Venerdi, 05/12/2014 - Ispirato al film Roma ore 11 di Giuseppe De Santis, il libro di Matilde Tortora appena pubblicato da La Mongolfiera editrice - Berti Blandina impiegata avventizia - narra le vicissitudini di una giovane donna assunta come avventizia in un bancolotto di sessanta anni fa e ciò facendo ci conduce in un certo non tanto dissimile oggi per quel che riguarda il lavoro femminile e la sua annosa precarietà .
Il racconto si snoda nel seguire questa giovane donna nella prova che affronta per essere assunta, nei suoi giorni di lavoro, nei suoi pensieri, nei suoi affanni, nel suo quotidiano arrabattarsi tra l’annotare numeri dettati da altri e il suo vivere, che se tiene conto dei sogni pressanti degli altri, molti a lei però ne vieta di avere. Si tratta di un racconto quasi onirico, se non fosse che riguarda fatti e accadimenti reali di un tempo che sembra lontano, ma che si scopre non esserlo affatto.
Le immagini all’apparenza quiete e domestiche assumono il vigore di una denuncia, questa giovane donna Berti Blandina, e non è un caso che sempre il cognome accompagni il nome in un girone codificato di imperante burocrazia, sembra infatti sbalzata a tutto tondo da un fatto di cronaca odierna.
A lettura ultimata, parrà al lettore di averla davvero incontrata questa giovane donna con le nocche delle mani arrossate, la sua voglia di vivere, la sua serietà e il suo impegno quotidiano. La forza delle immagini, la scrittura che incalza con un linguaggio del tutto originale e come scaturito dal racconto vero che la stessa protagonista fa della sua vita grama, fa di questa opera un tassello nuovo che s’aggiunge al percorso che la scrittrice porta innanzi da anni coi suoi racconti, che nel corso degli anni hanno avuto non a caso importanti traduzioni in altre lingue.
In copertina, per gentile concessione della Titanus, l’autrice ha scelto di inserire una foto di scena del film di De Santis ispirato ad un fatto di cronaca vera in cui, assieme ad altre brave attrici impegnate nei ruoli di giovani donne aspiranti ad un posto di dattilografa, l’attrice Carla Del Poggio impersonò Luciana Renzoni “in un’Italia esasperata dalla disoccupazione in genere, ma ancor più da una impossibilità per le donne di trovare lavoro”.
Questa scelta non solo ci dice la passione cinefila della scrittrice, ma introduce anche alla forza icastica che hanno le immagini in questo nuovo racconto di Matilde Tortora, a partire dalla bellissima e tanto eloquente immagine di copertina.
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