Notizie - Dagli Appennini alle Ande, la selezione di notizie dal mondo a cura di 'noidonne'
Angelucci Nadia Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Settembre 2008
Italia
DOMESTICHE IN ITALIA, PROMOTRICI DELLO SVILUPPO IN PATRIA
Uno studio sulle rimesse delle immigrate filippine realizzato dall’Istituto dell’Onu di ricerca e formazione per il progresso delle donne (Instraw), con la collaborazione del ‘Filipino Women’s Council’, associazione che rappresenta le donne in Italia, ha concluso che le donne filippine che lavorano come domestiche e badanti nelle case degli italiani possono cambiare le condizioni di vita dei contadini nel loro paese di origine, investendo nell’acquisto di terra nelle zone rurali da dove provengono e dando un esempio di emancipazione femminile in un ambiente che per tradizione limita i diritti di proprietà delle donne. In un paese in cui non è stata mai fatta una vera riforma agraria e nelle zone rurali oltre il 70% dei contadini non possiede la terra che coltiva e ha accesso limitato all’acquisto l'apporto di queste donne diventa fondamentale nella lotta alla povertà. La migrazione filippina in Italia, iniziata negli anni 70, è sempre stata in grande maggioranza femminile e anche oggi che mariti e dai figli delle migranti si sono ricongiunti, la comunità filippina in Italia è ancora composta per il 61% da donne. Maria Hartl del Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo (Ifad) che ha finanziato la ricerca sostiene che “Le donne come principali mittenti delle rimesse ricoprono un ruolo fondamentale nel determinare in che modo vengono utilizzate. La scelta è soprattutto di acquistare i terreni agricoli che le famiglie coltivano e investire in tecnologia per aumentare e diversificare la produzione, migliorando così anche l’alimentazione”.
India
91 CHILOGRAMMI DI MONETE
Laximi Das, mendicante di Burtola (Calcutta), che oggi ha 60 anni, ha iniziato a mendicare all’età di 16 conservando le monete in un grande sacco di juta. Dopo un tentativo di furto ha deciso di portare i suoi risparmi, oltre 91 chilogrammi di monete raccolte in 44 anni di elemosina, in banca da una per alimentare un fondo pensione. A cinque impiegati della Bank of Calcutta ci sono voluti più di tre giorni per contare il denaro raccolto, secondo quanto ha diffuso la stampa locale: al termine alla donna sono stati accreditati 600 euro (30.000 rupie), in attesa dell’autorizzazione per l’accredito di alcune monete che con il passare degli anni erano andate fuori corso o divenute poco riconoscibili.
Stati Uniti
PRIMA DONNA NEL BOARD OF GOVERNORS DELLA FEDERAL RESERVE
Il Senato degli Stati Uniti ha designato Elizabeth Duke, la cui nomina era stata presentata oltre un anno fa dal presidente Bush, come membro del Board of Governors della Federal Reserve. con scadenza nel 2012. Duke è stata presidente dell'American Bankers Association (prima donna ha ricoprire quel ruolo) e ha una forte esperienza nel settore bancario, iniziata allo sportello di un piccolo istituto di credito di provincia. Da lì ha cominciato la carriera prima come impiegata part time, arrivando, nel giro di pochi anni, a ricoprire il ruolo di direttore generale della Wachovia, la quarta banca retail d'America.
Italia
UNA DONNA ALL'ACCADEMIA DELLA CRUSCA
Nicoletta Maraschio è la prima donna a guidare l'Accademia della Crusca, il più importante centro di ricerca scientifica dedicato allo studio e alla promozione dell'italiano nel mondo nonché una delle più' antiche accademie ancora attive in Europa. Nata a Pavia, si è laureata a Firenze e qui, dal 1995, è professore ordinario di Storia della lingua italiana. L'Accademia nacque a Firenze nel 1583 e deve il suo nome alle "cruscate", incontri conviviali e scherzosi che un gruppo di fiorentini cominciò a tenere per trattare temi di letteratura e di lingua. Tra i fondatori Leonardo Salviati che dette il nome di Crusca, fissando l’uso della simbologia relativa alla farina e attribuendo all’Accademia lo scopo di separare il fior di farina (la buona lingua) dalla crusca.
Paraguay
MINISTRA DEGLI ESTERI
Grande sorpresa in Paraguay per la nomina di Milda Rivarola come prossima Ministra degli Esteri. Ingegnere agronoma, sociologa e membro dell'Accademia di Storia, la prossima Cancelliere è anche analista politica e ha pubblicato diversi saggi. In una intervista con Radio Viva Rivarola ha spiegato che la nomina rappresenta una sfida ed una responsabilità molto grande. Le priorità delle quali si occuperà riguarderanno il riposizionamento del Paraguay nell'area sudamericana, cercare di trarre beneficio dalle materie prime di cui il Paraguay è grande produttore e ridiscutere i trattati binazionali sull'energia: di Itaipú con il Brasile e di Yacyretá con l'Argentina. Riguardo quest'ultimo tema Rivarola ha segnalato che si tratta di accordi firmati al tempo della dittatura con il consenso di un Parlamento fittizio. Come Ministra della Salute e degli Affari sociali è stata nominata Esperanza Martínez.
Arabia Saudita
CONDIZIONI DISUMANE DELLE COLLABORATRICI DOMESTICHE IN ARABIA SAUDITA
L'organizzazione non governativa statunitense, Human Rights Watch, in una conferenza stampa tenuta l'8 luglio a Giakarta, in Indonesia, ha presentato un documento di 133 pagine nel quale sono raccolte testimonianze di donne immigrate in Arabia Saudita da paesi dell'Estremo Oriente e ridotte in schiavitù. Il rapporto raccoglie gli abusi documentati in due anni di indagini, con 142 interviste a migranti che hanno lavorato come colf, a funzionari pubblici sauditi e ad alcuni 'reclutatori' di mano d'opera a basso costo in Estremo Oriente. In almeno 36 casi, i legali di Hrw ravvisano gli estremi del traffico di esseri umani, riduzione in schiavitù e del lavoro forzato. Hrw chiede alla monarchia saudita una riforma del sistema giudiziario, che preveda punizioni per i datori di lavoro che si macchiano di crimini come quelli testimoniati dalle immigrate e che tuteli i lavoratori. Il Kingdom's Labor Law, il diritto del lavoro saudita, non contempla la figura della collaboratrice domestica ma si rifà alla pratica del kafala, una sponsorizzazione con la quale il datore di lavoro diventa il garante del lavoratore sconfinando spesso verso pratiche come il sequestro dei documenti degli immigrati e l'imposizione di orari di lavoro disumani. Le testimonianze raccolte da Hrw riferisono di violenze fisiche, psicologiche e sessuali. Negli ultimi anni, dopo pressioni da parte delle associazioni internazionali per la difesa dei diritti umani, il governo saudita si era impegnato a studiare forme di tutela delle lavoratrici straniere, ma fino a ora senza esito.
Costa d’Avorio
ABITI CON I SACCHI DI CACAO
La sua prima macchina da cucire, un modello del 1952, le è stato regalato suo padre, un sarto diventato poi operaio in una piantagione di cacao. Dopo un diploma di sartoria, Mai ha conquistato la fama con i suoi indumenti creati con sacchi di iuta usati per contenere ciò che la Costa d'Avorio esporta di più: il cacao. Nel suo piccolo negozio di Treichville, sobborgo popolare della capitale economica Abidjan, Mai disegna e realizza abiti, maschili e femminili, nei colori naturali del beige, fatti di fibre grezze e sacchi per il cacao e il caffé. Le sue creazioni vanno di gran moda e vengono indossate da una clientela di celebrità, artisti e musicisti, qualcuno proveniente anche dall'estero. Mai, il cui vero nome è Maimouna Camara Gomet ha detto: "L'economia della Costa d'Avorio si basa sull'agricoltura, in particolare su cacao e caffé. Quindi ho deciso di promuovere i raccolti creando questa linea di moda". Per me, è un modo per attirare l'attenzione di tutto il mondo sul cacao e il caffé". Una varietà di gonne, top, pantaloni, magliette e gilet, ma anche cappelli, borse e accessori, la maggior parte in beige ma in alcuni casi anche colorati di nero o di blu fanno parte delle collezioni realizzate dalla giovane stilista. Le modelle che lavorano con lei hanno sottolineato come i "vestiti di sacco" si abbinano bene con i gioielli e gli ornamenti tradizionali, come quelli fatti dalle conchiglie usate, secoli fa, come moneta di scambio per il commercio degli schiavi nella costa occidentale africana.
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