Un film denuncia - Omicidi di massa contro le operaie delle “maquiladoras”
Colla Elisabetta Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Maggio 2007
Una catena di misteriosi omicidi commessi ai danni di giovani donne inermi, una vicenda tratta da fatti di cronaca realmente accaduti, ambientata a Juàrez, cittadina di confine tra Messico e Stati Uniti, un’agguerrita giornalista americana di origini messicane decisa a scoprire i mandanti di tanta insensata violenza: questi gli ingredienti di Bordertown, un thriller con tendenze commerciali interpretato da esponenti dello star-system come Jennifer Lopez, Antonio Banderas e Martin Sheen, ma anche un film di denuncia, contro l’ennesima storia di violenza sommersa e consumata in luoghi oscuri ai danni delle donne nel mondo. Nelle “maquiladoras”, piccole fabbriche sorte al confine tra Messico e Stati Uniti (grazie all’Accordo di Libero Commercio Nord Americano), migliaia di donne sottopagate assemblano beni a basso costo destinati al mercato USA: fra i primi anni Novanta ed oggi a Juàrez, nello stato messicano di Chihuahua, un numero indefinito di giovani operaie sono state violentate e uccise da bande di pericolosi criminali mentre tornavano di notte, dopo il lavoro, verso le bidonville della periferia, attraversando il deserto: i corpi seviziati di queste ragazze scomparivano o venivano gettati in profonde fosse comuni. Jennifer Lopez qui veste i panni di Lauren Adrian, una cronista americana del Chicago Sentinel, inizialmente a caccia di scoop, che si lascia a poco a poco coinvolgere al caso di Eva, una giovane lavoratrice messicana che una sera, tornando a casa, viene violentata, strangolata e seppellita nella sabbia ma riesce a sopravvivere ed a cercare aiuto e giustizia. Le due donne avviano così un’indagine scomoda, rischiando in più occasioni la vita, finché Lauren decide di fare da esca ai criminali e sale su un autobus diretto verso la periferia della cittadina. Atmosfere tenebrose e temi d’inchiesta sociale s’intrecciano con una certa sapienza: non importa se nel film non mancano eccessi o stereotipi, la forza dell’argomento trattato merita comunque l’indulgenza degli spettatori. Regista del film, girato in digitale ad alta definizione con location in New Mexico (a Juàrez erano fioccate minacce ed intimidazioni) è Gregory Nava. Diversi Comitati per i diritti umani operano a tutt’oggi nello stato di Chihuahua.
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