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Berlusconi e la sindrome di Edipo

Berlusconi e la sindrome di Edipo

Dalle intercettazioni con le Olgettina girls emerge la figura di un uomo vecchio, in qualche modo da compiangere

Lunedi, 30/04/2012 - Negli ultimi giorni fanno discutere le intercettazioni telefoniche pubblicate da Repubblica.it, tra l’ex premier Silvio Berlusconi, l’igientista dentale autoproclamatasi bilingue Nicole Minetti, e le Olgettina girls.



Da quando Berlusconi si è affacciato alla politica, proclamando la sua “discesa in campo” nel 1994, non ne ho mai subìto il fascino, a differenza di quelli che – adesso che il suo declino sembra avviato – affermano di non averlo mai votato. Oggi pare che nessuno gli abbia dato il voto, viene perciò da domandarsi come abbia fatto a governare per gli ultimi diciassette anni in Italia…



Berlusconi ha sempre rappresentato, per il mio concetto un po’ retrò di politica e bene comune, la bassezza morale e la furbizia tipicamente italiani, considerata per questo deprecabile.



Poi, è successo un fatto strano, inimmaginabile.



Ho ascoltato le intercettazioni di Berlusconi.



E qualcosa dentro di me, ha cominciato a cambiare.



Entrando con un interesse quasi voyeuristico nella vita di Berlusconi, sentendo le conversazoni private con queste donne, ho provato una sensazione simile alla compassione.



Non so se sia l’influenza dei classici dell’ottocento a cui da tempo mi dedico, dove il supremo e sublime atto di perdono discende nell’anima degli sfortunati martiri e protagonisti dei romanzi, ma per la prima volta mi è sembrato di vedere l’uomo, prima ancora del politico, fosse anche biasimabile.



Quello che appare da queste conversazioni è un uomo di settantasei anni al telefono con ragazze – diventate donne da poco – di cinquant’anni più giovani di lui (cinquant’anni sono cinque decadi, dieci lustri, un infinità di tempo a cui cento anni fa la maggioranza della popolazione quasi nemmeno arrivava).



Il Berlusconi uomo, quando dice “Amore“, quandi si fa riverire dall’intrattenitrice di turno, è un anziano che quasi quasi spera, che quello che sente (“Love of my life”, per citarne una) sia vero, che quella donna non stia lì per un posto in parlamento, o per l’estinzione di un mutuo.



Il Berlusconi delle intercettazioni, è un uomo che non vuole invecchiare, un uomo che si aggrappa con unghie, denti, parucchini e rialzi a quell’immagine di uomo vincente, tombeur de femme, che spopolò nella Milano da bere negli anni ’80.



O forse Berlusconi, legato da sempre alla figura della mamma, la Signora Rosa, è rimasto intrappolato nelle sabbie mobili di un complesso di Edipo mai risolto, dove il ruolo della madre/donna è visto come smania di possesso, nascondendo però una grande insicurezza affettiva. Oppure è rimasto nel lettone dei genitori fino a tarda età, o allattato al seno fino alle scuole elementari o magari doveva solo scegliersi un’altra psicanalista.



Ma Berlusconi non faceva tutto da solo.



Nel l’universo di Papi c’è un mondo di donne agguerrite, scaltre, gattine dai lunghi artigli disposte a tutto pur di guadagnarsi un “fiorellino” (*nome in codice equivalente a mille euro) o un cadeau d’oro.



La parte giocata da queste donne è più becera di quella del gran sultano.



Loro possedevano la bellezza, la gioventù, l’avvenire, mentre un uomo sul viale del tramonto, è disposto a dare tutto pur di vestire i panni di un’affascinante principe azzurro.

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