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Brasile! É...só o começo!  È...soltanto l’inizio

Brasile! É...só o começo! È...soltanto l’inizio

Il risveglio della classe media di un colosso narcotizzato, raccontato da Gloria Demetrio, storica dell'arte brasiliana, che vive a Roma, e che ha manifestato a Rio per il suo Paese.

Giovedi, 27/06/2013 - Mentre ero li, facevo parte della storia.

É...só o começo! È...soltanto l’inizio!

Questo è uno dei tanti slogan intonati dalla gente per strada, che mi ha invaso la mente mentre ero li, alternato alle strofe dell'inno nazionale brasiliano che inneggia il suo il canto di vittoria di una nazione dichiarata indipendente soltanto nel 1822. Sopratutto quando scandisce

Un Brasile gigante per la sua stessa natura,

Impavido colosso con un futuro che dovrebbe rispecchiare questa grandezza.

Però mi sembrava che “Il gigante” fosse mezzo narcotizzato dai tempi dell’indipendenza del Brasile, finché…



Questo risveglio viene dalla strada, con un risonante grido uscito dai manifestanti brasiliani per fare sentire a tutto il mondo, riaffermando che le persone hanno voglia di cambiamento e possono modificare ancora una volta il corso della storia con un’energia vitale che rispecchia questo popolo.



Anch’io nel mio piccolo ho avuto il richiamo senza preavviso e la dimensione di questo protesta, inizialmente innescata da soli 20 centesimi (aumento del costo del biglietto dell’autobus), ma che ha portato me e centinaia di migliaia di persone in piazza , sospinti in realta'dalla voglia di giustizia, di riscatto come in altri due momenti della storia del paese. Il primo “Diretas jà“ dopo un ventennio di dittatura 1964/1984 il movimento per elezioni presidenziale popolano le strade delle principale città brasiliane e io ero li orgogliosamente. E l’altro momento quando la gente scese in piazza per le proteste d’impeachment del presidente Fernando Collor in 1992.



Ora la nostra “Casa” è stata invasa dalla voglia di dialogo. Politici e governanti devono sapere che d’ora in poi per ogni progetto, ogni regolamento, qualsiasi decisione,potrà avviarsi una protesta simile. Un secondo punto è quello di rendere la discussione politica, pubblica e diffusa. Per alcuni giorni, i giovani e gli adulti stanno discutendo i servizi pubblici, la PEC 37, il ruolo e l'atteggiamento dei politici. L’effetto narcotizzante comincia a svanirsi. Improvvisamente scopriamo che le cose non stanno andando così bene. E questo proprio adesso, nel corso di tutti questi eventi sportivi che il Brasile vuole esibire esaltando la sua capacità e competenza sotto lo sguardo del mondo.



Un giorno dopo le manifestazioni, che hanno avuto più di 200.000 persone per le strade di ogni città in tutto il paese, la presidente Dilma Rousseff ha detto: "Il Brasile oggi si svegliò più forte. La grandezza delle manifestazioni di ieri dimostrano il potere della nostra democrazia, la forza della voce della strada e la civiltà della nostra popolazione ".

Dilma ha citato un manifesto che aveva visto, con la scritta che recitava : “Ci scusiamo per il disagio, stiamo cambiando il Paese" e ha detto, che il suo governo è in ascolto a queste voci di cambiamento, e punta soprattutto il cambiamento sociale.



Lunedì' 24, nel corso di alcune riunioni con sindaci e governatori, il presidente Dilma Rousseff, presso il Palazzo do Planalto a Brasilia, ha stabilito una serie di misure in risposta alle proteste delle ultime settimane, in cui i brasiliani hanno protestato per migliore le condizioni in vari settori. Rousseff ha evidenziato l'importanza del primo patto, "stabilità fiscale" e un altro di una "riforma politica globale e approfondita", che espande la "partecipazione popolare e gli orizzonti della cittadinanza." Il presidente Dilma Rousseff ha proposto un "plebiscito che permetta il procedimento costituzionale per fare le riforme politiche.Il plebiscito può essere il 7 settembre o il 15 novembre.

L'opposizione è contro la riforma politica.

Vedo nelle parole di Dilma l’auspicio al dialogo, percepire la comprensione tra chi governa e chi fa la storia, è molto importante. Certo che le esigenze di chi fa la storia non saranno mai contemplate totalmente, ma il dialogo è essenziale tra tutti coloro che vogliano la riconciliazione e la partecipazione della sua gente per un futuro migliore.



Gloria Demetrio. Twitter@marinacaleffi

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