Strategie private - ...stenta a emergere un modello deciso di leadership femminile per le giovani, e non solo
Melchiorri Cristina Lunedi, 15/02/2010 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Febbraio 2010
Sono una giovane manager di trenta anni e lavoro da quattro in una azienda multinazionale che ha la buona abitudine di scegliere persone giovani anche per ruoli di grande responsabilità.
Il mio problema, per così dire, è trovare uno stile di direzione che mi renda autorevole verso i miei diretti collaboratori, donne e uomini, alcuni dei quali hanno più di quaranta anni, e che mi faccia apprezzare dai miei capi, che a livello europeo sono giovani quanto me.
Per quanto io segua i notiziari internazionali per cercare personaggi femminili cui ispirarmi, non trovo donne nella politica o nella società che siano un modello da imitare.
Potrei citare Michelle Obama, ma non è lei il Presidente! Non citerei Ilary Clinton, troppo arcigna e dura per i miei gusti, né Angela Merkel di cui non so cogliere tratti distintivi, se non che somiglia a una zia di campagna…Insomma è così difficile trovare una donna che sappia esprimere una leadership femminile, che noi giovani donne possiamo prendere a modello?
Franca Carini-Monza
Eh sì, cara Franca, è proprio difficile….La politica e l’economia sono storicamente nelle mani degli uomini, anche se donne intelligenti e capaci stanno lottando per affermarsi in tutti i campi. Tuttavia stenta ad emergere un modello deciso di leadership femminile che le giovani donne possono prendere a modello. In questo periodo di crisi globale e in una società italiana “velinizzata”sembra emergere anzi una crisi fra i sessi, dove uomini importanti, coinvolti in vicende di escort, si rivelano inadeguati ma saldamente fermi nei ruoli di comando istituzionale ed economico.
Emblematica la vicenda Marrazzo e il comportamento della moglie Roberta Serdoz, che nei giorni seguenti lo scandalo ha dichiarato che comprendeva e sosteneva il marito. Mi ha colpito il commento di Giulia Bongiorno, nota avvocato e parlamentare PdL, che ha scritto di lei: “Si è emancipata persino dal bisogno di dimostrare la propria dignità”.
Ma è questo ciò che vogliamo per noi donne? E’ questa la sfida del nuovo femminismo? Diceva Rebecca West nel 1913:”Io stessa non sono mai riuscita a capire cosa significhi femminismo. So soltanto che mi definiscono femminista tutte le volte che esprimo sentimenti che mi differenziano da uno zerbino o da una prostituta.”
Le donne oggi hanno affermato il diritto di fare tutto e al meglio, carriera, famiglia, figli, cura di sé, vita sentimentale e sociale, ma questo diritto si è in realtà trasformato nell’imperativo di doverlo fare, in una società dove le infrastrutture necessarie a consentire alle donne queste eccellenti performance in tutti i campi della vita mancano o sono inadeguate. Quindi, più che cercare modelli individuali, non sarebbe il momento di riprendere a fare politica e rivendicare conquiste collettive?
E se riusciamo ad essere così brave in ogni settore della nostra vita, questo ci renderà anche felici?
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