricevuto il premio anche la ginecologa tedesca Monika Hauser, fondatrice di Medica Mondiale, organizzazione medico-sociale che si dedica all’aiuto di donne e ragazze vittime della violenza sessuale sistematica nella zone di guerra di tutto il mondo, con attività anche in Afghanistan e nella Repubblica democratica del Congo
Il lavoro della conduttrice del programma radiofonico e televisivo ‘Democracy Now’, la giornalista americana Ami Goodman, ha ricevuto l’ambito riconoscimento con la motivazione di “aver sviluppato un modello di giornalismo politico indipendente che porta a milioni di persone voci alternative spesso escluse dai grandi media”.
Emblematico il premio a Asha Haji Elmi, la donna somala che nel 2000 ha fondato, nel suo paese, il “Sesto Clan”, quello delle donne, per organizzare la partecipazione delle donne nella promozione del dialogo tra i clan tradizionali sostenendo “a rischio della vita la partecipazione femminile nella pace e la riconciliazione in Somalia”. Nel paese in guerra e diviso storicamente in ‘cinque clan’ la vincitrice, deputata dal 2004, ha dichiarato all’agenzia Misna che “a quei tavoli dove si è progettata la ricostruzione delle istituzioni della Somalia, il ‘sesto clan’ ha rappresentato gli interessi generali dei cittadini, sfuggendo alle logiche particolari dei diversi gruppi di appartenenza ed è stato capace di fare da mediatore e tramite tra tutti i soggetti coinvolti”. Ha poi affermato che “sia nei colloqui di Arta del 2000 sia in quelli di Nairobi del 2002, il “sesto clan”, composto da una rete trasversale di gruppi femminili e singole persone, si è conquistato il rispetto ed è riuscito a far riservare alle donne una quota del 12% in parlamento”. Asha Haji Elmi, sposata con un uomo appartenente a un altro clan, ha riferito di aver avuto lei stessa delle difficoltà a superare le divisioni tra le due famiglie riconoscendosi nell’identità femminile e impegnandosi, all’inizio, nella tutela dei diritti di donne e bambini attraverso la “Save Somali Women and Children” (Sswc), la prima organizzazione non governativa somala nata nel 1992. “Far riconoscere le donne come un soggetto politico accanto agli altri clan è servito anche a costruire una nuova immagine della donna nel paese, per ottenere più visibilità e rispetto e combattere i pregiudizi”, continua la premio Nobel alternativo 2008, che ha anche aggiunto che il lavoro del ‘sesto clan’ ha portato alla nomina di due donne ministro nel governo di transizione somalo che ha sede nella città di Baidoa.

Italia
Una donna nel Tribunale ecclesiastico

Ilaria Zuanazzi, 46 anni, di Verona sarà la prima donna a sedere sullo scranno del tribunale ecclesiastico regionale del Piemonte. E' entrata a far parte dei quindici giudici che compongono la Corte dopo che la sua nomina è stata ratificata dalla Conferenza episcopale di Piemonte e Valle d'Aosta. Laureata in giurisprudenza a Padova, ha ottenuto nel 1986 la "licenza summa con laude" alla Pontificia Università Lateranense. Attualmente insegna diritto canonico alla Facoltà di giurisprudenza di Torino e diritto ecclesiastico a Cuneo. Il cardinale Severino Poletto, arcivescovo di Torino e moderatore del tribunale ecclesiastico ha dichiarato che "La componente femminile potrà garantire un supplemento di sensibilità e attenzione nella valutazione delle cause matrimoniali, tale da accrescere il senso e la portata pastorale di queste decisioni".

Ruanda
Parlamento a maggioranza femminile

Nel nuovo parlamento ruandese, per la prima volta sul nostro pianeta, la maggioranza dei seggi andrà alle donne. Questo il risultato va ben oltre il 30% imposto dalle delle ‘quote rosa’ in vigore nel paese. Nel parlamento uscente, le donne erano comunque il 48,8 per cento. Venti deputate sono state elette tramite il sistema proporzionale, mentre ventiquattro seggi sono stati assegnati a donne con criteri non partitici da grandi elettrici che rappresentano le associazioni femminili del Paese. A vincere le elezioni legislative, le seconde dalla guerra civile del 1994, e' stato il Fronte patriottico del Ruanda (Fpr), con 42 seggi sui 53 assegnati con voto diretto. Il partito socialdemocratico si è assicurato sette seggi e il partito liberale quattro.

Colombia
Uccisa una militante della Ruta pacifica de las mujeres

Olga Marina Vergara, femminista e pacifista colombiana, è stata uccisa a Medellin il 24 settembre da un commando che ha fatto irruzione nella casa in cui si trovava assassinando Olga, sua figlia, suo genero e il suo nipotino di 5 anni. Vergara era molto conosciuta nella sua città per il lavoro che da anni svolgeva in favore delle donne con Ruta pacifica de las mujeres, associazione femminista, pacifista, antimilitarista e non violenta che dal 1996 che si impegna per l’avanzamento del processo di pace in Colombia.

Ecuador
Nuova Costituzione

Niente per noi stessi, tutto per la patria. Questo è lo slogan che ha accompagnato per otto mesi i lavori dell’Assemblea Costituente in Ecuador. E lo scorso 28 settembre i cittadini della Repubblica ecuadoriana si sono espressi, attraverso un referendum, sull’introduzione della nuova Costituzione. Una maggioranza, che ha superato il 65%, si è pronunciata favore del nuovo testo che contiene alcune importanti novità e una visione solidaristica dei rapporti tra i cittadini.
Innanzitutto vengono stabiliti cinque diversi tipi di proprietà: pubblica, privata, mista, popolare e solidale. La Carta assicura poi l’educazione e la sanità gratuite per tutti e l’accesso sicuro e permanente ad una alimentazione sana e sufficiente; l’acqua assurge a diritto umano inalienabile. Si riconosce il diritto della popolazione a vivere in un ambiente sano e si dichiara di interesse pubblico la preservazione dell’ambiente e la prevenzione del danno ambientale. Per la prima volta vengono riconosciuti dei diritti alla natura. I popoli indigeni, che per secoli hanno vissuto la discriminazione, hanno finalmente conquistato la plurinazionalità dello stato e le due principali lingue ancestrali, kichwa e shuar, diventano lingue ufficiali insieme allo spagnolo. L’Ecuador viene poi definito nella ‘territorio di pace’ e si proibisce la costruzione di basi militari straniere e la cessione a stranieri di basi o installazioni militari nazionali e questo conferma che la base di Manta, strategicamente la più importante del Sud America e fino ad ora in mano agli Stati Uniti, tornerà in mano allo Stato ecuadoriano. Nel tema dell’informazione, da sempre nel piccolo stato andino nelle mani di poche famiglie di potenti, si è stabilito che lo Stato promuoverà la pluralità dell’informazione e non permetterà il monopolio o l’oligopolio nella proprietà dei mezzi di informazione. Viene riconosciuto a tutti il diritto a migrare e lo Stato non considererà illegale nessun essere umano straniero che sceglierà di vivere in Ecuador. La nuova Costituzione riconosce poi i diritti delle coppie di fatto anche omosessuali.

Angola
Triplicata la presenza femminile in Parlamento

Nelle passate elezioni del 5 settembre in Angola la presenza femminile in Parlamento si è triplicata passando da 29 a 81 presenze e raggiungendo la percentuale del 36% dei 220 seggi dell’Assemblea Nazionale. Il Movimento Popolare per la Liberazione dell’Angola, partito di maggioranza, ha ottenuto l’81% dei voti e ha tra i suoi 191 deputati 77 donne. La minoranza, Unione Nazionale per l’Indipendenza Totale dell’Angola che ha raggiunto il 10% ha 16 deputati di cui 4 donne. Nel paese è stata introdotta una legge che prevede l’inserimento del 30% di donne nelle liste elettorali.


Fonti: MISNA, ADNKronos, RAI News 24

(11 novembre 2008)

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