E' la Mostra fotografica di Sonia Lenzi che si inaugura mercoledì 5 giugno (fino al 30 giugno 2013) a Palazzo d’Accursio – Bologna
Sala Manica Lunga
Ecco come l'autrice delle foto Sonia Lenzi spiega la sua esperienza. "Quando mi è stato proposto di fotografare bambini e ragazzi disabili che giocavano a basket ho avuto qualche timore. Non sono una sportiva e non so nulla di pallacanestro. Non sapevo inoltre nulla di disabilità e delle difficoltà sottese a questa condizione, che potevo solo intuire. Pensavo quindi di non essere in grado di costruire con queste persone e con i loro genitori, con gli allenatori, gli operatori e i medici che li stanno seguendo una relazione che mi consentisse di ottenere delle buone fotografie. Perché la fotografia è soprattutto questo: uno strumento di conoscenza, comprensione e riflessione. Invece sono stata accettata nel gruppo e la mia emozione e soddisfazione più grande è stata in questi pochi mesi quella di essere chiamata a partecipare ai loro giochi, di aver suscitato un interesse per quel che stavo facendo, di aver stabilito quindi un rapporto empatico. Senza aver prima compiuto questo passo non si può pensare di fotografare. Ho quindi prima imparato a conoscerli, a chiamarli per nome, soprattutto i più piccoli. Ho studiato i loro passi, i loro movimenti, le loro espressioni e aspettato che fossero loro ad avvicinarsi a me e alla macchina fotografica. Non tutti i bambini e ragazzi sono presenti, perché purtroppo non c’è stato il tempo sia per loro sia per me di approfondire il rapporto, che vorrei potesse proseguire. Spero comunque di essere riuscita a trasferire in queste immagini l’esperienza di un inizio di relazione e anche l’importanza del rapporto con la palla, con il basket e con gli operatori che con grande capacità e partecipazione insegnano a questi bambini ed adolescenti ad avere fiducia in sé stessi e negli altri attraverso il gioco di squadra e il “fare canestro”. Sento, per merito loro, di aver imparato a “fare canestro” anch’io e ringrazio chi mi ha dato la possibilità di fare questa bella esperienza, che mi auguro sia utile per far conoscere e portare avanti progetti di integrazione e cura come questo".
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Dal 2008, grazie ad un positivo incontro tra pubblico e privato (Comune di Bologna - Quartiere Navile, Polisportiva Lame e Associazione Basket Handicap ASD e AUSL di Bologna - Servizio di NPIA,), ogni anno prende il via il progetto “Mi passo a te e faccio canestro” che prevede lo svolgimento di una attività di basket rivolta a bambini e ragazzi, sotto la guida di Marco Calamai, giocatore ed allenatore di fama nazionale.
Attraverso queste attività, bambini e ragazzi, con difficoltà grandi e piccole, giocano per potenziare le proprie autonomie, governare al meglio le proprie emozioni, rinforzare la propria autostima, prolungare i tempi di attenzione, rinforzare le proprie competenze sociali con coetanei e con adulti.
Gli adulti, educatori ed istruttori, che partecipano all’attività hanno una occasione per incontrare conoscere e riconoscere talenti e risorse degli allievi piuttosto che i limiti dati dalla loro diversità abbattendo stereotipi spesso purtroppo ancora molto radicati rispetto alla disabilità.
Le famiglie vengono coinvolte attraverso una mirata disponibilità all’ascolto e al sostegno.
I cittadini tutti vengono sensibilizzati ad una cultura dell’inclusione di ogni forma di differenza/difficoltà/disabilità.
L’attività presenta le caratteristiche classiche del gioco del basket, adattate e modificate in base allecaratteristiche dei bambini e dei ragazzi che vi partecipano.
Per lo svolgimento delle attività sono coinvolte diverse figure professionali qualificate appartenenti alle diverse istituzioni e, più precisamente:
- il team di operatori dell'Associazione Basket Handicap ASD coordinato da Marco Calamai;
- gli educatori della Cooperativa CADIAI, in convenzione con il Servizio di NPIA dell’Azienda USL di Bologna, con compiti di supporto durante lo svolgimento delle attività;
- un operatore del Servizio di NPIA con funzioni di coordinamento e di raccordo tra il progetto e il Servizio;
- i volontari (ragazzi dell'Associazione scout e di Associazioni sportive del quartiere).
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