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Bimbi in carcere

Bimbi in carcere

Bambini e bambine dietro le sbarre con le loro madri: realtà vissute ‘dentro’

Lunedi, 22/06/2009 -
Non è facile parlare di carcere. Si tratta di una realtà complessa dove si intrecciano esperienze, sofferenze, dimensioni difficili da descrivere. C’è una rivista, “RomaDentro”, che raccoglie testimonianze e scritti a cura della redazione del “Giornalino” Rebibbia Femminile. Storie di detenute, sorveglianti, volontarie, fino all’esperienza difficile di transessuali, che si sentono donne, rinchiuse in un luogo al maschile.

Da questa rivista apprendiamo alcune informazioni: la popolazione detenuta femminile in Italia è di gran lunga inferiore a quella maschile, cioè circa il 4-5% della popolazione carceraria.

La Casa Circondariale di Rebibbia Femminile è quella che ospita il maggior numero di detenute. A settembre 2008 ospitava 360 detenute, di cui 133 definitive, 69 appellanti e 12 giudicabili. Le donne straniere erano circa 200, per lo più dall’Est Europa. 60 le giovani adulte presenti (tra i 18 e i 25 anni). Molte hanno problemi di tossicodipendenza.

Nello stesso periodo erano 29 le madri detenute con bambini. Una situazione che non è regolamentata in modo efficace, secondo diverse associazioni che operano sul campo, non solo dal punto di vista della gestione pratica, ma ancor più per una crescita il più possibile equilibrata e non traumatica di bambini e bambine, nonché per la dignità delle madri.

“Ancora bambini in carcere! Dal Governo parole, dal Parlamento disinteresse” questo è il titolo del dibattito organizzato dall’Associazione di Volontariato A Roma Insieme, di cui è presidente Leda Colombini, con la Consulta Penitenziaria del Comune di Roma, la Comunità di Sant’Egidio e associazioni che operano negli Istituti penitenziari sezioni femminili.

L’incontro si è tenuto nel giugno 2009 alla Casa Internazionale delle Donne dove è anche stata esposta la mostra “Che ci faccio io qui? I bambini nelle carceri italiane, un reportage fotografico su una realtà sconosciuta con introduzione critica di Tiziana Musi, a cura dell’Agenzia Foto-Giornalistica Contrasto.

All’incontro hanno partecipato parlamentari, operatori di giustizia e del terzo settore, per un confronto aperto sulle proposte di legge circa la presenza dei bambini figli di detenute in carcere.

In Italia sono 18 gli asili nido funzionanti; 53 detenute madri con figli in istituto, 55 bambini minori di 3 anni in istituto, 18 detenute in stato di gravidanza (dati al 31 dicembre 2008).

La situazione è critica, e l’auspicio è che si possa presto arrivare a un testo unificato dei diversi disegni di legge al fine di poter proseguire i complessi iter dalla Commissione Giustizia fino all’approvazione. Sabina Vigna, Magistrata di Sorveglianza di Roma, ha evidenziato come il concetto di pericolosità sociale sia complesso “è già possibile differire l’esecuzione della pena e la detenzione domiciliare, se non sussiste la pericolosità”. Ma questa è valutata dai precedenti, dai carichi pendenti, eccetera. “È un bilanciamento doloroso, tra la tutela della collettività, della donna in sé e del rapporto madre-figlio”. Prevenzione e diritti dell’infanzia sono fondamentali, ma allo stato attuale della legge, i Magistrati sono costretti a non revocare la pena in caso di recidiva, ci sono dei paletti legislativi insormontabili.

Anche sulla detenzione domiciliare o il differimento facoltativo che diventi obbligatorio (come da alcune delle proposte di legge) ci sono delle perplessità. “Che discrezionalità nella scelta del luogo idoneo per le condannate con figlio fino a tre anni? Come comportarsi in caso di reati gravi? Quanto far valere la revisione critica della detenuta? Ci sono terroriste che sono in liberazione condizionale”, allora perchè non estendere a tutte la tutela madre-figlio?

La materia è complessa. E se ne riparla venerdì 26 giugno (ore 10-14) presso la sede della Provincia in via IV Novembre 119/a con proiezioni, dibattito e l’intervento di Maria Lucia Karam, ex-magistrata brasiliana.



Maggiori informazioni su www.bambinisenzasbarre.org

Elena Ribet e Nadia Angelucci

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