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Bologna / Il 3 e 4 marzo SNOQ parla di “Vite, lavoro, non lavoro delle donne”

Bologna / Il 3 e 4 marzo SNOQ parla di “Vite, lavoro, non lavoro delle donne”

A Bologna Se Non Ora Quando due giorni (3 e 4 marzo) per parlare di lavoro e non lavoro delle donne. Intervista a Katia Graziosi

Lunedi, 20/02/2012 -
L’iniziativa è stata progettata pensando a tutte le donne: “da quelle licenziate in seguito alla nascita di un figlio, alle donne migranti, dalle donne uscite dal mondo del lavoro per occuparsi di anziani, alle partite Iva e alle imprenditrici, dalle precarie che non vedono prospettive future a quelle che hanno riflessioni e buone pratiche da proporre”. “Vite, lavoro, non lavoro delle donne” è il titolo della due giorni organizzata da Se Non Ora Quando? Bologna, e che ha un respiro nazionale, è stato nuovamente fissato per il 3 e 4 marzo (era stato rinviato a causa delle condizioni atmosferiche) e intende essere “una fucina di idee e di proposte concrete che diano un contributo alla costruzione di una nuova Agenda politica pensata per le donne e non contro di esse, un’agenda costruita a livello nazionale dall’intera Rete SNOQ”. L’assemblea sarà preceduta venerdì 2 marzo (Oratorio San Filippo Neri) dallo spettacolo teatrale di e con Marinella Manicardi Corpi impuri”. Abbiamo intervistato Katia Graziosi, tra le promotrici dell’iniziativa.

 

A Bologna si svolge il primo incontro tematico di SNOQ di respiro nazionale. Non a caso partite dal lavoro che c'è e da quello che non c'è. Puoi parlarci dell'elaborazione che vi ha accompagnate e degli obiettivi che vi proponete?

L’elaborazione collettiva che stiamo portando a compimento a Bologna per il convegno tematico SNOQ “Vite, lavoro e non lavoro delle donne” ha alle spalle le esperienze di due agende politiche delle donne della città di Bologna (2003-4 e 2010-2011), la costruzione della rete anti-violenza e la preparazione unitaria della prima grande manifestazione nazionale del 13 febbraio 2011. Questi percorsi per le loro modalità hanno messo in relazione le associazioni del femminismo storico con nuove realtà femminili emergenti e ci hanno permesso di creare delle reti trasversali sia alle associazioni femminili sia alle organizzazioni miste politico-sindacali le cui donne nella nostra regione sono particolarmente attente e attive per tutto ciò che riguarda la sfera del femminile. Nel caso specifico del convegno nazionale SNOQ, l’elaborazione e’ risultata molto più ampia, poiché fin dall’inizio questo appuntamento si è posto con una valenza nazionale. Noi dell’UDI di Bologna fin dalle prime battute abbiamo fornito un contributo di merito a questa iniziativa, anche grazie all’esperienza che sul tema donne e lavoro avevamo maturato con l’Anteprima del congresso nazionale “Libere di lavorare”. Questo tema è evidentemente sia per noi dell’UDI che per tutte le donne che si riconoscono in SNOQ aperto e urgente in vista della costruzione dell’agenda delle donne.

Gli incontri per la preparazione del convegno si sono susseguiti a ritmo incalzante al Centro di documentazione delle donne di Bologna, che ha fornito un supporto operativo imprescindibile alla sua realizzazione, accanto alla Biblioteca e alle donne che la compongono, in primis la direttrice Annamaria Tagliavini. Colgo l’occasione per ringraziare Eloisa Betti dell’UDI di Bologna, che e’ stata preziosa nella costruzione del nostro percorso grazie alle sue competenze di ricercatrice sui temi del lavoro femminile, ma anche tutte le altre ragazze più giovani, in particolare del gruppo RosaRosae (Federica Mazzoni, Maddalena Vianello, Donatella Allegro per citarne solo alcune) vero motore dell’iniziativa. Proprio loro, infatti, hanno posto efficacemente, e fin dai primi incontri che hanno seguito Siena, il tema del lavoro e non lavoro delle donne quale priorità per un’azione pubblica di Snoq che, per la prima volta, andasse oltre la piazza.

L’elaborazione e la preparazione del convegno hanno visto un confronto costante tra donne con punti di vista anche molto differenti, il che a tratti ha comportato il rischio di non tenere nella dovuta considerazione gli scenari che abbiamo davanti. Dialogare a distanza con il Comitato promotore SNOQ è stato complesso e ha messo in luce la sfida attuale per i comitati locali, come quello bolognese, di interagire su base democratica con il livello nazionale. È inutile nascondersi che affrontare temi cruciali ed entrarvi “dentro”, come abbiamo fatto noi a Bologna con il lavoro, è altra cosa sia dal punto di vista dell’impegno che dell’elaborazione ed ha una valenza assai differente rispetto all’organizzazione di una manifestazione nazionale di piazza. Nonostante le difficoltà via via incontrate è sempre emersa la volontà di arrivare ad una sintesi positiva sia rispetto al comitato promotore SNOQ, sia tra le varie anime che compongono quello bolognese.

Per noi dell’UDI di Bologna far parte del comitato bolognese SNOQ e del gruppo che ha organizzato il convegno, significa portare la nostra specificità, il nostro contributo e il lavoro che da anni svolgiamo all’interno di una dimensione di azione politica più ampia. Per questo riteniamo importante che la rete SNOQ sia il più possibile inclusiva delle realtà associative sparse sul territorio nazionale, oltre che trasversale.

 

Il programma prevede alcune piste tematiche: crisi, precariato, discriminazioni e welfare affrontate da parecchie docenti universitarie. Come vedete possibile l'intreccio nella dimensione del reale e dell'urgenza che le donne vivono?

La discussione sull’articolazione del convegno e sui temi da affrontare e’ stata ampia e ha visto la partecipazione di donne che provengono da esperienze assai differenti. Oltre a noi dell’UDI e alle ragazze già citate di RosaRosae hanno preso parte all’organizzazione del convegno e alla sua impostazione donne del femminismo storico come Raffaella Lamberti e Fernanda Minuz dell’Associazione Orlando, donne del sindacato come Milena Schiavina, Anna Salfi, Nadia Tolomelli, consigliere di parità della provincia e della regione, donne delle istituzioni come Simona Lembi, donne dei partiti e tantissime altre a titolo individuale, interessate a dare un contributo partendo dalla loro esperienza di vita di precarie ma anche di imprenditrici, ricercatrici, giornaliste, esperte di comunicazione ecc...

Il ruolo delle cosiddette “esperte”, non solo docenti universitarie ma anche giornaliste, sindacaliste e consigliere di parità, è funzionale a tracciare un quadro della situazione rispetto ai singoli temi affrontati e a introdurre elementi informativi sul dibattito, le proposte in campo e i modelli/pratiche positive già in corso di sperimentazione per rispondere ai problemi e alle esigenze delle donne. Partendo dal contesto che abbiamo davanti il metodo adottato, coinvolgere esperte che per la maggior parte provengono dal mondo accademico e affiancarle a donne che hanno competenze specifiche nell’ambito del monitoraggio dei temi in discussione (giornaliste, sindacaliste e consigliere di parità), è secondo noi una modalità che consente di tracciare uno stato dell’arte che diviene fondamentale se si voglio individuare proposte e soluzioni non necessariamente nuove ma condivise e strettamente aderenti alla realtà.

Il momento di vera elaborazione e confronto del convegno non è affidato alle “esperte” che interverranno la mattina del sabato 11, ma scaturirà dall’azione partecipata detta “coffee meeting” del pomeriggio. Il sabato pomeriggio tutte le donne che interverranno al convegno (donne “esperte” e donne comuni) avranno la possibilità di dialogare alla pari, in piccoli gruppi, sui vari temi per pensare ed elaborare insieme delle proposte e delle risposte ai problemi che verranno sollevati alla mattina. I temi del convegno, precarietà, discriminazione, welfare, crisi, lavoro e non lavoro acquisteranno concretezza non solo attraverso le informazioni fornite dalle esperte ma grazie soprattutto al vissuto di tante donne che quotidianamente li sperimentano e che avranno uno spazio significativo non solo per raccontare la loro esperienza ma anche per elaborare in prima persona e proporre delle soluzioni. Non va dimenticato che il convegno inizierà proprio con delle brevi auto-presentazioni di donne in carne e ossa e che saranno proiettate a più riprese durante il convegno videointerviste ad altrettante lavoratrici realizzate dalle donne della CGIL di Bologna. Il convegno attingerà linfa quindi, oltre che dai saperi esperti, anche dall’essere donna oggi: madre, lavoratrice, disoccupata, precaria, nonna e badante di tutta la famiglia ecc..

 

La mattinata di domenica è dedicata ad un tavolo definito di 'confronto creativo'. Davvero pensate che da questa riflessione potranno uscire proposte nuove? E come le proporrete all'esterno e a chi?

La domenica mattina si apre con la presentazione degli esiti dell’azione partecipata del sabato pomeriggio: le proposte delle donne sui vari temi. Il punto non è che scaturiscano delle proposte particolarmente innovative, chiaramente possono esserci delle sorprese in questo senso e io lo spero vivamente, ma credo che il punto qualificante di questa iniziativa sia che emergano proposte condivise sul lavoro delle donne ottenute dal dialogo tra donne “esperte” e donne comuni. Dobbiamo chiederci tutte: il neoliberismo che ci ha portato a questo punto di crisi può avere degli sbocchi differenti? Esistono modelli economici, modelli di sviluppo differenti che non penalizzino le donne ma viceversa le includano e ne facciano il motore della ripresa economica e di una società più equa e inclusiva? Questa è la nuova sfida che abbiamo davanti e sinceramente spero che dalle donne che si riuniranno a Bologna arrivi un segnale forte in questo senso.

I passaggi per portare le proposte del convegno all’esterno sono almeno due: l’organizzazione di un confronto creativo con altri soggetti, rispetto a quelli che hanno organizzato il convegno, per discutere ciò che è emerso dal convegno e la costruzione dell’agenda politica nazionale. La speranza è quella che il convegno “Vite, lavoro e non lavoro delle donne” dia un contributo importante al processo di costruzione dell’agenda, che non esclude l’apporto indispensabile di altre realtà e soggetti come l’UDI, l’associazione che rappresento. L’ambizione è quella che la voce delle donne arrivi alle alte responsabilità istituzionali, perché il tema del lavoro, e gli altri temi cruciali che riguardano tutte le donne ricevano la debita attenzione la dove si decide.

In ultima analisi, in particolare noi di UDI dobbiamo avere una visione la più possibile intrecciata dei cinque temi in discussione. Io credo che uno dei grandi limiti delle norme in queste materie sia di valutarle a pezzetti e noi quando decliniamo le parole “vite, lavoro, non lavoro delle donne” affermiamo una dimensione complessiva del vivere delle donne che deve portare nell’immediato futuro a chi ha responsabilità a costruire una prospettiva che vogliamo nuova, capace di misurarsi non per scompartimenti stagni.. Centrare questo obiettivo a mio parere porterebbe già ad un risultato.

Vediamo infatti come il recente innalzamento dell’età’ pensionabile per le donne italiane scollegata al welfare ha portato solo a promesse che nessuno mantiene .Non sono più accettabili queste separatezze.

 

In apertura anteprima a Bologna di Corpi impuri, spettacolo teatrale di e con Marinella Manicardi (Venerdì 2 marzo ore 21.00, Oratorio San Filippo Neri, Via Manzoni 5. Ingresso gratuito)

 

Programma dell’incontro


Sabato, 3 marzo 2012

Palazzo D’Accursio, Sala del Consiglio Comunale, Piazza Maggiore 1

apertura dei lavori ore 9.30

Benvenuto e Saluti del Sindaco di Bologna Virginio Merola

Relazione introduttiva del gruppo di lavoro bolognese

Intervento del Comitato promotore Se non ora quando?

Storie di donne: sei autopresentazioni

10.45 -13.30 Analisi e proposte

Crisi

Paola Villa, Università degli Studi di Trento

Annamaria Simonazzi, Università degli Studi di Roma “La Sapienza”

Lavoro e non lavoro

Antonella Picchio, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia

Anna Salfi, Segreteria CGIL Emilia-Romagna

Precariato

Cristina Morini, giornalista

Stefania Scarponi, Università degli Studi di Trento

Discriminazioni

Letizia Mencarini, Università degli Studi di di Torino

Rosa Amorevole, Consigliera di Parità Emilia-Romagna

Welfare

Rossana Trifiletti, Università degli Studi di Firenze

Franca Bimbi, Università degli Studi di Padova

Sarà proiettato il video "Voci e vite di donne a Bologna, 3 e 4 marzo 2012" a cura Donne Cgil Bologna

Centro Documentazione delle Donne

Via del Piombo 5

15.00 Azione Partecipata e illustrazione delle modalità di svolgimento

Sara Seravalle, facilitatrice

15.30 Divisione dell’assemblea in sezioni tematiche parallele

18.30 Raccolta degli esiti della discussione nelle sezioni tematiche

19.30 Buffet Etnico (10 euro)

21.00 E sei anche fortunata. Azione di resistenza artistica a cura di RosaRosae,

regia di Donatella Allegro

 

Domenica, 4 marzo 2012

Palazzo D’Accursio, Sala del Consiglio Comunale Piazza Maggiore 1

9-10 Assemblea plenaria

Presentazione degli esiti delle sezioni tematiche: Crisi, Lavoro non lavoro, Precariato,

Discriminazioni, Welfare

10-12.30 Discussione e interventi

12.30-14 Proposta di appuntamento al “tavolo di confronto creativo” per la stesura definitiva dell’agenda

politica nazionale delle donne. Conclusioni a cura del gruppo di lavoro bolognese

 

Info : senonoraquandobologna.women.it

 

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