Martedi, 30/07/2013 - La 55. Esposizione Internazionale d’Arte contemporanea 2013 organizzata dalla Biennale di Venezia, vede come curatore quest’anno il giovanissimo critico d’arte Massimiliano Gioni. Inaugurata il 1 giugno sarà aperta al pubblico fino al 24 novembre. Il titolo di quest’anno “Il Palazzo enciclopedico” indica un museo globale in cui raccogliere tutto il sapere dell’umanità, sognato da un italo-americano, l’abruzzese Marino Auriti sessant’anni fa per Washington e mai realizzato. La Mostra è allestita ai Giardini e all’Arsenale, ma si possono trovare artisti, più di centocinquanta quest’anno, che espongono in molti luoghi veneziani come in un labirinto in cui si intersecano strade sconosciute e luoghi simbolo dell’esposizione che merita una visita, più degli altri anni.
La mostra si apre ai Giardini con l’esposizione del Libro rosso di Carl Gustav Jung che accoglie il visitatore come un cuore le cui pulsazioni accompagneranno lungo tutto il percorso. Le immagini simbolo del Libro rosso saranno il filo lungo il quale l’elemento figurativo sarà permeato da concetti astratti e da figure dell’esoterismo orientale, occidentale, dalle rappresentazioni alchemiche, fino alla ricerca nell’arte del soprannaturale.
Per il padiglione del Belgio un curatore d’eccezione è lo scrittore premio nobel J. M. Coetzee che ha scelto l’artista gotica Berlinde de Bruyckere come rappresentante del paese dal titolo Kreupelhout – Cripplewood. Un enorme olmo sradicato, storto, storpio (kreupel) si adagia sofferente, lungo l’intero padiglione. La natura come l’uomo che soffre e i cui nodi, brutture e dolori sono leniti in qualche modo dalle stoffe, dai cuscini, dalle pezze che a malapena lo ricoprono e lo stringono quasi a consolare il suo corpo le sue ossa, i suoi rami, i suoi tendini, i suoi muscoli, in una metamorfosi in cui uomo e albero si fondono fin quasi ad abbracciarsi per consolarsi a vicenda.
Il padiglione della Germania ospita il dissidente cinese Ai Wei Wei. Per la sua installazione l’artista ha assemblato 886 sgabelli cinesi in legno a tre gambe. Nella Cina di oggi, lo sgabello a tre gambe è un pezzo d'antiquariato, era in uso in tutta la Cina e in tutti i settori della società per secoli. Dopo la Rivoluzione Culturale produzione di questi sgabelli è crollata. La sensazione che si prova attraversando l’installazione è quella di entrare all’interno della spirale del dna umano potendone così osservare la continua crescita ed espansione: come l’uomo e il sistema globale tentacolare in continuo aumento.
Il tema del padiglione russo è il mito di Danae (Zeus si trasforma in pioggia d'oro per sedurre Danae, da quella pioggia d'oro nacque Pérseo, destinato a diventare un grande eroe). L’installazione dell'artista russo Vadim Zakharov sta a reinterpretare il mito greco della figlia di re Acrisio di Argo.
Si sviluppa in un percorso ben preciso: in primo piano un uomo che siede su una trave guarda dall’alto il visitatore gettando giù scarti di noccioline, come una scimmia. La sala successiva è dedicata alla pioggia d'oro, monete che cadono, attraverso un buco nel pavimento, nel piano inferiore in una grotta/ventre dove cade la mitica pioggia d’oro dove hanno accesso solo le donne che recuperano le monete proteggendosi con un ombrello trasparente, le depositano in un secchio e da lì ricomincia il processo.
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