Confermata, anche per quest’anno, l'attenzione per le opere delle registe donne ed i talenti emergenti.
Tra le chicche ‘anticipate’ da segnalare, in attesa del programma ‘in toto’, il particolarissimo film “Grossman” di Adi Arbel, presenti la regista ed il protagonista a Bologna il 18 giugno, al centro di “Playlist Cinema e Scrittori”.
L'evento rappresenterà l'elemento centrale della sezione, un percorso a tema trasversale con cui il festival intende esplorare l'intersecarsi del linguaggio audiovisivo con quello letterario, in collaborazione con BPER Banca. Biografilm 2022 proporrà al pubblico storie di scrittura, di scrittori, di scrittrici che lasciano un segno nella società, ben oltre le pagine dei libri.
Se per David Grossman, considerato tra i più grandi scrittori e romanzieri israeliani contemporanei, non servon troppe parole, è qui giusto riportare alcune notizie della sua bio-documentarista, il cui curriculum è, in realtà, di tutto rispetto.
Adi Arbel è responsabile del documentario e co-esecutivo per la programmazione drammatica presso Endemol-Shine Israel. È stata senior content editor, regista e consulente artistica per progetti di documentari e lungometraggi dal 1998. Ha svolto il suo lavoro come consulente artistica e conferenziere in tutti i fondi cinematografici e televisivi in Israele, nonché direttrice artistica di Channel 8 - il principale canale televisivo di documentari in Israele - per oltre un decennio.
L'ultima serie di Arbel ha vinto agli Israeli Film Academy Awards ed è stata proiettata in numerosi festival internazionali.
Nell’altra sezione di grande interesse, “Biografilm Art & Music”, ci sarà "Loving Highsmith" di Eva Vitija, classe 1973, sceneggiatrice e regista svizzera, attiva in cinema e tv. Si basa sugli scritti personali della stessa grande scrittrice americana Patricia Highsmith e sulle cronistorie della famiglia e delle sue relazioni amorose: il ‘biopic’ getta nuova luce sulla vita e l'opera della famosa scrittrice di 'thriller', permeata dai temi dell'amore e dall’importanza che esso ebbe nei suoi rapporti interpersonali.
Apprezzata più dalla critica europea che non da quella del suo paese natale – un po’, 'mutatis mutandis', come Woody Allen - la Highsmith dal 1963 visse nel vecchio continente sino alla sua morte, scegliendo la Svizzera come ‘buen retiro’.
Lì trascorse gran parte della sua vita appartata, lontano dai riflettori della notorietà, dedicandosi anche alle diverse relazioni omosessuali intrattenute.
L’Autrice scrisse vari racconti e più di venti romanzi, molti dei quali adattati per il cinema, come il suo primo “Strangers on a Train - Sconosciuti in treno” - da cui Alfred Hitchcock, nel 1951 trasse uno dei suoi capolavori, “Delitto per delitto - L’altro uomo”; il ciclo sull’amorale personaggio di Mr. Ripley – portato a varie riprese sul grande schermo da registi come René Clément, Wim Wenders, Anthony Minghella e con molto meno successo, dall’italiana Liliana Cavani, forse per la tematica proprio avulsa dalle sue pur notevoli e variegate ‘corde’; “Carol”, romanzo in parte autobiografico, arrivato al cinema con la regia di Todd Haynes ed interpretato dalla pluripremio oscar Cate Blanchett.
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